4 Le riviste ad accesso aperto possono ottenere buoni livelli di qualità ed essere economicamente sostenibili?

Riguardo la qualità 

I dubbi sulla competitività o il riconoscimento esterno della qualità e dell’impatto nelle riviste ad accesso aperto sono stati fatti circolare tra gli autori per screditare o sottovalutare la loro effettività.
La realtà, ad ogni modo, elimina qualsiasi dubbio al riguardo. Le riviste di libero accesso rappresentano in questo momento il 12% del totale dei titoli esistenti e seguono gli stessi standard di qualità per ottenere il massimo riconoscimento e prestigio. Così per esempio, molte delle riviste del PLoS o del BioMedCentral hanno fattori di impatto che le pongono in cima alle loro categorie tematiche e lo stesso si può dire per la The New Journal of Physics, pubblicata dall’Institute of Physics, che detiene uno dei fattori di impatto più alti nel suo ambito.
Nell’Ulrich’s ci sono 1.102 riviste ad acceso aperto incluse nella Web of Science, il che significherebbe il 10% del totale di questo database. (10.762 riviste, secondo lo stesso Ulrich’s).

 

Riguardo la sostenibilità economica 

Come si possono finanziare le riviste con il modello ad accesso aperto? Questo è un altro dei dubbi che si stanno spargendo, soprattutto ad opera degli editori commerciali. La sostenibilità economica, ossia lo stabilimento di forti flussi di entrate che consentano di sostenere i costi editoriali, gli sviluppi tecnologici delle piattaforme digitali, ecc., è una delle sfide principali delle riviste ad accesso aperto al giorno d’oggi. E’ così e bisogna ammetterlo.
Questo nuovo tipo di attività ha due caratteristiche distintive. Da una parte, i diritti di utilizzo sono conservati dall’autore, e dall’altra, le entrate provenienti dagli abbonamenti sono sostituite da altri mezzi di finanziamento. Nonostante tutto, la domanda centrale resta quali siano queste fonti e la loro redditività.
I mezzi principali per ottenere introiti sono i pagamenti per la pubblicazione di originali (già spiegato precedentemente), i ricavi da inserzioni, le sovvenzioni esterne, le donazioni, gli sponsor, i finanziamenti pubblici (frequenti nelle scienze umane e sociali) o la pubblicità. Bisogna anche prestare attenzione al progetto SCOAP3, basato sul finanziamento da parte di biblioteche ed enti di aiuto alla ricerca, e che, nonostante riguardi una sola disciplina, può servire come modello per altri settori.
Partendo da qui si sono potute consolidare diverse iniziative che potranno servire da modello per quelle che vorranno aggiungersi in futuro.