Capitolo I

Meteore e Clima.—Stagioni.—Mesi.—Caldi eccessivi.

Non vi è delitto che non abbia radice in molteplici cause: che se queste molte volte s’intrecciano e si fondono l’una coll’altra, ciò non ci impedisce dal considerarle, obbedendo ad una necessità scolastica o di linguaggio, una per una, come si pratica per tutti i fenomeni umani, a cui quasi mai si può assegnare una causa sola, scevra di concomitanze. Nessuno dubita, ormai, che il colèra, il tifo, la tubercolosi s’originino da cause specifiche; ma pure, chi può negare che, oltre queste, vi influiscano tante circostanze—meteoriche, igieniche, individuali, psichiche, da lasciare, sulle prime, nel dubbio della influenza specifica anche i più provetti osservatori?

1. Temperature eccessive.—Importantissime fra le cause determinanti d’ogni atto biologico sono le meteoriche: precipua fra queste è l’azione del calore: così la Drosera Rotundifolia, esposta all’acqua a 43°,3″ s’incurva e si fa più sensibile all’azione delle sostanze azotate (Darwin, Piante insettivore): ma a grande temperatura a 54°,4′ non presenta più alcuna flessione, i suoi tentacoli temporariamente si paralizzano; lasciati, poi, nell’acqua fredda si ritendono.

La statistica e la fisiologia dimostrarono che una grande parte delle funzioni nostre è influenzata dal calore[1].

Quindi si capisce quanto influisca il calore eccessivo sulla psiche umana.

La storia non segnala alcun esempio d’una regione tropicale, in cui il popolo siasi sottratto alla servitù; nessun esempio, in cui il caldo eccessivo non abbia dato luogo ad un’abbondanza di nutrimento, e l’abbondanza della nutrizione ad una distribuzione ineguale in principio della ricchezza, e in seguito del potere politico e sociale.

Fra le nazioni soggette a queste condizioni il popolo non conta nulla, non ha controllo nè voce nel governo del paese.—Se vi ebbero rivoluzioni nel governo, tutte furono di palazzo, giammai di popolo che non vi annetteva alcuna importanza (Buckle, op. cit., I, 195-196).

Il Buckle fra le altre ne trova una ragione sulla minore resistenza che acquista l’uomo alla lotta avendo minor bisogno di combustibile, di vestiario e di cibo; da questa maggiore facilità l’uomo è tratto all’inerzia, alla Tapas, al Keff, allo Joga, agli ascetismi della Tebaide. L’inerzia, resa necessaria dal caldo eccessivo, ed ispirata dal sentimento abituale di debolezza, rende l’economia più soggetta alle spasmodie, favorisce le tendenze alla pigra contemplazione, all’esagerata ammirazione, e quindi al fanatismo religioso e dispotico; di qui lo esagerato libertinaggio che si alterna coll’eccessiva superstizione, come l’assolutismo più duro colla sfrenata anarchia.

Nei paesi freddi la resistenza alla vita sarebbe maggiore, per la maggior difficoltà dell’alimento, del vestiario e del riscaldamento, ma appunto per questo vi è minore l’idealità e l’instabilità; il freddo eccessivo rende l’immaginazione assai più lenta e meno irritabili e meno mutevoli gli animi; d’altronde dovendo l’uomo supplire con molto combustibile ed enormi dosi d’alimento carbonioso al difetto di calore, consuma forze che vanno a detrimento della vitalità individuale e sociale.

Da ciò, e dall’azione diretta depressiva sui centri nervosi, si originano la maggior calma e dolcezza degli animi. Il dottor Rink ci dipinge certo tribù degli Esquimesi così pacifiche e calme, da mancare perfino delle parole corrispondenti all’idea di rissa o di litigio: la più grande reazione alle offese è in esse il silenzio (R. Britanniq., 1876); e Larrey vide, sotto i geli di Russia, diventare deboli e perfino vigliacchi, quei soldati, che prima nè pericoli, nè ferite, nè fame avevano fiaccato mai.

Il Bove narra che nei Tschiucki, a -40°, non si notavano mai liti, nè violenze, nè delitti; essi sedevano apatici e amorosi fra loro.

L’ardito viaggiatore polare Preyer notò come a -40° la sua volontà fosse paralizzata, i sensi ottusi, la parola inceppata (Petermann, Mitth., 1876).

Ed eccoci spiegato perchè non solo la semibarbara e dispotica Russia, ma anche le liberalissime terre Scandinave siano state, almeno anni fa, sì poco rivoluzionarie e ambedue quasi allo stesso livello (V. mio Delitto politico e le rivoluzioni, parte I).

