Capitolo IV

Dimostrazioni pratiche dell'utilità di queste riforme.—Inghilterra.—Svizzera.

Che molte di queste riforme ottengano il decremento del crimine lo dimostra il fatto, che dove nulla si fece in proposito come da noi o in Spagna, o quasi nulla come in Francia, il delitto è in aumento, mentre dove molte di quelle riforme si introdussero, come in Londra e Ginevra, ivi il delitto è in chiaro decremento.

Ora è in Inghilterra e in Svizzera dove vidimo cumularsi, si può dire tutti i provvedimenti possibili preventivi contro il delitto, il baliatico morale, gli istituti contro l’alcoolismo ecc.

Mentre noi in Italia, non facciamo che constatare ogni anno un progressivo aumento dei reati, a Ginevra esso va di continuo diminuendo da mezzo secolo a questa parte, e diminuendo in tal modo da costituire un fenomeno addirittura eccezionale.[1]

Nel periodo 1829-1838, i delinquenti condannati annualmente dalla Corte criminale erano a Ginevra 79 ogni 100.000 abitanti, e i delinquenti condannati dal tribunale correzionale erano 1000; nel periodo 1872-1885, i primi furono soltanto 12, e i secondi 300 (sempre, s’intende, ogni 100.000 abitanti). Una diminuzione quindi, nel primo caso di 56, nel secondo di 23. E questa diminuzione—che costituisce già un grandissimo titolo d’onore per la città svizzera—è ancor maggiore quando non si tenga conto che della criminalità esclusivamente indigena. I delitti commessi dai soli ginevrini diminuirono negli ultimi cinquant’anni di quasi 910.

Ma quali sono le cause che fanno della città di Ginevra un’oasi di moralità in Europa?

Una prima causa il Cuénoud crede di rintracciarla nel fatto che gli stranieri stabiliti da tempo a Ginevra, si sono assimilati gli usi e i costumi dei ginevrini, il che corrisponde all’osservazione di Joly (La France criminelle) che mentre coloro che immigrano in un paese dànno, sul principio, una percentuale fortissima alla criminalità, mano mano che si fissano e si naturalizzano nella nuova patria, diventano più morali ed onesti; ma giustamente gli obbietta Ladame (nel Journal de Genève del 4 febbraio 1891) che l’assimilazione degli stranieri agli indigeni non impedisce e non arresta l’immigrazione: le stesse cause quindi che agivano nel passato agiscono anche oggi: e se, da una parte, la popolazione di Ginevra si assimila annualmente un certo numero di stranieri, l’influenza moralizzatrice che ne risulta è d’altra parte neutralizzata dai nuovi immigranti che agiscono in senso opposto:

Nè può essere l’istruzione poichè abbiam visto che essa aumenta la criminalità; la ragione unica è che Ginevra (V. Cap. VIII, Ricchezza) è forse il solo paese dell’Europa centrale ove si accumularono istituti di carità mutua che senza avvilirla rimedia ai mali più gravi della povertà; ed istituti preventivi per bimbi, per le donne abbandonate, contro all’alcoolismo ecc.

Ma meglio ancora si vede il fatto in Inghilterra, specie a Londra.

Confrontando ora le cifre della criminalità[2] del 1892-93 con quelle di dieci anni addietro, noi troviamo aumento nell’offese contro le persone del 28% e in quelle contro le proprietà per vendetta, incendio, distruzione di messi per 18,9%. Ma negli altri reati (furti, ricettazione, falso, offese contro l’ordine pubblico ecc.) la diminuzione è rispettivamente dell’8,8%, 30,6%, 34% e 22,2%; ed in complesso dell’8% in cifra assoluta.

E si noti che in questi dieci anni la popolazione è cresciuta del 12%. Pertanto il numero di questi delitti avrebbe potuto aumentare del 12% senza che l’Inghilterra potesse temere l’aumento della criminalità.

«Potrebbe osservarsi, qui premette il Joly, che dappertutto i delitti gravi paiono diminuire, perchè si danno loro altri nomi, perchè il delinquente che altra volta era giudicato dalla Corte d’Assise, lo è ora dai Tribunali correzionali.[3]

«L’obbiezione sarebbe certo grave e ci obbligherebbe ad altri calcoli se noi parlassimo di un periodo di 50 anni almeno. Ma, da 10 anni in qua, la correzionalizzazione tende a diminuire anche in Francia. In Inghilterra poi si è sempre resistito contro questa tendenza, specialmente al principio dell’ultimo decennio.[4]

«Tuttavia teniamo conto della obbiezione: ricordiamoci che la criminalità media dimostra spesso più corruzione, fa più proseliti e produce danni più gravi della criminalità violenta, allarghiamo dunque le basi del nostro calcolo. Confrontando l’ultima statistica giudiziaria con altre tavole retrospettive, noi troviamo che nel 1892-93 il numero degli individui tradotti in giudizio (offenders) è di 160,625. In questo numero, da cui sono esclusi i debitori, le persone condannate in processi civili e gli accusati militari, si contano 136,998 cause giudicate col rito sommario, ma che possono, come tutte le altre, portar seco delle condanne a pene restrittive delta libertà.[5]

«Nei dieci anni precedenti la media era stata di 166,900. E, se risaliamo ad un altro decennio, si trova una media di 167,018.[6] «Così non solo da dieci anni, ma da venti, la diminuzione è reale e regolare e la sua importanza spicca se si ricordi che in questo stesso periodo, la popolazione crebbe da 23 milioni a 29.400.000.

