Capitolo I

Sostitutivi penali.—Climi.—Civiltà.—Densità.—Polizia scientifica.—Fotografie.—Identificazioni.

Se vi ha una necessità nel delitto, se il delitto dipende, in gran parte, dall’organismo o dall’educazione o da circostanze esterne, se, una volta cresciuto è immedicabile, cessa, è vero, l’illusione che l’istruzione e la carcere ne siano la sola panacèa; ma ci accostiamo ben più alla realtà che ci mostra costanti sotto tutti i sistemi penitenziarî le recidive; e quel che più importa, ci si offrono dei punti di ritrovo per la nuova terapia criminale: piuttosto che curare il delitto quando è già adulto, noi dobbiamo tentare di prevenirlo, se non togliendo, che sarebbe impossibile, rintuzzando almeno nei rei d’occasione, nei giovanotti e nei criminaloidi l’influenza delle cause sopra studiate.

E a questo soccorrono quelli che il Ferri con una felice trovata battezzava Sostitutivi penali (Sociologie criminelle, Paris, 1890, pag. 240).

Il concetto dei sostitutivi penali parte dall’idea che il legislatore conoscendo e studiando le cause dei crimini, cerchi con provvedimenti preventivi di scemarne o sventarne gli effetti.

«Così nell’ordine economico, il libero scambio scemando le carestie previene molte rivolte e molti furti, la diminuzione delle tariffe doganali, e meglio la loro abolizione previene i contrabbandi: una distribuzione più equa delle imposte previene le frodi contro lo stato: la sostituzione della moneta metallica sopprime il falso nummario che resiste al massimo dei lavori forzati, perchè tutti riescono a riconoscere più facilmente il falso in una moneta che non in un biglietto. Gli stipendi più lauti ai pubblici funzionari ostacoleranno le concussioni e corruzioni. E, come notava un procuratore del re di Bergamo, la distribuzione di legna ai poveri impedisce assai più i furti campestri di molti RR. carabinieri» (Ferri, o. c.).

Così la illuminazione elettrica e le strade larghe prevengono furti, grassazioni, e stupri meglio che le guardie di pubblica sicurezza.

La limitazione dell’orario dei fanciulli e delle donne previene molti attentati al pudore.

Le case di operai a buon mercato, le casse per gli invalidi al lavoro, la responsabilità civile dell’impresario impediranno molti vagabondaggi e scioperi.

Nell’ordine politico, un governo veramente liberale, come vedemmo, previene le insurrezioni e le vendette anarchiche, come una piena libertà d’opinione e di stampa impedisce la corruzione dei governanti e le ribellioni dei governati.

Nell’ordine scientifico i medici necroscopi prevengono i venefici; come l’apparecchio di Marsh ha fatto sparire l’avvelenamento per arsenico, come i battelli a vapore fecero sparire la pirateria.

Nell’ordine legislativo, opportune leggi sul riconoscimento dei figli naturali, sulla ricerca della paternità, nel risarcimento alle promesse di matrimonio, diminuiranno i procurati aborti, infanticidi, omicidi per vendetta, come la giustizia civile a buon mercato preverrebbe reati contro l’ordine pubblico, i giurì d’onore, i duelli; i brefotrofi, gli infanticidi.

Nell’ordine religioso il matrimonio degli ecclesiastici come l’abolizione dei pellegrinaggi scemerebbero molti reati contro il buon costume.

Nell’ordine educativo, l’abolizione degli spettacoli atroci, e dei giuochi d’azzardo, sarà mezzo preventivo contro le risse, e i reati di sangue, e così le assise (Ferri, Sociologie criminelle, 1890).

Climi e razze.—Ed ora facciamo un’applicazione sistematica di questi sostitutivi penali secondo le cause esposte.

Noi non potremo impedire certo l’azione perniciosa dei climi troppo caldi, ma dobbiamo cercare di adattarvi possibilmente le leggi, così da temperarne gli effetti; p. es., regolarizzando meglio, in quelli, la prostituzione, onde scemare gli effetti degli eccessi sessuali, rendendo la giustizia punitiva più spiccia, meglio adatta a colpire le menti più facilmente impressionabili, guardandoci dall’estendere, per vezzo di pedantesca uniformità, ai paesi del sud le stesse leggi, che convengono ai climi del nord, specialmente per quanto concerne i delitti contro le persone, specie sessuali: diffondendo gli usi dei bagni, nel mare, nei fiumi, ad intere popolazioni, come s’usava colle terme nell’antica Roma, e come s’usa ancora in Calabria, sapendosi ch’essi scemano l’azione della temperatura calda.

