Conclusione

L’obiettivo che questo lavoro ha cercato di perseguire è stato quello di illustrare il percorso di cambiamento che si trova ad affrontare tutto il mondo che concerne la produzione e la diffusione della scrittura. I nuovi orizzonti offerti dalla nascita di Internet, lo sviluppo di nuove forme di “letteratura”, come il blog, hanno offerto a tutti gli utenti una possibilità preclusa in precedenza: la potenzialità di diffondere a tutti i propri contenuti. È stato sulla base di tali forze, insite nella rete stessa, che si sono sviluppati dei servizi editoriali on line con la promessa di permettere a chiunque la produzione e la diffusione di propri contenuti nel formato del libro. Di conseguenza, si è cercato di analizzare nel dettaglio il ruolo effettivo di tali piattaforme, la qualità e il costo dei servizi per gli autori, ricavandone che, soprattutto per quanto riguarda il panorama italiano, molte di esse cercano unicamente di sfruttare commercialmente l’onda del successo della pratica del self-publishing, ma poche sono quelle che garantiscono dei reali servizi per il modello di autopubblicazione puro. Si sono riscontrati, infatti, casi di piattaforme di servizi on line più vicine al modello dell’editoria a pagamento, e non a quello del libro fai-da-te. Si è dimostrato altresì che le effettive possibilità per un self-publisher di divenire uno scrittore di professione sono molto scarse, e che questa probabilità aumenta notevolmente sapendo fare un uso professionale della rete sul piano commerciale. A questo proposito si sono riportati casi di scrittori che hanno raggiunto la fama mondiale grazie a romanzi autopubblicati, analizzando le strategie messe da loro in atto per pubblicizzarsi sul web, constatando che non sempre hanno agito in maniera eticamente corretta nei confronti dei potenziali lettori e degli scrittori “rivali”. È emersa anche la questione sulla qualità del materiale autoprodotto, nella maggior parte dei casi scadente, per via di mancanze da parte dello stesso scrittore, ma anche a causa dell’assenza di quelle figure professionali di norma appartenenti all’organo della casa editrice tradizionale. Questa si è rivelata una questione molto controversa all’interno del dibattito sull’autopubblicazione, poiché, come si è illustrato, le opere auto prodotte non devono superare una selezione a priori, rappresentata dal “sì” dell’editore, e, a prescindere dal valore, accedono tutte al mercato librario. Si è quindi affrontata la questione sull’eccesso di produzione da una parte, per cui il lettore fa più difficoltà a orientarsi, e sull’assenza del marchio editoriale dall’altra, quindi di una “garanzia” sull’opera, che comporta peraltro la mancanza di un’impostazione professionale.
Nel complesso, è emerso che la pratica del self-publishing si afferma sempre più come realtà, avanzando di pari passo con i nuovi prodotti tecnologici editoriali, come l’e-book e il print on demand, ai quali è strettamente correlata. Ne deriva che buona parte del mondo dell’editoria tradizionale non ignora un fenomeno così in espansione, e che quindi le più grandi case editrici, come la Penguin Books per il mercato internazionale e la Mondadori per quello italiano, stanno sviluppando delle strategie a riguardo.