«E ancor più cala la delinquenza dei minorenni che invece cresce tanto fra noi.

«Nel 1868 e 1869 i fanciulli, minori di 16 anni, condannati, sorpassavan il numero di 10.000; negli anni seguenti questa cifra discese a 9700 e finalmente a 4000. In relazione all’incremento della popolazione, noi troveremmo dunque che durante il 1868-69-70 l’Inghilterra contava, su 100.000 abitanti, 46 delinquenti minorenni: nel 1893 il loro numero è disceso al 14, una diminuzione effettiva del 70%, mentre nel 1889 la Francia s’accorgeva che in 50 anni la delinquenza dei minori di 16 anni era aumentata del 140%.

«Le classi delinquenti dell’Inghilterra sono formate da individui in libertà, conosciuti come ladri o ricettatori d’oggetti rubati, e delle persone sospette, tra le quali vanno poste coloro che dall’età di 22 anni in poi abbiano vissuto un anno almeno dopo avere scontato una condanna qualunque: anche qui si verifica un progresso. Verso il 1867 costoro tra liberi e detenuti, raggiungevano la cifra di 87.000 individui: questa cifra scese poi a 50.000; nel 1881 ammontavano a 38.360; negli ultimi tre anni ammontavano invece a 31.225, a 30.488; e finalmente, nel 1891-92, a 29.826.

«Le case di cattivo carattere negli ultimi tre anni discesero da 2688 a 2429, e finalmente a 2360.

«È uso comune di imputare l’aumento della criminalità ad una legge nuova più severa o meglio fatta, sopratutto ad una migliore polizia.—Ed infatti in Francia, nel 1825, si avevano annualmente 9000 crimini e delitti, di cui restavano ignoti gli autori; le ultime statistiche ne registrano più di 80.000; di questi casi ve n’hanno certo anche in Inghilterra, ma in proporzioni minori assai e sempre più decrescenti; erano 56,55 nel 1886-87 e calarono a 53,2 nel 1890-92.

«Nè si tratta qui di quei soliti giuochi di cifre a cui purtroppo la statistica ci avvezza, cosicché da vent’anni in Italia in mezzo a uno spaventevole progresso del delitto, si seguitò a pretendere a un decremento: poichè qui le cifre presentano così notevole, così progressiva differenza da non lasciar luogo a un dubbio; e poi non mancano le prove dirette, quelle che si potrebbero dire sperimentali, perchè individualizzate non posson lasciare il menomo dubbio. Tale è la serie dei salvati che mi presentarono i delegati della Salvation Army e tali sono queste storie che mi forniva il Barnardo ricontrollate dalla fotografia (Vedi Atlante) che ci dimostra il cambiamento non solo psichico ma obbiettivo del criminale diventato veramente un altro uomo.

«Villiee Bender, p. es. ha per madre una lavandaia, ma senza mezzi, con tre figli di cui uno fu imprigionato e la madre era nella più grande disperazione e apprensione che il fratello ne seguisse l’esempio. Egli aveva, infatti, già cominciato ad associarsi la notte ad una banda di pessimi soggetti, ed era evidente che gli soprastava una vita di crimine. Siccome in questo caso non si trattava di una così squallida miseria come nei casi ordinarii, io fui, scrive Barnardo, un certo tempo incerto sulla accettazione, ma infine mi decisi ad ammetterlo. Fu mandato al Canadà nel 1886 e collocato presso un fattore, con alloggio, vestito e 50 dollari all’anno. Ho sempre avuto regolari lettere e notizie di lui sempre più soddisfacenti: egli conseguì un certificato di buona condotta nella scuola. Egli ha fatto grandi progressi nel lavoro della fattoria e pare completamente felice. Ha maniere cortesi, è preciso e sincero nell’adempimento de’ suoi doveri ed è ritenuto dal padrone come una persona a cui si può aver piena fiducia.