L’egregio promotore del nuovo Codice italiano[1] lamentava come inconveniente grandissimo la disparità di trattamento giuridico che esisteva fra i cittadini delle diverse parti del Regno; ma egli che perciò s’armeggiò tanto all’unificazione del Codice penale non avvertiva che quel trattamento disforme, se non ci fosse stato nella legge sarebbe egualmente esistito in qualche cosa di ben più sostanziale: «nella opinione pubblica che interpreta a Mazara un omicidio in ben diverso modo che non ad Aosta», per usare le precise parole del Procuratore del Re Morana, e che colle Assise trova una sanzione effettiva.

Nè era nel vero quando affermava, che, l’unificazione d’Italia si sia affrettata tanto da esigere l’unificazione del Codice.—Noi abbiamo, almeno di nome, l’unità, non certo l’unificazione.[2]

Dalla statistica criminale italiana di 20 anni, se una cosa risulta sicura è che la divisione per regioni e per grandi zone che sussiste per i dialetti, per la stampa, per la fisonomia, pei costumi, per la razza, in Italia, vive ancora più evidente quanto alla criminalità. Ricordinsi le grassazioni a guisa dei clan medioevali o delle tribù arabe della Sardegna!

I matrimoni precoci e più numerosi e la più frequente e precoce prostituzione, si notano là dove il clima è più caldo, col massimo nelle Calabrie, Basilicata e Sicilia; minimo nelle regioni centrali (Umbro Etrusche). La massima mortalità ed il maggior numero dei vecchi son dati dalle provincie meridionali ed insulari, e la minima dalle settentrionali.

Nella quota di tasse di consumo[3], le quote minime sono pagate dall’Italia insulare e poi dalla meridionale, che dànno invece la quota massima nel gioco del lotto.[4]

Infine troviamo il massimo dei reati denunciati nelle regioni insulari e nell’Italia meridionale, con predominio speciale dei reati contro le persone.

Quanto ai reati contro la proprietà, il massimo spicca in Roma e Sardegna, cui subito dopo tengono dietro l’Emilia, il Veneto e la Lombardia.

Nè questa regionalità tende a scomparire. Gli studi di 30 anni fa sulla forma del cranio e sulla statura, dai quali mi risultò predominare la doligocefalia in Garfagnana, Calabria, parte della Sicilia e nella Sardegna, e la brachicefalia nel Piemonte, Veneto, Toscana e Abbruzzi, e la statura alta nel Lucchese, Veneto, ecc., furono recentemente confermati da nuovi studi del Livi (V. Studi di Antropometria militare italiana, Roma, 1896).

Una sola tendenza alla fusione delle varie regioni esiste, pur troppo…, nelle assoluzioni dei giurati, che sono in grande aumento dal periodo 1876-80 al 1881-85: ciò che aggrava il significato dell’aumento della criminalità per condanne che abbiam visto avvenire malgrado suo.

Però è notevole che nemmeno questo fa sparire il regionalismo; abbiamo sempre in entrambi i periodi il massimo di assoluzioni in Sardegna, poscia nell’Emilia un secondo massimo; e in genere, tolta l’Emilia, il minimo numero ne troviamo nell’Italia centrale: e badando alle varie categorie di reati, la Sardegna assolve, si può dire, tutti i reati, meno alcuni contro la proprietà, quelli contro l’ordine della famiglia e contro la pubblica tranquillità; la Sicilia, la Calabria e in gran parte le Puglie assolvono tutti i reati contro la sicurezza dello Stato, e in forti proporzioni quelli contro il commercio, le ribellioni ed i reati di stampa, contro i costumi e la pubblica tranquillità; il Piemonte assolve sempre i reati di stampa e in forte numero i reati contro la pubblica amministrazione e contro l’ordine della famiglia; il Veneto è benigno per tutti i reati di stampa e per quelli contro le persone.

È evidente, dopo ciò, che data la precocità sessuale di alcune regioni, non solo si deve condannare diversamente in una regione lo stupro su una dodicenne da quello che in un’altra: ma anche il limite d’età per la responsabilità deve mutarsi nelle zone nordiche ed in quelle meridionali ed insulari; ad ogni modo non si può nè si deve fissare al tavolo, ma dopo un esame pratico, che ci dimostri se la precocità sessuale non vi è seguita, anche, dalla psichica, e fino a quali limiti.