2. Azione termica moderata.—L’azione termica che, viceversa, spinge più alle ribellioni ed ai delitti è il calore relativamente moderato. Ciò ci viene riconfermato dalle osservazioni sulla psicologia dei popoli meridionali che ci dimostrano tendenze all’instabilità, alla prevalenza dell’individuo sugli enti sociali, sul comune e lo stato, sia perchè il calore stesso eccita i centri nervosi a guisa degli alcoolici, senza giungere mai al grado di provocarvi l’inerzia, sia perchè, senza annichilarli completamente, ne scema i bisogni aumentando la produzione agricola, e diminuendo le esigenze di cibo, di vestiario e di alcoolici: nel gergo Parmigiano il sole è detto il Padre dei mal vestiti.

Daudet, il quale ha fatto tutto un romanzo (Numa Roumestan) per dipingere l’influenza grande dei nostri climi meridionali sulle tendenze morali, scrive: «Il meridionale non ama i liquori: si sente ebbro dalla nascita: il sole, il vento gli distillano un terribile alcool naturale, di cui tutti quelli che nascono laggiù sentono gli effetti… Gli uni han solo quel caloruccio che scioglie la lingua ed i gesti, raddoppia l’audacia, fa vedere azzurro per tutto: fa dire delle menzogne: altri giungono al delirio cieco…. E qual è il meridionale che non abbia sentito le momentanee prostrazioni degli attossicati, quell’abbattimento di tutto l’essere, che succede alla collera, agli entusiasmi?»

A proposito delle regioni meridionali d’Italia, Rocco De Zerbi dettava:

«La debolezza dell’Italia è alle ginocchia, è alle gambe, ai piedi; il male, il male vero profondo, è qui. A Milano due partiti si accapigliano, si graffiano, si dilaniano, perchè ciascun d’essi ha una fede; qui si fa lo stesso, ma senza fede. La fede fra noi è sostituita dalla speranza, speranza di pagar meno, negli onesti; di guadagnar più, nei meno onesti o nei bisognosi….—

«In tutte le rivoluzioni di Palermo, scrive Tommasi-Crudeli, una parte rilevante è stata rappresentata dalla gente manesca e facinorosa, spintavi dall’odio dei dominanti, ma più ancora dai suoi istinti anarchici, e dall’idea che libertà significasse cessazione dell’impero della legge.

«Nè il loro concorso era rifiutato dagli onesti, tanto più che l’entusiasmo generale conteneva i più pravi istinti di quella gente ed eccitava i più nobili, che, in uomini d’una razza così fiera come la siciliana, non periscono mai. Ma poi la bestia si mostrava. Aprivano le prigioni, e coi carcerati si ingrossavano le squadre, si imponevano al governo, facendo più o meno prevalere una bestiale anarchia, di cui approfittava il Borbone, come avvenne nel 1820, nel 1849».[2]

E Turiello nel suo bel libro (Governo e Governati, Bologna, Zanichelli, 1881-82) nota, fra le cause della maggiore criminalità nei paesi meridionali, la poca precisione dei concetti causata forse dalla troppa rapidità con cui essi svolgonsi nei paesi caldi.

«Il napoletano dice: Ho colpito vicino al muro per dire al muro; io voglio a te per dire voglio te; e trascurano i piccoli valori; e nella pittura stessa, anche nella pittura prevale il colorito al disegno, e da questo al non tener conto di un piccolo furto, a mancare man mano alla fede, al dovere, di cui i limiti si fanno elastici è un piccolo passo.

«Il Sud ha più pronte oscillazioni delle passioni del Nord, commette più crimini, per amore, timore, per impeto, e quindi contro le persone, mentre nel Nord più per proposito deliberato; il difetto di freni porta danni più pronti al Sud (brigantaggio), più durevoli al Nord (sètte).

«Un altro carattere dell’uomo meridionale è l’individualità, per cui rifuggono da formar corpo, per cui ogni società tende a disorganizzarsi, il che dipende dal maggior valore individuale, ma che finisce ad una maggior debolezza; il monello accusa il compagno al cocchiere, i piccoli possidenti si segnalano fra loro ai briganti invece di coalizzarsi contro a loro; io osservai che le società scientifiche in Italia non si formano che fra mediocri, e per mutuo incensamento; mai vi si riuniscono due belle notabilità, tanto l’una sdegna l’altra».

Neri Tanfuci (Napoli a colpo d’occhio) dà fra i caratteri del popolo meridionale la instabilità.

«Ci sembrano ingenue creature, quando all’improvviso ti paiono bricconi matricolati; così sono laboriosi ed oziosi, sobrii ed intemperanti; insomma la loro indole, ben inteso nella plebe, è anguilliforme, scivola senza che si possa fissare.

