Il consumo delle bandiere

I

L’assessore Cauvin riferisce:

Dall'inizio della nostra guerra a tutti gli edifici municipali venne esposta e lasciata in permanenza inalberata la bandiera nazionale. Ciò fu causa di deperimento dei drappi, tanto che ora occorre addivenire ad una completa sostituzione delle bandiere delle scuole primarie, medie, istituti speciali e servizi diversi.
Già la Giunta nella riunione del 29 maggio u. s. disponeva perché alla chiusura dell'anno scolastico le bandiere completamente logore venissero rimosse, riconoscendo la necessità di una nuova fornitura.
Per dotare le scuole e i servizi pubblici di nuove bandiere e per una sufficiente scorta di magazzino occorre la provvista di metri mille di saia lana bianca, di metri mille di saia verde, e di metri millequattrocento di saia rossa.
La ditta Italo Boggio, fornitrice del municipio, sarebbe disposta a cedere al prezzo di lire due al metro la saia rossa e verde e di lire due e dieci al metro la saia bianca.
Le speciali condizioni del mercato, che per la scarsità dei filati rendono difficili le forniture di grosse partite di merci, e la buonissima qualità della saia presentata dalla ditta Boggio, ne rendono conveniente l'offerta, tanto piú che le ditte specialiste del genere, interpellate, hanno risposto di avere per ora cessato la produzione.
Occorrerà inoltre provvedere per la prima confezione di una prima partita di cento bandiere (con provvista di nastri da lutto e di gala) a mezzo della ditta Bertinetti, specialista in materia, con una spesa prevista in lire 420.
La spesa complessiva che ascende a lire 9000 e cioè lire 6900 per acquisto saia e lire 2100 per la confezione e fornitura nastri di 100 bandiere, verrà applicata per lire 4500 all'art. 31-E.c. e lire 2660 all'art. 34-E-2 del bilancio in corso: le rimanenti lire 840 sono da prelevarsi dall'art. 8-C del corrente bilancio.
Essendo però esaurito lo stanziamento relativo, converrà stornare dal fondo di riserva a favore di detto articolo la somma di lire 20 000 per provvedere a questa ed altre spese che si prevede possano ancora essere necessarie nell'anno in corso.
La Giunta propone al consiglio comunale di autorizzare: 1) la provvista a trattativa privata dalla ditta Italo Boggio di metri 3400 di saia lana nei tre colori suindicati, ai prezzi di lire 2 al metro per il rosso e il verde e di lire 2,10 per il bianco, nonché la confezione di cento bandiere (con provvista dei nastri da lutto e di gala) con affidamento alla ditta Bertinetti, alle condizioni suindicate; 2) lo storno della somma di lire 20 000 dal fondo di riserva (art. 47) del bilancio in corso a favore dell'art. 8-C del bilancio stesso; salvo il disposto dell'art. 183 della legge comunale e provinciale. Col prelievo di cui sopra, il fondo di riserva rimane di lire 135 090,10.

(23 agosto 1916).

II

 

L’assessore Cauvin ha riferito sullo storno di ventimila lire dal fondo di riserva per provvedere al consumo delle bandiere ed altrettanti generi di chincaglierie municipali, e non vi è dubbio che la maggioranza consiliare approverà la sua solerzia nel risolvere il sempre piú difficile problema dei… consumi. La giunta si mantiene in carattere, non vi è dubbio. L’altro ieri il sindaco alla rappresentanza dei tranvieri recatasi nel suo studio rispondeva con una frase austeramente spartana: «Ho deciso la piú stretta economia; per amore del risparmio non ho neppure piú fatto lavare le strade, quantunque l’igiene della città lo richieda. Bisogna che tutti facciano dei sacrifizi: i torinesi dell’igiene, i tranvieri dei loro bisogni piú urgenti, come io pure ho fatto sacrifizio di tutte quelle pubbliche manifestazioni di giubilo (banchetti, bicchierate, ecc.) che pure per il decoro della città e del suo primo magistrato, sarebbero indispensabili». Un sentimento cosí serio del decoro è veramente commovente. La bandiera è senza dubbio come il pennacchio di Cirano. Bisogna che essa non sia mai bruttata di sudiciume. Dicono che le bandiere dei reggimenti siano piú gloriose quanto piú sono sbrindellate [cinque righe censurate]. Ma la città non è un campo di battaglia, ed il decoro vuole i drappi ben rilucenti e mondi, la bandiera che si deteriora al fronte interno è un’altra; è composta della folla multicolore.

[Sedici righe censurate].

Ed in contraccambio di tutto ciò il sindaco rassicura i suoi amministrati che il decoro sarà tenuto sempre alto, che gli edifizi pubblici avranno sempre delle bandiere nuove di zecca, ed i torinesi non arrossiranno nei confronti con le altre città. Il pennacchio di Cirano starà sempre fieramente diritto sul casco spagnolo di Teofilo Rossi. Tutto il resto per il nobiluomo di Carmagnola non è che letteratura.

(25 agosto 1916).