Abbiamo veduto come non è solo la statistica dell’omicidio che si centuplicava da una all’altra regione d’Italia: ma, quel ch’è più grave, la statistica delle assoluzioni ti fa vedere come lo stesso reato sia considerato in diverso modo nell’uno e nell’altro paese.

L’unità della legge in questi casi pur troppo si possede ora, ma non vale certo a scemare i reati, nè le assoluzioni; non vale che a rendere irrita e irrisoria la legge.

Se si fosse in quelle date regioni adattata la pena all’opinione pubblica, mitigandola pei reati da essa meno abborriti, certo ciò non sarebbe avvenuto; e dopo ciò vuolsi egli sperare un vantaggio quando si modificheranno le leggi per reati che non appaiono nemmeno tali davanti l’opinione dei più, come il duello, l’adulterio ecc.?

Per unificare la legge, veramente, e non sulla carta, bisognerebbe livellare i costumi, la natalità, la sessualità, anzi livellare addirittura i climi, il suolo, le coltivazioni; se no, la legge inventata resta simile a quell’ukase che ordinava ai Polacchi il mutamento di lingua. Si potrà straziarlo, tormentarlo un popolo, ma non gli si potrà far cambiare la lingua, finchè non avrà cambiato di clima, d’aria, di laringe e di nervi, d’onde sorgono necessarie le modificazioni glottologiche: e quell’ukase resta solo una prova dell’inutile barbarie dei despoti e dell’ignoranza umana.

Nè ci si obbietti che altri paesi senza essere unificati hanno leggi uniformi.—Ciò, si è verissimo: e basti citare la Corsica con costumi e reati così differenti dalla Francia: ma appunto in questi casi la legge unificata vi resta, assolutamente, grazie al giurì, lettera morta.[5]

Viceversa, ogni Cantone in Isvizzera ha un proprio Codice, eppure non se ne è mai sentito alcun inconveniente.

In Inghilterra v’ha di più: non esiste un Codice, ma c’è una serie di leggi speciali che variano nei tre grandi regni: e così in America, negli Stati Uniti, salvo New-York. E sono i paesi più liberi e, almeno nella prima il reato è in diminuzione.

Certo non intendiamo che queste misure si adottino alle suddivisioni provinciali o comunali, nè ve ne sarebbe bisogno perchè si fondono per clima e razze in grandi gruppi. Tuttavia eccezione dovrebbe farsi per paesi anche piccoli come Artena (v. s.), dove la criminalità è endemica, e dove si dovrebbero adottare misure eccezionali preventive e curative, non ultima l’emigrazione forzata delle popolazioni sospette.

E così dove fossevi per es. un numero enorme di Zingari, che sarebbe assurdo voler trattare giuridicamente come i cittadini di Parigi, di Londra e sottoporli p. es. al Giurì, ecc.

Barbarie.—Far sparire le barbarie non si può tutto ad un tratto, ma ben si può scemarne i danni, col diradar le foreste, fortezze naturali dei malfattori; coll’aprir nuove vie; col fondare città e villaggi nei siti più mal famati, come praticò, per esempio, Liutprando con successo nel 734, per estirpare il brigantaggio che infieriva nelle campagne deserte del Modenese (Muratori); col completo disarmo; con una rapida ed energica repressione, che prevenga o colpisca, così le prepotenze dei forti, e dei ricchi, come la conseguente vendetta dei deboli, grandissima causa questa dei nostri brigantaggi (v, s.); col diradare, grazie ad una buona istruzione, la superstizione ed i pregiudizi, o coll’usufruttarli, come Garibaldi e Napoleone tentarono, più volte, contro il delitto; coll’abolire certe istituzioni, che del resto si mostrano poco utili anche per le colte nazioni, come la Giurìa, la Guardia Nazionale[6], l’elezione popolare dei Giudici, e le Società tutte, quando tendano ad essere segrete, ed in ispecie le comunioni fratesche, sì facilmente inclini all’ozio ed al mal fare (p. 174); col sorvegliare e regolare le emigrazioni (v. p. 71, 75 e 161); col rompere e distruggere le associazioni dei malvagi, appena spuntate, incitando con premi le mutue denuncie, a cui sono, come vedemmo, i loro membri tanto inclinati (era uno dei metodi di Sisto V); col colpire, con abile polizia, i manutengoli, e quindi i parenti e famigliari, che noi mostrammo essere il punto di partenza, fisiologico, dei rei associati (v. s.), ed il loro appoggio continuo; coll’incoraggiare, infine, o alla peggio terrorizzare, i cittadini onesti, ma deboli, così che, posti fra le due paure dei criminali e della legge, siano costretti a preferire la seconda alla prima, al qual metodo Manhès deve d’aver distrutto 4000 briganti in poco meno di quattro mesi.