«Il clima favorisce la perdita del pudore.

«Essi sono prolifici, il pensiero dell’avvenire dei figli non li spaventa.

«Il lazzarone rubacchia all’occasione, non però se vi incorre pericolo: millantatore, racconta dieci e compie uno. Attaccando lite gestisce e grida per far paura alla paura che ha, cerca evitare i fatti; però una volta venuto alle mani si fa feroce.

«Geloso, sfregia la donna di cui dubita: ed essa se ne tiene; indipendente, non può sopportare ospedali, ricoveri.

«Quando hanno da lavorare, lavorano però ottimamente. Sentono forti gli affetti di famiglia. Si contentano di poco, non s’ubbriacano.

«Scaltri, bugiardi e timidi, la loro esistenza è una serie di piccole frodi ed inganni e di accatto. Per aver un soldo di elemosina son capaci di leccarvi la scarpa, senza sentirsene umiliati.

«La loro scienza è la superstizione: passa un gobbo, un cieco, c’è uno scongiuro speciale. Le loro idee stanno nel circolo di Dio, di diavolo, streghe, iettatura, S.ma Trinità, onore, coltello, furto, ornamenti, e… camorra. La plebaglia ha paura di questa, ma la rispetta, perchè da questi prepotenti sa di esser difesa contro altri prepotenti; è l’unica autorità dalla quale possa sperare qualche cosa che somigli alla giustizia…».

3. Reati e stagioni.—Dopo ciò facile è capire come il calore influisca in molti reati. Dalla statistica del Guerry appare che in Inghilterra ed in Francia i delitti di stupro e di assassinio prevalgono nei mesi caldi: e altrettanto notò il Curcio fra noi.

Inghilterra
(1834-56)
Francia
(1829-60)
Italia
(1869)
Sopra 100 stupri in Gennaio 5,25 5,29 26 in tutto
» Febbraio 7,39 5,67 22 »
» Marzo 7,75 6,39 16 »
» Aprile 9,21 8,98 28 »
» Maggio 9,24 10,91 29 »
» Giugno 10,72 12,88 29 »
» Luglio 10,46 12,95 37 »
» Agosto 10,52 11,52 35 »
» Settembre 10,29 8,77 29 »
» Ottobre 8,18 6,71 14 »
» Novembre 5,91 5,16 12 »
» Dicembre 3,08 4,97 15 »

Secondo il Guerry, in Inghilterra, e Curcio fra noi il massimo degli assassinii si nota nei mesi più caldi; ammontarono:

In Inghilterra In Italia
i rei contro le persone (1869)
in Luglio 1043 307
» Giugno 1071 301
» Agosto 928 343
» Maggio 842 288
» Febbraio 701 254
» Marzo 681 273
» Dicembre 651 236
» Gennaio 605 237

Anche l’avvelenamento, secondo il Guerry, predomina in maggio.

Lo stesso fenomeno si nota nelle ribellioni: studiando come feci nel Delitto politico le 836 ribellioni avvenute nel mondo dal 1791 al 1880, trovai che riguardo all’Asia e Africa il maggior numero ne avvenne nel luglio (13 sopra 53).—Anche per l’Europa e per l’America il predominio delle ribellioni nei mesi caldi non potrebbe essere più spiccato. In Europa il massimo numero è dato dal luglio, e in America dal gennaio, che sono rispettivamente i due mesi più caldi (come ci mostra per quest’ultima l’Atlante), il minimo numero è dato da novembre e dicembre in Europa, da maggio e giugno in America: mesi che di fronte alle rispettive temperature sono corrispondenti (Vedi Atlante).

Che se dal complesso dell’Europa passiamo alle singole nazioni, noi troviamo ancora il maggior numero di rivoluzioni nei mesi caldi. Predomina il luglio in Italia, Spagna, Portogallo Francia; l’agosto in Germania, Turchia, Inghilterra e Scozia, e nella Grecia insieme al marzo; il marzo in Irlanda e nella Svezia, Norvegia, Danimarca; il gennaio nella Svizzera; il settembre nel Belgio e Paesi Bassi; l’aprile in Russia e Polonia, e col maggio nella Bosnia, Erzegovina, Serbia, Bulgaria. Per cui l’influenza dei mesi caldi sembra maggiore nei paesi del Sud (Vedi Atlante).

