La questione sarda e il fascismo

Carissimo Lussu,

ti unisco il questionario annunziato. Rispondimi come ti pare piú opportuno e se ritieni ciò necessario politicamente aggiungi qualche quistione e modifica e sopprimi qualcuna di quelle suesposte.

Saluti

Antonio Gramsci

  1. La politica economica che il gruppo fascista rappresentato dall’on. Paolo Pili cerca di attuare in Sardegna quali reali successi ha avuto? È riuscito a far conquistare al fascismo e al governo il consenso almeno di una parte dei contadini e dei pastori sardi? E se non ha conquistato un consenso attivo, ha però determinato una qualsiasi forma di aspettazione passiva che oggettivamente possa essere giustificata favorevole al fascismo e al governo?
  2. Come reagiscono contro l’attività dell’on. Pili i vecchi gruppi di speculatori e di bagarini, siano essi sardi o continentali?
  3. Qual è l’atteggiamento del partito sardo di fronte a questo momento politico, dato che l’on. Pili tende a realizzare alcune rivendicazioni del programma tradizionale del sardismo?
    La politica dell’on. Pili ha provocato nelle file sardiste uno spostamento a sinistra per la ricerca di una maggiore diffusione del fascismo?
  4. La politica di compressione esercitata dal regime fascista, che ha condotto alla soppressione del regime rappresentativo nel 90 per cento dei municipi sardi, ha obbiettivamente portato a rendere piú acuto il problema regionalistico e a porre la questione della autonomia su un terreno piú radicale di rivendicazioni a tipo nazionale?
  5. Poiché l’esperienza del dopoguerra ha dimostrato l’impossibilità che il problema regionale sardo possa essere risolto dalle sole masse popolari della Sardegna, se queste masse non sono alleate a determinate forze sociali e politiche del continente italiano, a quali forze sociali e politiche il Partito sardo d’azione crede necessario allearsi?
  6. Poiché la quistione regionale sarda è legata indissolubilmente al regime borghese capitalistico che ha bisogno, per sussistere, non solo di sfruttare la classe degli operai industriali attraverso il lavoro salariato, ma anche di far pagare alle masse contadine del Mezzogiorno e delle Isole una taglia doganale e una taglia fiscale, e poiché la coalizione dei partiti democratici di sinistra e socialdemocratici non può avere nel suo programma la espropriazione della borghesia industriale e dei grandi proprietari terrieri, non sembra chiaro al Partito sardo d’azione che unico alleato continentale della popolazione lavoratrice sarda può essere il blocco rivoluzionario operaio e contadino sostenuto dall’Internazionale dei contadini?
  7. Quali sono le opinioni diffuse fra i sardisti a proposito del programma dell’Internazionale dei contadini?
    Perché il direttorio del Partito sardo d’azione non ha risposto, sia pure per via interna, al manifesto trasmesso al congresso di Macomer del 1925 dell’Internazionale dei contadini?
  8. Qual è l’opinione media dei contadini e dei pastori sardi sulla rivoluzione operaia e contadina che si è affermata vittoriosamente in Russia? Esiste una corrente popolare che giudica la Rivoluzione russa come vittoria politica dei contadini di tutto il mondo e quindi anche dei contadini sardi piú avanzati?

Da un carteggio del luglio 1926. Il titolo è del curatore.