Il prossimo numero

Da qualche tempo non abbiamo piú pubblicato le solite puntate dell’allegra istoria di Teodoro e soci. Il prossimo numero… è diventato un numero remoto. Ma la puntata odierna dà un sapore nuovo alla commedia allegra (non la chiamiamo pochade perché i personaggi di questo genere letterario, schiettamente parigino, hanno o mostrano di avere dello spirito, della verve, mentre i nostri sono la quintessenza della goffaggine e del bertoldinismo). Entra in scena l’elemento femminile. E noi siamo soliti rispettare le signore. Perché non c’è molto sugo a prendersela con le signore, quando nella vita esse si accontentano di curare la lucentezza del pelo del loro canino o la riuscita di un five o’ clock elegante, o altre simili squisitezze proprie delle moderne femmine della grassa borghesia, che amano tanto far le scimmie delle dame della vecchia nobiltà. Ma la gonnella profumata vuol fare anch’essa del femminismo. E del femminismo il quale ci fa arricciare un po’ il naso.

Femminismo che è intermediarismo politico, cuscinettismo politico. Una forma di intrigo perfettamente moderno e democratico… la lotta di classe alla violetta di Parma, incipriata, e arricciolata proprio come il cagnolino da manicotto. E qualche categoria proletaria femminile disorganizzata si presta a fare il cagnolino e a strisciare le gonnelle della signora del vice-ministro. E la signora di S. E. Cesare Rossi, socio di Teodoro, si compiace della sua missione di pacificatrice delle lotte sociali. E il modesto miglioramento alle signorine telefoniste diventa l’elegante corrispettivo di un mazzo di rose, di una conversazione da boudoir.

La donna come calmiere sociale; tema suggestivo per operetta!

Noi rispettiamo le signore, anche quelle delle eccellenze e sotto-eccellenze. E rispettiamo le donne in genere, anche le telefoniste non organizzate. E appunto perciò vorremmo che le une si accontentassero di far le signore, e le altre fossero meno servilmente striscianti. Anche e specialmente quando vogliono migliorare le loro condizioni economiche. Perché è semplicemente questione di dignità non far apparire il salario, quando si lavora sul serio e si è utili sul serio, come l’elemosina elegante, la gratificazione elegante per il mazzo di fiori, per il complimento biascicato a fior di labbro.

(24 novembre 1916).