4. Stagioni.—Raggruppando i dati sulle ribellioni di 100 anni in Europa troviamo per stagioni:

Primavera Estate Autunno Inverno
Spagna 23 38 18 20
Italia 27 29 14 18
Portogallo 7 12 4 6
Turchia d’Europa 9 11 5 3
Grecia 6 7 3 3
Francia 16 20 15 10
Belgio e Paesi Bassi 7 8 6 2
Svizzera 6 5 3 10
Bosnia, Erz., Serbia e Bulg. 7 3 1 4
Irlanda 6 3 3 3
Inghilterra e Scozia 5 9 5 4
Germania 7 11 4 3
Austria-Ungheria 3 6 7 2
Svezia, Norv., & Danimarca 4 4 2 2
Polonia 6 1 2 1
Russia d’Europa 3 0 2 1

Per lo che in 9 nazioni, fra cui tutte quelle del Sud, il predominio [8]è nell’estate; in 4, e fra esse le più nordiche, è in primavera; per una si notò in autunno (Austria-Ungheria) e per una in inverno (Svizzera). Salvo due eccezioni, la primavera ha sempre più rivoluzioni che l’autunno; troviamo, poi, che 5 volte, e principalmente nei paesi più caldi, l’inverno ha più rivoluzioni che l’autunno, 8 volte ne ha meno, 3 volte un numero uguale.

E volendo contarvi l’America specie del Sud, ritenendo che ivi il gennaio per l’America corrisponda al nostro luglio, il febbraio all’agosto (v. s.), ecc., abbiamo:

America Europa
Primavera 76 142
Estate 92 167
Autunno 54 94
Inverno 61 92

Donde si vede che l’estate tiene il primo posto per entrambi gli emisferi; la primavera poi supera sempre l’autunno e l’inverno, come nei delitti, forse per i primi caldi, ma anche per le minori provviste; mentre l’autunno e l’inverno hanno un numero di rivoluzioni poco differenti fra loro; cioè per l’America l’inverno dà 7 rivoluzioni più che l’autunno, per l’Europa 2 di meno.

Quanto agli altri delitti, con evidente predominio dell’estate e della primavera, secondo Guerry abbiamo:

In Inghilterra In Francia
delitti contro le persone
nell’inverno 17,72 15,93
in primavera 26,20 26,00
» estate 31,70 37,31
» autunno 24,38 20,60

Benoiston de Chateneuf segnalò la maggior frequenza dei duelli nell’armata in estate (Corre, Crimes et Suicides, 1891, pag. 626).—Ho dimostrato la stessa influenza pelle produzioni geniali (Uomo di genio, parte I).

5. Anni caldi.—Ferri nel suo Das Verbrechen in seiner Abhängigkeit von dem järhlichen Temperaturwechsel, 1882 mostrò come dallo studio sulle statistiche criminali francesi dal 1825 al 1878 si possa concludere non solo pei mesi, ma per gli anni più o meno freddi, un parallelismo quasi completo colla criminalità.

L’influenza della temperatura si mostra spiccata e continua dal 1825 al 1848, ed è spesso anche maggiore di quella esercitata dalla produzione agricola.

Dal 1848 in poi, salvo le perturbazioni più gravi, agricole e politiche, ritorna di tempo in tempo la coincidenza fra la temperatura e la criminalità, sebbene in modo meno evidente e sensibile, specie per gli omicidi e assassini, come negli anni 1826, 1829, 1831-82, 1833, 1837, 1842-43, 1844-45, 1846, 1858, 1865, 1867-68—che per gli stupri e attentati al pudore, i quali seguono invece assai più esattamente le variazioni termometriche annuali.—Così:

gli omicidi da 470 nel 1830 salirono nel 1832 a 520 e la temp. da 31° a 35°
e da 435 » 1848 » 1850 a 560 » 31° a 33°
gli stupri da 380 » 1848 » 1852 a 640 » 31° a 35°
e da 550 » 1871 » 1874 a 850 » 31°,5 a 38°,5

Pei delitti contro le proprietà abbiamo un predominio notevole nell’inverno, per es., furto e falso in gennaio, e poca differenza nelle altre stagioni. Qui l’influenza della meteora è affatto diversa: aumenta i bisogni, e diminuisce i mezzi di soddisfarli.

6. Calendario criminale.—Lacassagne e Chaussinaud[3], e Maury completarono questa dimostrazione costruendo colla statistica dei singoli delitti, dei veri calendarî criminali a quella guisa con cui i botanici ci diedero i calendarî di flora.

L’infanticidio occupa il primo posto fra i delitti contro le persone nel gennaio, febbraio, marzo e aprile (647, 750, 783, 662), il che corrisponde ed ai maggiori concepimenti dei mesi primaverili, i quali scemano in maggio, e sopratutto in giugno e luglio, riaumentano nel novembre e dicembre (carnevale) ed al maggior numero di nascite illegittime (1100, 1131, 1095, 1134), e press’a poco agli aborti.