E, quando il delitto, se ben inteso non abbia indole economica, politica o religiosa e sia di pura indole etica, vi ripulluli sotto l’egida di alcune libere istituzioni, come, p. e., la inviolabilità del domicilio, l’abolizione dell’arresto preventivo, il permesso delle associazioni, la giurìa, è forza sospendere, come appunto praticano le nazioni più libere, Inghilterra, America e Portogallo, per un breve tempo, fino al raggiungimento dello scopo, queste istituzioni. Molto giustamente, dunque, l’egregio statista Cognetti[7] propose, in tali casi, piuttosto che compilare ogni volta dei progetti di legge eccezionali, che o naufragano o s’impelagano contro le giuste suscettibilità regionali, si chiedesse al Parlamento la sospensione degli articoli 26, 27 e 32 dello Statuto, per tutto lo Stato, o per alcuna parte di esso, a seconda dei casi e per un tempo preciso, coll’obbligo ai ministri di presentarsi al Parlamento, alla scadenza del termine per chiedere un bill d’indennità a favore proprio e dei pubblici funzionari e magistrati loro soggetti.

La libertà è, come l’oro, cara a tutti, perchè e finchè è fonte di gioia, ma appunto come l’oro nelle mani di Mida si fa aborrire e spregiare quando diventa una sorgente di mali: di lì le reazioni tiranniche che menano poi agli eccessi demagogici. È dunque nell’interesse della civiltà di evitare tutto quanto può rendercela meno cara.

E così dove la camorra o la maffia o il brigantaggio prendono figura politica, ivi leggi severissime dovrebbero prevenire ogni possibilità della loro influenza sul suffragio: ogni uomo politico, che venga solo sospettato di aver parte in queste associazioni, dovrebbe perdere ogni diritto politico: e i carcerati per camorra dovrebbero esser mandati in luoghi lontani, ed immuni dall’endemia criminosa e sparpagliati in modo da non essere mai più di due nella stessa camerata, possibilmente in isole. Pubblicazioni forse anche gioverebbero, che rendessero ridicole presso il popolo o sprezzate o mal famate queste associazioni. Il tribunato politico di cui parleremo, dovrebbe avere una speciale sorveglianza ed azione sull’applicazione di queste misure.

E giova abolire le grazie regie massime pei delinquenti comuni associati, difficoltandone ad ogni modo il ritorno nel paese nativo, dove hanno il loro campo naturale d’azione.

Civiltà.—I danni dei grandi accentramenti, della troppo rigogliosa civiltà, si possono prevenire coll’opporre nuove difese alle nuove armi del crimine.

Densità.—Contro l’influsso malefico dell’eccessiva densità, sarebbe p. es. bene che tutti i governi, liberatisi dalla frenesia dell’accentramento, lasciassero distribuirsi anche nei più piccoli centri tanti istituti che adesso richiamano allo città, già soverchiamente popolose, troppo folta falange di persone (Zerboglio, Alcoolismo, 1892), come Università, Accademie, laboratorii scientifici, collegi militari ed istituti educativi, e anche ricreatori, intorno a cui si potrebbero raggruppare molte industrie, commerci, ecc., che impedirebbero alle capitali di ipertrofizzarsi come fanno adesso esageratamente.

È in America del Nord che gli eccessi degli accentramenti si vanno ora modificando col render più ridenti, più desiderabili i centri rurali diffondendovi passeggiate, club, luci, teatri e biblioteche che vi attirano i ricchi e rendono più felici i non agiati, onde meno sentono il bisogno di agglomerarsi nelle capitali.

Certo questi agglomeri non possono sciogliersi d’un tratto, ma possono depurarsi di ogni fermento criminoso e possono scemarsi per es. col favorire l’emigrazione dei lavoratori disoccupati dando loro anche trasporti gratis.

Quando poi la densità sia in esagerata isproporzione coll’alimentazione la diffusione dei metodi e liquidi Malthusiani è il solo preventivo possibile.

