La norma dell’azione

Il prof. Achille Loria ha tenuto una conferenza sulla «situazione economica del dopoguerra». La conferenza è stata ammirata da un pubblico composto di docenti, di allievi, di signore, dell’alta magistratura quasi al completo; cosí riferiscono i cronisti che hanno assistito all’avvenimento. Crediamo: un tal pubblico non può che ammirare un tale conferenziere. Crediamo: perché non avendo assistito all’evento, ci siamo pasciuti dell’epitome compilata dall’autore stesso per la «Gazzetta di Torino». Crediamo: poiché fin dall’inizio ci ha riempito l’occhio della mente questa solare sentenza: «Come nell’imperversare delle procelle un guizzo illumina il paesaggio, cosí è nei periodi piú turbinosi della storia che rifulge piú nitida la norma dell’azione». Posando su una tale granitica base, la conseguente dimostrazione non può che aver suscitato ammirazione. Una norma d’azione che guizza qual baleno in una procella, predispone gli animi alla serenità e all’arrendevolezza, tocca i cuori e li infiamma, illumina i cervelli e ne mette in rilievo il paesaggio freniatrico.

Ci siamo esposti al guizzo del baleno per farci illuminare in quella parte del paesaggio dove i paletti recano l’inscrizione: — Disarmo — Federazione dei popoli — Arbitrato. La norma dell’azione ha premesso: cause di guerra esisteranno sempre e si dovrà pensare a prevenirle. Ma come dunque? Norma, segna l’azione! Lega delle Nazioni, no: «avrebbe la conseguenza inevitabile di assoggettare le direttive politiche di una nazione federata alla volontà di un’altra piú forte». Disarmo militare? Ohibò! Arbitrato? Ahimè, come dunque? Semplicemente questo: disarmo politico, disarmo morale, cioè spogliarsi delle aspirazioni di sopraffazione e di conquista. È chiaro? La norma non vi par buona? Notate qualche incongruenza? Già, forse la piccola incongruenza di domandare il disarmo politico e del non accettare la Lega delle Nazioni perché «assoggetterebbe le direttive politiche ecc.». Ma con un piccolo sforzo vedrete che si riuscirà; infatti è piú facile disarmarsi moralmente che materialmente, il disarmo delle volontà è piú facile dello smantellamento delle fortezze. Tutto sta nell’intendersi!

E poi il prof. Loria domanda l’instaurazione della «vera democrazia». Instaurata questa, disarmati moralmente e politicamente, vedrete che roseo avvenire si prospetterà ai nostri trepidi occhi.

(25 giugno 1918).