Il triangolo e la croce

Il «Momento» contro la «Gazzetta del Popolo». La «Gazzetta» riporta le accuse di Pirolini contro i preti, ma non riporta le rettifiche e le smentite. Il «Momento» si arrovella: la sua ira santa si converte in moneta spicciola di ingiurie. Il «Momento» non ha rettificato la sua invenzione sulla morte del brigadiere Fiorucci, dovuta a Francesco Barberis e complici. Io che non sono santo non m’incollerisco e non converto la mia santità in ingiurie. Io mi spiego che il «Momento» e la «Gazzetta» si comportino allo stesso modo verso gli avversari: calunniare e non rettificare. La croce e il triangolo sono due simboli di due mentalità opposte ma simili. Cattolici e massoni, clericali e democratici rappresentano uno stesso momento dello spirito. Iddio equivale al grande architetto: l’occhio che perseguita Caino, i massoni l’hanno imprigionato in un triangolo, forse prima che una condanna a morte eseguita colla croce, secondo l’uso romano, regalasse ai cattolici il loro simbolo. Massoni e cattolici pongono fuori del mondo, della storia, le cause della vita del mondo, del divenire storico. Per i cattolici è la Provvidenza divina, per i massoni e i democratici è l’Umanità, o altri principî astratti: la Giustizia, la Fratellanza, l’Uguaglianza. Sono religiosi, nel senso peggiore della parola, gli uni e gli altri: adorano l’assoluto extraumano. Pertanto sono dilettanti gli uni e gli altri: non comprendono la storia, hanno della morale un concetto tutto esteriore. La sostanza degli avvenimenti storici sfugge al loro senso critico. Sono retori gli uni e gli altri: il verbo è tutto, la declamazione è tutto. Pertanto sono settari e autoritari. Hanno conservato nella loggia e nella sacrestia (con annesso confessionale) anche i segni esteriori della genesi loro.

Sono dissaldati dalla vita storica, che è lavoro e produzione, che è libertà e forza palese, senza infingimenti e ipocrisie. Non comprendono la lotta, se non tra astrazioni: l’Umanità, la Giustizia contro il Militarismo e la Reazione, il Bene contro il Male, Abele contro Caino. Come tutti i dilettanti di astrazioni sono settari e ipocriti. Se trovano, degli avversari sulla loro via, cercano eliminarli con mezzi obliqui, insidiosi: come tutti gli impotenti usano le armi sleali dell’insinuazione, della voce calunniosa. E specialmente tra loro, cattolici contro massoni, clericali contro democratici, e contro tutti gli altri. La «Gazzetta» non perde un’occasione per sollevare le sottane ai preti; il «Momento» non trascura occasione per diffamare e insultare tutti. Messi sull’avviso non rettificano: tacciono, sornionamente, perché credono che il verbo possa diventare carne, e la calunnia possa trasformare la storia. Godo quando si abbaruffano tra loro, facendo, come le ballerine, risuonare le ferraglie dei loro simboli: il triangolo e la croce.

(25 dicembre 1917).