Or ora l’inglese Hill (Criminal capitalist, 1872) propone, egli, il concittadino del paese più scrupoloso delle libertà personali, di spiare, sorvegliare, ed al caso sopprimere, nelle grandi città, quelle case che servono di ricetto ai delinquenti abituali, i quali, così, oltre al non potersi associare, stenterebbero a vivere anche isolati. E propone pure di colpire con gravi pene il così detto capitalista del delitto, o manutengolo quasi sempre impunito, il quale, essendo della buona società, ha o dovrebbe avere più terrore della legge.

Per tentar poi d’impedire che dove è utile economicamente (Australia e Stati Uniti), l’emigrazione non vi aumenti, però, i reati, giova selezionarla, come ora si fa negli Stati Uniti, non accettando che emigranti validi, onesti, dotati di qualche peculio, e di uu’abilità manuale incontrastata.

Con simili selezioni fatte mediante persecuzioni giudiziarie negli ultimi anni la Francia depurava la sua immigrazione—e ne ebbe un decremento nel crimine (Joly, o. c.).

La polizia scientifica. Elettricità. Fotografia. Identificazione.—Noi abbiamo fatto finora la polizia così come si faceva la guerra, nei tempi eroici, tutta a casaccio, ad empirismo, dove il merito individuale di alcuni pochi in astuzia ed in forza muscolare, decideva solo della vittoria.

Abbiamo dei questori che sono assai abili, come l’erano Ulisse ed Achille; non ne abbiamo nessuno, però, che, non dico come Moltke, ma nemmeno come un ufficiale qualunque di stato maggiore si serva per le sue indagini delle risorse scientifiche offerte dagli studi di statistica, di antropologia criminale, che moltiplichi, insomma il proprio ingegno, colle forze enormi, e, quel che è più, esattamente governabili, dalla scienza.

Il telegrafo, in ispecie se applicato ai vagoni delle ferrovie, le ferrovie stesse, ecco nuovi mezzi atti a neutralizzare i nuovi stromenti del male introdotti dalla civiltà e così la fotografia dei carcerati, distribuita alfabeticamente e con annessa la loro biografia.[8]

In America le società di sicurezza contro il delitto introdussero il telegrafo d’allarme che, per mezzo d’un registro posto a capo del vostro letto, segnala l’ingresso del malvenuto, e con un altro movimento di chiave vi mette in comunicazione con un ufficio telegrafico, che immediatamente manda il soccorso.

Un’altra applicazione dell’elettricità è stata introdotta nel servizio di polizia di New York. Di notte, ogni policeman deve custodire un certo spazio (beat o battuta) assegnato. Lungo questo spazio è una specie di colonna di ferro vuota, che oltre una cassetta di medicinali contiene una macchinetta telegrafica, sistema Morse, con cui il policeman senza muoversi dal posto, può comunicare con tutto il dipartimento di polizia della città, e riceverne l’aiuto senza perdita di tempo. Se, per esempio, parecchi ladri sono entrati in una casa e vi stanno facendo bottino, e non è prudente per il policeman affrontarli, egli ne dà avviso al soprintendente, il quale subito avverte tutti i policeman del vicinato di accorrere al luogo necessario. Ma come fa il soprintendente o altro superiore a mettersi in comunicazione, dal suo ufficio, con policeman che spesso sono lontani parecchie miglia? Alcune colonne sono provvedute di campanelle le quali, toccate telegraficamente dal soprintendente, si mettono a suonare e non ismettono finchè il policeman a cui la colonna appartiene non corre a fermarle, e nello stesso tempo, a ricevere gli ordini del suo superiore.

Guillar saviamente propone l’associazione di tutte le nazioni per l’arresto del reo—rendendo comuni i trattati di estradizione: organizzando una specie di polizia internazionale che ne comunicasse le fotografie e segnalasse quelli che commettono all’estero i delitti—o che allo spirar della pena emigrassero nel paese vicino, o quelli che vi furono trasportati, in genere difficoltandone l’emigrazione, salvo i casi rari che abbiano imparato ad esercitare un lucroso mestiere.—Vi dovrebbe essere un casellario internazionale giudiziario, un ufficio d’indicazione generale (Rev. de Disc. Carcer. Bullet. Internation., 1876).

In Austria e in Inghilterra si sono introdotte quelle compagnie di Detective, di Vertraute, che sono dei veri bersaglieri del crimine. Alcuni, isolati, nascondono la loro missione sotto nomi e professioni diverse, altri divisi in piccoli gruppi, ignoti gli uni agli altri, tutti ricompensati lautamente, a seconda dell’importanza dell’arresto, fanno una vera caccia al delinquente e spesso lo colgono in flagrante, servendosi delle ferrovie, del telegrafo, dello studio minuto, fatto nelle carceri, delle fisionomie[9] e soprattutto del non mutabile sguardo dei malfattori e delle raccolte fotografiche cui accennammo.

