«Azione diretta»

La compagnia Tina Di Lorenzo ha sospeso le rappresentazioni di Prete Pero, commedia in tre atti di Dario Niccodemi.

La commedia è un empiastro nell’ordine artistico, è un affare repugnante nell’ordine pratico-commerciale. Ma nel determinare la sospensione, le ragioni d’ordine estetico o d’ordine morale non hanno influito. La commedia è stata sospesa perché un gruppo di giovani clericali si è impadronito del teatro Alfieri e berciando e rumoreggiando si è imposto agli attori e al grosso pubblico.

L’episodio è il momento clericale di una tendenza nuova della «civiltà» italiana creatasi durante la guerra e che oggi, nel dopoguerra, si sviluppa per informare dei suoi valori tutta la società. I clericali, nella divisione del lavoro, si sono applicati al teatro; gli altri gruppi apolitici (l’apoliticismo trionfa, issando segnacolo in vessillo l’idea pura «italiana») si applicano alla politica (degli altri, naturalmente), all’economia (per esempio, ramo pubblicità dei giornali «apolitici»), all’amministrazione comunale, ecc.

La tendenza e i metodi che le sono propri, furono con superlativo buon gusto battezzati soviettisti dall’on. Zibordi. Non abbiamo il buon gusto dell’on. Zibordi. Inoltre, [una riga censurata] ci è possibile definire piú imparzialmente. La tendenza e i metodi in parola dipendono da due fonti, una storica tradizionale, l’altra di cultura. La tradizione, la storicità sprofonda le sue radici in quella corrente sociale che popolarmente si appella da Manonera; la cultura, l’«autocoscienza» del processo di sviluppo storico è rintracciabile nella letteratura poliziesca. I modelli, i maestri di vita morale, gli individui-eroi propostici ad esempio sono Nat Pinkerton, Petrosino, ecc. La casa editrice Barbera ha, nel periodo di sviluppo della nazione italiana, volgarizzato gli Eroi di Carlyle, gli «individui» della borghesia industriale e commerciale e scientifica dello Smiles. La casa editrice diretta e consigliata dall’on. Gio. Batta Pirolini ha volgarizzato i nuovi eroi, i nuovi «individui» apolitici, che oggi operano nelle coscienze come modelli di perfezione civile. La società italiana che si sta formando e vigorosamente affermando è di pretta marca piroliniana (cultura ), manoneresca (tradizione storica).

L’on. Zibordi, che legge con molto profitto il «Corriere della Sera» [una riga e mezzo censurata] ha battezzato soviettista la tendenza trionfante. La qualifica è anch’essa… un episodio. Ormai è acquisito alla cultura che la storia non esiste come obiettività; se la storia è obiettiva si chiama cronaca, ed è noto come gli italiani ripugnino dalla cronaca che significa esattezza, precisione, documento accertato e controllato. Gli italiani sono storici, storici nel significato superbo della parola; giudicano i fatti, non li descrivono. E naturalmente li giudicano «secondo coscienza»; la coscienza si è formata nella tradizione della Manonera, e perciò la Rivoluzione russa e lo Stato dei Soviet sono visti come Manonera; la Manonera nazionale è poi, per reciprocanza, vista come Soviet.

Tutti i concetti, che la tradizione politica aveva costruito, sono stati adattati ai tempi. Democrazia, rivoluzione, popolo, proletariato, socialismo sono stati facilmente «corretti»; è bastato qualificarli veri ossia ben intesi (cultura piroliniana). La tattica è un rinverdimento della tradizione; Manonera diventa autocoscienza attraverso Petrosino e la letteratura individualista assimilata a questo puro eroe.

Per superare i «falsi» socialisti del partito ufficiale anche l’aggettivo massimalista verrà corretto, e anche per esso si avrà un riscontro nella storia.

[Sei righe censurate].

(16 novembre 1918).