Gli omicidi hanno un massimo, come le ferite, nel luglio (716), Invece i parricidi l’hanno nel gennaio e nell’ottobre.

La temperatura si mostra nel suo massimo d’azione nello stupro sui fanciulli, che ha il suo massimo nei mesi di giugno, poi di maggio, luglio e agosto (2671, 2175, 2459, 2238), il minimo in dicembre (993), seguìto dagli altri mesi freddi, mentre la media mensile è di 1684. Gli stupri sugli adulti non seguono lo stesso andazzo: dan il massimo in giugno (1078), il minimo a novembre (534), s’alzano in dicembre e gennaio (584) (io credo per il carnevale): sono poi stazionari in febbraio (616), riascendono in marzo e maggio (904): mentre la media mensile è 698.

Le ferite hanno un andamente irregolare perchè meno influenzato dal clima: si alzano in febbraio (937), si abbassano nei mesi seguenti (840-467) per rialzarsi in maggio (983), giugno (958), discendono in luglio (919), e riprendonsi in agosto (997) e settembre (993), per riabbassarsi a novembre e dicembre (886).

Invece nei delitti contro le proprietà la variazione non è così straordinaria, dando una differenza di 3000 in più, è vero, in dicembre e gennaio (16.879, 16.396), in genere nelle stagioni fredde, e una decrescenza nell’aprile (13.491) e nelle stagioni calde, evidentemente non per ragione diretta del freddo, ma perchè nell’inverno aumentano i bisogni, e scemano i mezzi di ripararli, e si hanno anche maggiori opportunità del furto (media mensile 14.630).

Finalmente se noi seguiamo i curiosi studî di Maury(Le mouvement moral de la société, 1860) fatti sui ms. di Guerry, mese per mese si può concludere:

In marzo l’infanticidio tocca, assolutamente, il primo posto; su 10.000 delitti entra con 1193; vengon dopo lo stupro con violenza con 1115, la supposizione e sparizione di parti, 1019, e il ratto di minori, 1054; in 3ª fila vengono le minaccie con iscritti 997.

In maggio noi troviamo il vagabondaggio, 1257, fra i primi; vengono poi lo stupro e l’attentato al pudore, 1150; indi l’avvelenamento, 1144; e lo stupro su minorenni, 1106: quest’ultimo vi sale bruscamente, grazie al calore, al 4º dal 35º grado in cui era nel marzo; in aprile scende già al 10º. In giugno va al 2º con la cifra di 1303.

Il primo posto in giugno, però, tocca ad un crimine assai analogo, lo stupro su adulti, 1313; il 4º appartiene pure ad un delitto pure sessuale, l’aborto, 1080, mentre il parricidio occupa il terzo posto con 1151.

In luglio lo stupro su fanciulle sale al 1º grado, 1330, e gli altri più numerosi sono della stessa specie; ratto di minori, 1118; attentato al pudore, 1093. Al 3º posto ascendono le ferite sui consanguinei, 1100.

In agosto, la libidine cala al 3º posto; il 1º tocca agli incendî rurali; qui non è più la temperatura, ma l’occasione che eccita il colpevole, essendo l’epoca del raccolto la più propizia alle vendette sulle proprietà; ma anche a questa tendenza violenta e passionata, osserva assai bene Maury, la stagione calda non è certo estranea; e forse perciò le false testimonianze lasciano il posto alle subornazioni di minori.

In settembre le passioni brutali s’ammorzano; e gli attentati su fanciulli sono al 15º grado e al 25º quello su adulti; invece i furti, gli abusi di confidenza toccano il 4º posto.

La concussione, la corruzione vi tiene il primato e così pure in ottobre, il che devesi all’essere queste l’epoche degli affitti e dei rendiconti di cassa. Le molte soppressioni e supposizioni di parti dipendono dalla coincidenza col maggior numero delle nascite.

Da ottobre a gennaio spesseggiano l’assassinio, il parricidio, il furto sulle pubbliche vie, grazie alle notti lunghe e alla solitudine dei campi.

In novembre si riprendono gli affari e quindi maggiori i falsi in scrittura, le corruzioni.

In gennaio, la falsa monetazione, i furti nelle chiese prendono il primato, certo grazie all’oscurità del giorno.

In febbraio riappare l’infanticidio e la soppressione di parto, perché corrispondono all’epoca dei maggiori concepimenti.