Metodi d’identificazione.—Un buon questore si giova, per porre le mani sull’ignoto autore di qualche reato, della sua memoria anche, mettiamo, del grossolano casellario che da pochi anni si è istituito, e della fotografia. Ma in un regno così vasto come quello d’Italia con comunicazioni così rapide, migliaia e migliaia di individui sono sottratti alle sue osservazioni; e la memoria più felice non potrebbe approdare a gran che.

Il nostro delinquente con tutta facilità riesce a sottrarsi alle ricerche della polizia mutando le proprie generalità ed in caso d’arresto, se recidivo, riesce facilmente ad ingannare l’autorità sui proprii precedenti assumendo le generalità di qualche altra persona magari onesta.

Da ciò si vede la necessità di una scientifica identificazione degli imputati.

Tra tutti i sistemi escogitati per questa quello di Bertillon è il più geniale, e fu preceduto da molti anni dal nostro Bonomi e superato ora dal nostro Anfosso.[10]

Nella Prefettura della Polizia di Parigi cui egli era addetto si trovavano conservate migliaia di fotografie di delinquenti, che si mostrarono utilizzabili facilmente finchè il numero n’era minimo, non più però quando queste troppo aumentarono. Bertillon propose allora di classificarle secondo le misure di alcune parti del corpo che si possono ritenere come invariabili. E sono: la statura, la lunghezza e la larghezza massima della testa, la lunghezza del dito medio sinistro, la lunghezza massima del piede sinistro, l’apertura delle braccia e la lunghezza dell’avambraccio sinistro.

Supponendo che tutte queste misure vengano divise in parecchie serie è evidente che il confronto si dovrà fare solo più colle fotografie di una serie, estendendo, tutto al più, le ricerche alle due serie confinanti, poichè l’errore di misurazione è ristretto in confini ben limitati.

Il suo sistema posa sul dato che il corpo umano raggiunto il suo sviluppo si mantiene pressochè invariabile e che non si possano trovare due uomini perfettamente identici: con questi dati dal 1883 sino al 1890 le identificazioni ottenute da lui raggiunsero il numero di 3017.

Questo fu il primo stadio del Bertillonage.

Dopo un certo tempo si constatò che le misure potevano bastare esse sole, senza d’uopo della fotografia ad identificare i prevenuti.

Fin qui l’identificazione aveva carattere essenzialmente giudiziario, serviva cioè a garantire ai magistrati l’identità ed i precedenti dell’individuo inquisito.

A questo punto sopravviene un altro stadio in cui la identificazione serve non solo alla magistratura, ma anche alla polizia. Si tratta cioè di aver sottomano tutti i dati per poter riconoscere chi allo stato di libertà si cela sotto finto nome. E questo il Bertillon lo ottiene colle fotografie parlanti, accompagnate da una descrizione minuziosa dell’individuo, dai suoi contrassegni personali.

Anfosso andò più in là, ideò un apparecchio (o. c.), detto da me Tachi antropometro, col quale in pochi minuti si possono ottenere non solo tutte queste misure, ma molte altre e dal primo venuto (Vedi fig. 1), salvo però l’inconveniente comune a tutte le misure, di prestarsi cioè ad errori, se la misurazione non sia fatta con diligenza.

PT 2 FIG1Fig. 1.

Quegl’inconvenienti ora però furono ovviati aggiungendo un sistema di identificazione craniografica (vedi fig. 2) consistente in due regoli metallici portanti una listarella di piombo. Questa viene appoggiata sul capo lungo la curva antero-posteriore, a partire dalla base del naso fino al punto inferiore della nuca, ed è sostenuta dai due regoli che, essendo mobili su un perno, la trasportano sovra un piano verticale sul quale poggia un foglio di carta preparata al picrato di potassa. Allorquando la listarella tocca la carta stessa, interviene il passaggio di una corrente elettrica, la quale, decomponendovi la soluzione nei punti di contatto, determina una linea colorata che riproduce le curve della listarella e conseguentemente quelle del capo, potendosi la stessa operazione ripetere per la norma orizzontale e per la trasversale. Intagliando poi la carta lungo la linea segnatavi si ottiene un diagramma che combacia perfettamente colle curve craniche: notisi che questa linea scompare dopo cinque minuti; cosicchè chi fa l’operazione è costretto a proceder subito all’intaglio, il che garantisce che verificherà subito sulla persona se il rilievo e se l’intaglio siano stati eseguiti fedelmente.

