Il disordine

Ha scritto Villiers de l’Isle-Adam: «Se uno ti ingiuria rifletti che egli ingiuria l’idea che si è fatta di te, cioè se stesso».

I lettori di giornali dovrebbero sempre tener presente questa massima e applicarla a tutti i giudizi coi quali si cerca di condurre il loro pensiero verso un determinato indirizzo.

Essi leggono: i giapponesi sono sbarcati a Vladivostock, poi leggono la smentita, poi rileggono nuovamente la notizia, e una nuova smentita. Leggono che lo czar è stato assassinato: smentita; è stato assassinato non solo Nicola, ma anche Olga e Tatiana: smentita; si tratta solo di un tentativo d’assassinio, non si tratta neppure di un tentativo. Il granduca Michele è stato proclamato czar e marcia su Mosca; il granduca Michele non marcia affatto su Mosca, ma invece marciano solo i czeco-slovacchi; i czeco-slovacchi sono distanti seimila chilometri da Mosca, hanno solo percorso cinque chilometri verso Occidente per inseguire un maialetto e arrostirlo; il generale Alexeief, l’ammiraglio Kolciak, il generale Semenof marciano, marciano, marciano; i suddetti generali e ammiragli si sono fermati essendosi accorti di essere seguiti da due soldati e un tamburino; i samoiedi, gli iperborei e gli esquimesi hanno dichiarato di non saper cosa farsi dei Soviet e vogliono che l’Intesa li aiuti; i suddetti popoli, avendo fallito la caccia alle foche, domandano solo un po’ di grasso di marmotta per ungersi i calzoni.

Giudizi dei giornali: «Il caos regna in Russia, mai fu visto un tale disordine».

Giudizio del lettore: «Che tempi, che costumi, che paese è la Russia, che uomini. Tutti marciano e nessuno marcia. Tutti sbarcano e nessuno sbarca. Tutti vogliono e nessuno sbarca. Il mio cervello non ci si raccapezza».

Ecco ciò che si voleva ottenere: il cervello non si raccapezza: il cervello è in disordine. E dice Villiers de l’Isle-Adam: chi ti offende, offende l’idea che si è fatto di te, cioè offende se stesso.

Il disordine è nel cervello, la confusione è nel cervello, nelle idee, nella farragine delle notizie: giudicando la Russia, giornalisti e lettori giudicano se stessi; ingiuriando la Russia e Lenin, ingiuriano se stessi.

Eppure che fare? Come difendersi da tante insidie, dove trovare la verità? In se stessi, nella forza morale della propria coscienza. Aggrappandosi disperatamente a quelle due o tre nozioni fondamentali che nessuna critica, che nessuna obiezione può corrodere e smantellare: 1) È assolutamente impossibile che il male trionfi a lungo e oltre un piccolo spazio di terreno. Se Lenin e i Soviet fossero il disordine, la confusione permanente, poiché il loro potere è basato su poche centinaia di armati, esso sarebbe stato distrutto quindici giorni dopo la sua instaurazione. Se vive, significa che dipende da una necessità, che si basa sulla libera elezione della maggioranza. 2) L’ordine e il disordine non sono concetti assoluti, ma relativi agli schemi sociali dei giudicanti. Per un borghese, il dominio del proletariato è confusione e disordine perché egli ne è escluso: può essere ordine se esso non corrisponde al suo ideale? È naturale che sia cosí, è logico che sia cosí, altrimenti il borghese non sarebbe borghese. 3) Nel passato è avvenuto lo stesso dilagare di notizie tendenziose contro i rivoluzionari. Gli uomini della Rivoluzione francese furono accusati persino di scorticare i cadaveri per conciare la pelle umana e fabbricare calzature. Quale disordine non esisteva a Parigi e nella Francia per il fatto che i privilegi feudali e ecclesiastici erano stati aboliti? E infatti non esisteva piú l’ordine feudale. Ma la Francia che veniva dipinta come sull’orlo dell’abisso, come estenuata dalla fame e dalla piú tetra disperazione, la Francia lasciata dai Capeti piena di debiti, per venticinque anni sostenne le spese di guerra della repubblica e di Bonaparte; come mai un paese in rovina, un paese affamato produsse subito tante ricchezze da pagare tante spese? Perché le notizie erano false, perché un fatto particolare, d’importanza aneddotica veniva ampliato: un francese si ubriacava? Era tutta la Francia ubriaca. Un pazzo faceva una proposta folle? Tutta la Francia era preda della follia devastatrice.

Cosí è per la Russia. Aggrappiamoci a queste massime. Boicottiamo i giornali che vogliono creare la confusione nei cervelli per far credere alla confusione nei fatti, che ci imprigionano nella bugia e nell’oscurità, per farci credere che il sole non illumini piú un paese abitato da cento milioni d’abitanti.

(17 luglio 1918).