I delitti di libidine in ottobre avean toccato il 28º posto e il 29º l’attentato su adulti che in novembre scesero al 24º e al 26º. Ma che sui delitti d’impeto o di passione predomini sempre l’influenza del calore, io l’ho potuto dimostrare in un altro modo: da uno spoglio fatto in 5 case di pena d’Italia[4], comunicatomi, con quella gentilezza che gli è propria, dal comm. Cardon, e da un altro fatto per un quinquennio nella casa di pena d’Aversa dal Virgilio, ho potuto convincermi che le punizioni per atti violenti nelle case di pena sono numerose assai più nei mesi caldi; per es.:

Maggio 346
Giugno 522
Luglio 503
Agosto 433
Settembre 500
Ottobre 368
Novembre 364
Dicembre 352
Gennaio 362
Febbraio 361

Gli stessi risultati si ottengono tenendo conto degli accessi degli alienati, che danno:

(1867) (1868)
Il massimo in Settembre 460 191
» Giugno 452 207
» Luglio 451 294
Il minimo in Novembre 206 206
» Febbraio 250 121
» Dicembre 245 87
» Gennaio 222 139

7. Caldi eccessivi.—Quanto al minore predominio dei caldi eccessivi e misti all’umido, ora Corre (Facteurs généraux de la criminalité dans les pays créoles—Arch. d’anthr. crim., 1889, IV, 20—Arch. de psych., X, 3) ci offerse un’altra analogia. Egli osservò nei reati dei creoli alla Guadalupa che quando vi è il massimo del caldo (5 luglio, 29°,3) si ha il minimo di crimini, specie contro le persone, mentre nel marzo (con soli 17°) vi è il massimo di rei; un’inversione, quindi dell’influenza termica, affatto simile a quella che i grandi [13]caldi esercitano nelle rivoluzioni e ciò perchè il caldo umido eccessivo vi agisce da deprimente e il freddo leggero da eccitante.

  • Nella stagione fresca notaronvisi 53 reati contro le proprietà
  • Nella stagione fresca notaronvisi 48 reati contro le persone
  • Nella stagione calda notaronvisi 23 reati contro le persone
  • Nella stagione calda notaronvisi 51 reati contro le proprietà.

Egli notò pure che nei reati contro le persone il giugno dà la quota massima—il gennaio la minima.

8. Altre influenze meteoriche ecc.—Sogliono i direttori delle carceri avvertire come i detenuti siano più irrequieti in vicinanza ai temporali ed all’approssimarsi del 1º quarto di luna; io non ho dati sufficienti per dimostrarlo.

Siccome gli alienati che si identificano ai delinquenti quanto al risentire notevolmente l’influenza termometrica sono pur sensibilissimi alle variazioni barometriche, è probabile che altrettanto accada dei criminali[5].

Un fatto, poi, mi ha colpito che dimostra agire nel medesimo tempo le influenze meteoriche e le organiche: è: che avendo per parecchi anni notato gli entrati nel carcere giudiziario di Torino, giorno per giorno, costantemente vidi in alcuni giorni entrare un numero notevole, fino 10 su 15, di erniosi, o di individui asimmetrici, o biondi, o neri, spesso anche provenienti da paesi diversi; e nei giorni di una stessa settimana in cui, dunque, l’influenza della temperatura era immutata.

L’influenze economiche e politiche degli ultimi anni prevalsero così da far andare in seconda linea le meteoriche: così è che l’azione del calore medio dell’anno, evidente nei passati anni in Francia, scema negli ultimi; così è che l’Europa nordica (Russia, Danimarca) che parea non desse mai ribellioni, ne dà ora quanto nei paesi del sud: ma non perciò quelle prime influenze possono disconoscersi.

9. Delitti e ribellioni nei paesi caldi.—È evidente in tutto ciò il predominio non esclusivo, ma grande, del fattore termico; e ciò [14]riesce ancor meglio colla ricerca della distribuzione geografica dei delitti e delle ribellioni politiche.

Infatti nelle zone meridionali, di Francia e d’Italia, si commettono delitti contro le persone (meno assai contro le proprietà) più numerosi d’assai che nelle nordiche e centrali, sul che ritorneremo tosto parlando della camorra e del brigantaggio.

In Francia, Guerry dimostrò che i reati contro le persone sono al sud più numerosi del doppio, 4,9, che non al centro ed al nord, 2,7; 2,8. Viceversa, i delitti contro la proprietà spesseggiano al nord, 4,9, in confronto del sud e del centro, 2,3.