PT2 FIG 2Fig. 2.

Questo sistema ha il vantaggio incontestabile su quello del Bertillon che il rilievo richiede molta minor intelligenza e meno attenzione della misura, l’errore di qualche millimetro in questa potendo spostare in modo pericoloso la classifica dell’individuo studiato, mentre lo stesso errore nel rilievo cranico non ha importanza.

Più: l’operazione essendo puramente meccanica si diminuiscono i coefficienti d’errore, e mentre colle misure millimetriche l’unico modo di verificare l’esattezza sta nel ripeterle, nel rilievo cranico la sovrapposizione diretta del diagramma sul capo del soggetto garantisce la precisione.

Nè bisogna dimenticare che nelle misurazioni si ricorre a pochi punti di differenziazione tra individuo ed individuo, mentre nel nuovo sistema questi punti sono numerosissimi. E si ha il vantaggio di giovare non solo alla identificazione giudiziaria, ma anche nello stesso tempo a quella della polizia.

Se sovra un passaporto indichiamo, infatti, la statura, i diametri cranici, l’apertura delle braccia, ecc. di un individuo, è ovvio che quando costui vuole provare la sua identità deve sottoporsi ad una nuova misurazione. Questa non può farsi che in determinati locali, poichè non è supponibile che gli agenti portino seco gl’istrumenti per misurare gl’individui. Invece il craniogramma può essere unito al documento personale, portarne lo stesso numero ed allora il cittadino porta seco una vera carta personale che—meglio della fotografia—ne garantisce la identità.

Stampa.—E così la polizia dovrebbe giovarsi sistematicamente della stampa.

La stampa è tanto uno stromento di civiltà quanto di criminalità; ma noi non possiamo sopprimerla, nè, senza lesione alla vera libertà, reprimerla: meglio giova usufruttuarla alla difesa sociale.

In Isvizzera l’Autorità governativa ha una specie di manuale colle figure e biografie dei criminali svizzeri più conosciuti.

Or ora in Germania si iniziava la pratica di inserire nella 4ª pagina dei giornali più popolari le segnalazioni, le taglie e fino le fotografie dei delinquenti, di cui più preme l’arresto.

A Magonza (Germania) si pubblica un giornale in tre lingue: francese, tedesco e inglese, Internationale Criminal Polizeiblatt. Moniteur International de Police Criminelle. International Criminal Police Times, che esce settimanalmente ed è redatto dal consigliere di polizia, il Polizeirath, e stampato a cura dell’Ufficio di polizia, Polizeiarahos-Vorstand in Mainz, coi ritratti e le indicazioni dei delinquenti ricercati; che al Cairo in Egitto si pubblica un giornale settimanale in arabo: Vagái’u ‘bubúlìs ossia Avvenimenti di polizia diretto dall’Ufficio pubblico di polizia, che esce ogni mercoledì, coi ritratti e le indicazioni degli omicidi e falsari arrestati, coi loro reati e la loro descrizione minuta.

Ed ecco come la stampa, ed in ispecie quella della 4ª pagina, che fin’ora era tanto spesso fonte a ricatti, truffe, calunnie, diventa un amminicolo per la difesa sociale.

Nuovi indizii. Pletismografia ecc.—Ma vi ha ben altro. Noi abbiamo abolito, nelle indagini indiziali, la tortura; ed è una vera nostra gloria; ma a questo mezzo brutale di indagini, che spesso poteva fare la luce, ma più spesso fuorviarci, nulla abbiamo saputo sostituire, e questo è male.

Ora la cognizione delle anomalie craniche e fisionomiche, dell’assimetrie, sclerosi, stenocrotafie ecc., biologiche (anestesia, analgesia, mancinismo, campimetria anomala), e psicologiche, crudeltà, vanità del delitto, imprevidenza, possono riempire questa lacuna: e così parecchi altri dati, p. es. dei tatuaggi osceni, vendicativi. Già Despine proponeva il sequestro dei delinquenti abituali, quando in libertà siansi vantati di commettere un delitto; sapendosi che in tali casi troppo bene mantengono la data parola. Io ho osservato ora, per es., dopo più di 11.000 esami, che i tatuaggi coloriti a miniatura sono speciali ai criminali francesi, o ai nostri che dimorarono nelle carceri, o nelle navi di Francia.

Noi abbiamo veduto nel primo volume come il pletismografo di Mosso, può senza alcuna alterazione della salute, senza dolore entrare nei penetrali dell’animo del criminale con un esattezza matematica.

Non è molto che io ne potei farne un’applicazione curiosa in un processo assai complicato. Si trattava di un famoso malfattore il quale da relazioni della questura, si riteneva autore di un borseggio di forte somma sopra tal Dell’Ac…, mentre erano ambidue in un vagone di 1ª classe, e ciò col così detto metodo del manicotto—false mani che si tengono sollevate e si mettono in mostra, mentre le vere praticano il furto.

Il sospettato era certo un uomo abile nei reati di questo genere; gli si eran trovati nel domicilio 7 passaporti con nomi diversi, fra cui quelli di un tal Red…—Ma una volta messo in carcere, egli si diede per pazzo, rifiutò ostinatamente di farsi fotografare, si mostrò agitato ogni volta che il giudice voleva interrogarlo, e poi cominciò a pretendersi avvelenato, rifiutare i cibi, a veder per tutto nemici.

Richiesto di una perizia in proposito dal giudice istruttore grazie alla nessuna reazione al pletismografo, quando io gli presentavo dei veri veleni, potei dimostrare la insussistenza, e la simulazione della pazzia, ma vedendo che mancava ogni oscillazione segnalatrice, anche quando gli parlava di quel famoso borseggio, mentre vi era una enorme discesa al pletismografo quando si intratteneva del furto Red… potei dire al giudice, essere quello sciagurato, con grande probabilità innocente del furto, di cui incolpavalo il questore, e reo di un furto che prima era ignorato e sulle cui traccie era stato messo sopratutto dal pletismografo, il che poi venne confermato da nuova indagine giudiziaria.


  1. Zanardelli, Progetto del Nuovo Codice Penale. Roma, 1888.
  2. Troppo presto di C. Lombroso, 1889.—Appunti al Nuovo Codice Penale, 1889.
  3. Vedi le bellissime tavole dell'Annuario del Ministero delle Finanze, 1887.
  4. Vedi le bellissime tavole dell'Annuario del Ministero delle Finanze, 1887.
  5. Bournet, Criminalité en Corse, 1887 (Archivio di Psichiatria, VIII, 6).
  6. Chi fu nella triste impresa contro il brigantaggio del Sud, sa che molti dei capitani della G. N. erano manutengoli dei briganti—e molti dei depositi d'armi della guardia nazionale dei piccoli paesi erano i loro arsenali. Nel maggio 1861 si scioglieva la guardia nazionale di Carbona, perchè fece, d'accordo coi briganti, fuoco sulla truppa, e quella di Castelcicala, perchè i suoi membri eran d'accordo coi briganti.
  7. La pubblica sicurezza a Mantova, 1871.
  8. Tutti questi ritratti sono divisi in dieci categorie; un indice esattissimo rende conto con brevi cenni delle gesta d'ogni individuo. Una seconda fotografia d'ogni personaggio dell'Album è aggiunta all'incartamento che lo riguarda. Le categorie sono le seguenti: 1º Assassini, briganti e incendiari; 2º I ladri che ricorrono alle violenze; 3º I borsaiuoli; 4º I cavalieri d'industria; 5º I cosidetti accalappiatori dei provinciali alla capitale (Bauernfänger); 6º I falsi monetari; 7º I peccatori contro i buoni costumi; 8º Le prostitute che mantengono relazioni con gente compromessa colla giustizia o che per delitti propri espiarono una pena; 9º Le persone ricercate dalla polizia di altre città del regno e di cui alla polizia della capitale venne spedito il ritratto per le opportune indagini; e finalmente sotto la 10ª categoria le persone forestiere ricercate dalla polizia di Stati stranieri.
  9. In Vienna 150 Vertraute in 9 mesi del 1872 arrestarono 4958 delinquenti, fra cui 1426 ladri e 472 truffatori (Haybenz, Wiener Verbrechen, nella Deut. Rundschau, 1875).
  10. G. Bonomi, Project of an instrument for the identification of person., 1892.—Compagnone, Il Casellario giudiziario, 1888.—Cosenza, Relazione sul Casellario, 1895, Milano.—Anfosso, Il Casellario giudiziario, 1896, Torino.—A. Bertillon, Identification anthropométrique. Instruction signalétiques. Nouvelle édition, Melun, 1893.—Id., La photographie judiciaire ecc., 1890.—Lombroso, Les applications de l'Anthrop. Criminelle, 1892, Paris, Alcan.