In Italia:

Reati denunciati Omicidi qualif., semplici, ecc.,
o grassazioni con omicidio
Furti qualificati
Proporzioni su 100,000 abitanti
Italia settentrionale 746 7,22 143,4
Italia centrale 862 15,24 174,2
Italia meridionale 1094 31,00 143,3
Italia insulare 1141 30,50 195,9

Nella stessa Italia del nord, la Liguria, per ciò solo che gode di un clima assai più mite, offre in confronto delle altre regioni un maggior numero di reati contro le persone.

Il massimo numero dei reati denunciati nel 1875-84 fu dato dal Lazio e poi dalle regioni insulare e meridionale; il minimo dai compartimenti del nord, con una quota che va da 512 reati su 100,000 abitanti nel Piemonte, da 689 in Lombardia a 1537 nel Lazio; 1293 in Sardegna, 1287 nelle Calabrie. E le proporzioni più gravi nel numero degli omicidi troviamo esclusivamente al sud e nelle isole.

In Russia l’infanticidio, insieme al furto nelle chiese, è massimo al sud-est, mentre l’omicidio, e più il parricidio, crescon dal nord-est al sud-ovest (Anutschin).

Holtzendorff calcola «che il numero degli assassini degli Stati Meridionali del Nord America sia di 15 volte superiore a quello dei Settentrionali; così nella N. Inghilterra, si ha 1 omicidio su 66.000 abitanti; nel Sud se ne ha 1 su 4 a 6000 abitanti; nel Texas, secondo Redfield, se ne ebbero 7000 su 818.000 abitanti in 15 anni—; fin nelle scuole vi si trovano fanciulli provvisti d’armi insidiose»[6].

Osservando la distribuzione degli omicidî semplici e qualificati, in Europa (Atlante), troviamo le cifre maggiori in Italia e negli altri paesi più meridionali d’Europa: dando le cifre più scarse in alcune delle terre più nordiche come l’Inghilterra, la Danimarca, la Germania (vedi Atlante).

Ed altrettanto dicasi per le rivolte politiche in tutta Europa (Vedi Atlante e mio Delitto politico, 1889).

Noi troviamo, infatti, il numero di queste aumentare man mano da nord a sud, precisamente come aumenta da nord a sud il calore (Vedi Atlante); vediamo la Grecia darci sulla proporzione di 10 milioni d’abitanti 95 rivoluzioni, cioè il massimo; e 0,8 la Russia, il minimo; vediamo le più piccole quote nelle regioni nordiche, Inghilterra e Scozia, Germania, Polonia, Svezia, Norvegia e Danimarca, e le maggiori nelle regioni meridionali, Portogallo, Spagna, Turchia d’Europa, Italia meridionale e centrale, ed un numero medio, appunto nelle regioni centrali.

Complessivamente troviamo nella:

  • Europa nordica 12 rivolte circa sopra 10 milioni d’abit.
  • Europa centrale 25 rivolte circa sopra 10 milioni d’abit.
  • Europa meridionale 56 rivolte circa sopra 10 milioni d’abit.

Vediamo, poi, considerando solo l’Italia, che 27 rivoluzioni su 10 milioni d’abitanti accaddervi nella regione settentrionale; 32 per l’Italia centrale, e 33 per l’Italia meridionale (di cui 17 nelle isole, Sardegna, Corsica, Sicilia).

Una nuova prova per gli omicidi e per le ribellioni ne possiamo trarre dalla Statistica decennale della criminalità in Italia pubblicata dal comm. Bodio e dalla Statistica criminale dell’anno 1884 per la Spagna, pubblicata dal Ministero Spagnuolo di Grazia e Giustizia di quei reati, e proporzionandolo alla popolazione, troviamo:

Spagna[7] Italia[8]
                    su 100 mila abitanti
Nº dei reati commessi Nº dei reati denunciati
Gradi di lat. Rivolta c.
le guardie
Rivolta c.
le persone
Rivolta c.
le guardie
Omicidi
dal 36º al 37º circa 14 74,3
» 37º » 38º » 12 112,1 36,7 39,9
» 38º » 39º » 9 58,5 42,0 32,8
» 39º » 40º » 8 48,4 30,6 30,0
» 40º » 41º » 11[9] 72,4 37,8[10] 31,9
» 41º » 42º » 9[11] 39,7 36,8[12] 28,7
» 42º » 43º » 6 31,2 32,7 20,9
» 43º » 44º » 5 29,7 18,7 14,1
» 44º » 45º » — 19,8 9,2
» 45º » 46º » — 19,2 5,8
» 46º » 47º » — 16,2 5,8[13]

Da cui l’azione del clima meridionale risulta evidente, e modificata solo per le ribellioni per influenza della capitale (3) (6) e delle grandi città (4) (5).

Viceversa in Spagna i furti qualificati si vedono emergere tanto nelle provincie del Nord, Santander, Leon, come nel Sud a Cadiz, come nel centro a Badajos, Cacerez e Salamanca, perchè meno dipendono dal clima—e più dall’occasione: e perciò ivi pure sono più frequenti nelle provincie del centro (dov’è la capitale) e del nord l’infanticidio ed il parricidio—come in Europa in genere ed in Italia e Francia.

In Italia vediamo dal grandioso Atlante del Ferri e dalle statistiche del Bodio prevalere questa influenza del caldo per tutta l’Italia meridionale e insulare, salvo Sardegna, per gli omicidi semplici, e nella Sardegna e Forlì per i qualificati: gli assassini pure aumentano nell’Italia meridionale, ed insulare, salvo la parte colonizzata dai Greci,—Puglia, Catania, Messina, ecc. I ferimenti volontari aumentano colla stessa legge, fatta eccezione della Sardegna in cui scemano, e coll’aggiunta della Liguria in cui compaiono in maggior numero (Vedi Atlante).

I parricidi assumono un analogo indirizzo: fortissimi, è vero, nell’Italia meridionale e insulare, salvo nella parte Greca, hanno però un certo aumento nel cuore del Piemonte. I venefici abbondano pure nell’Italia insulare e nelle Calabrie, e negli antichi stati romani, qui evidentemente senza influenza di clima.—Anche l’infanticidio si vede pur forte in Calabria, Sardegna, ma anche negli Abruzzi, ed in Piemonte, rendendosi così indipendente quasi dal clima (Atlante).

Più ancora ciò notasi pelle grassazioni con omicidio prevalenti nell’alto Piemonte, in Massa e Porto Maurizio, oltrechè negli estremi lembi d’Italia e nell’isole. I furti qualificati poi abbondantissimi in Sardegna, Calabria, Roma, presentano un altro massimo in Venezia, Ferrara, Rovigo, Padova, Bologna, Roma, indipendentemente dunque quasi affatto dal clima (Ferri, Omicidio, 1895).

Così anche in Francia: poichè si vedono più frequenti gli assassini e gli omicidi nella Francia del Sud, con alcune eccezioni che si spiegano etnicamente: invece i parricidi, gli infanticidi si sparpagliano al Nord, al centro, al Sud, senza una speciale influenza climatica, essenzialmente perchè qui le cause occasionali prevalgono (Atlante).


  1. Pensiero e meteore di C. Lombroso («Bibl. int. scientif.»), Milano, 1878
  2. La Sicilia, 1871.—V. pure Alongi, La Maffia, «Bibl. d'antr. crim.», Bocca, 1886.
  3. Marche de la criminalité en France, 1880, Lyon.
  4. Ancona, Alessandria, Oneglia, Genova, Milano, le punizioni annotate furono per gravi indiscipline, alterchi e violenze contro le persone.
  5. Vedi Pensiero e meteore, di C. LOMBROSO. Milano, Dumolard, 1878.
  6. Assassinio e pena di morte, Berlino, 1895.
  7. Per la Spagna nella 1ª classe di reati comprendonsi: Ribellioni, sedizioni, resistenze, attentati contro le pubbliche autorità e loro agenti, insulti a funzionari delle pubbliche amministrazioni, disordini pubblici; nella 2ª: Parricidi, assassinii, omicidi, spari d'arma da fuoco contro persona, ferite, aborti, infanticidi o duelli (Però duelli, infanticidi e aborti non sono insieme che 33 sopra 9154, numero degli altri reati). Il numero poi è quello dei reati che hanno dato luogo a procedimento e la cui esistenza fu accertata.
  8. Per l'Italia queste classi comprendono: la prima: Ribellioni, oltraggi, violenze, ecc. contro depositari ed agenti dell'autorità e della forza pubblica; la seconda: Omicidi qualificati, semplici ed improvvisi e ferimenti con susseguita morte; grassazioni, ricatti, estorsioni e rapine con omicidio: sono i reati denunciati.
  9. Notisi che qui si comprende la capitale Madrid
  10. Notisi che qui si comprende la capitale Napoli.
  11. Notisi che qui si comprende la capitale Barcellona e Saragozza.
  12. Notisi che qui si comprende la capitale Roma.
  13. Ricordiamo che la divisione per provincie non essendo fatta per ragioni climatiche, ma storiche, politiche, ecc., alcune zone, specialmente in Italia, starebbero tra l'uno e l'altro grado di latitudine, per cui noi tenemmo d'occhio specialmente la posizione del capoluogo di provincia, in cui del resto avvengono il maggior numero di questi reati.