«Iole (Tav. XCI, n. 7), un ragazzo di 15 anni fece egli stesso la domanda d’ammissione. Sua madre era morta di cancro nell’infermeria dell’ospedale tre anni prima. Il padre, pigro e ubbriacone, ammalato di consunzione negligeva e disertava la famiglia ed era ogni tanto carcerato. Iole, dopo aver lasciato l’asilo, prese a far il mercante ambulante, ma le risorse gli mancarono e si trovò senza nulla, senza casa, per le strade. Presto egli fu trascinato nei dormitori comuni in compagnia di cattivi soggetti e di mendicanti. Iole era incapace a resistere alla «corrente delle prave tendenze» in cui si sentiva trascinato come in una barca galleggiante: presto egli divenne un vagabondo completo, mendicando negli angoli delle vie, vendendo zolfini e carta e facendo il commissioniere all’occasione, quando qualcuno voleva confidarsi in lui. Quando con un orribile tempo venne a far la domanda, raccontò tutta la sua storia, egli fu subito accettato e la sua storia controllata. Iole era ansioso di mettersi al lavoro, se solo noi potevamo dargliene occasione. Come fu ammesso nella casa, fu tenuto in prova a un laboratorio, e sei mesi dopo l’ammessione, essendomi convinto ch’era veramente industrioso e non aveva nessun vizio, fu spedito al Canadà. Arrivato là fece un contratto con un fattore per 12 mesi. Al finire di questo periodo il padrone era [596]così contento di lui che volle fare un altro contratto per altri dodici mesi raddoppiandogli la paga. Iole aveva dato piena soddisfazione; il mio rapporto dice che egli attende ai servizi diversi, che è divenuto egli stesso maestro in una scuola domenicale, che è astinente e non fuma, e che è un ragazzo tranquillo e benvoluto. Anche fisicamente si è sviluppato: è un bel ragazzo.—Con 8 lire sterline spese dall’istituto per educarlo e 10 spese pel viaggio egli è divenuto un cittadino indipendente di un nuovo paese. Egli manda dei contributi all’istituzione che l’ha aiutato nell’ora della necessità. Si potrebbe mai impiegare meglio il denaro che con queste 18 sterline che bastarono alla redenzione di un uomo (Night and Day 1895).

«James (Tav. XCIII, N. 11), era un ragazzo di 14 anni di Liverpool. Egli con una sorella maritata, il di lei marito e tre bambini vivevano tutti in una specie di cantina così orribile da attirar l’attenzione dell’autorità che ordinò loro di sgomberarla e commise uno dei ragazzi alla scuola industriale.

«La vita di James era stata quella che potea essere in un ragazzo in simili condizioni. Già più volte era stato messo in prigione per mendicità e per esser stato trovato in compagnia di noti criminali; mostrava 17 anni per quanto non ne avesse che 14; e la sua figura era molto meno simpatica che non segni ora la fotografia.

«Egli fu mandato nel Canada e di là al Dominion dove fu ingaggiato in una fattoria, e sebbene egli nelle prime portasse dei disturbi per condotta irregolare, adesso io son lieto di poter dire che egli fa bene. L’aspetto del ragazzo è del tutto cambiato come mostra la qui unita fotografia. Ecco un ragazzo preso dalla strada e che diventa un agricoltore ammodo, indipendente e forse chissà col tempo possessore di una piccola fattoria.

«Un altro (Tav. LXXXIX, n. 3) di questi casi è quello di Enrico Hogarth.

«Quando egli venne da me aveva 18 anni per quanto non apparisse così vecchio. Non era più un fanciullo, eccettuato che nella mancanza di ogni disciplina e di lavoro. La sua vita era passata tutta nella strada. Per un po’ di tempo sotto la custodia di un parente, ne fu trattato così male, ch’egli fuggì di là e preferì riprendere la vita di vagabondaggio. Una difficile carriera gli si preparava: la strada gli offriva il nutrimento e qualcosa per vestirsi e ripararsi; che cosa importavagli se la fine dovesse esserne anche la prigione e la degradazione.

«Quando Enrico venne da me io trovai che egli era ben noto alla polizia dove era stato detenuto per vagabondaggio una o due volte. Io lo tirai fuori da questa vita e dopo averlo provato per qualche tempo e intrenato al lavoro lo spedii al Canadà. Le notizie che ho ricevuto di lui sono eccellenti. Egli ha compensato ad usura i miei sforzi».—Fin qui Barnardo.


La prova che questo miracolo del decremento della criminalità si deve alle misure preventive specie pei bambini e alle lotte morali e religiose contro l’alcoolismo è data dalla maggiore diminuzione del delitto in Londra in confronto alla provincia e alla campagna; precisamente l’opposto di quanto s’osserva dappertutto, dove i centri più popolari eccellono sempre per criminalità almeno per quella meno feroce. Ora Londra per essere la capitale certo più popolata del mondo civile dovrebbe dare precisamente più spiccato che altrove l’aumento dei delitti.

Invece, mentre

  • la città di Londra conta 15 pers. sosp. ogni 100.000 ab.
  • le campagne ne contano 61 pers. sosp. ogni 100.000 ab.
  • e le altre città ne contano 50 pers. sosp. ogni 100.000 ab.
  • E di case malfamate Londra ne dà 3,4 per ogni 100.000 ab.
  • le campagne ne danno 3,9 per ogni 100.000 ab.
  • le altre città ne danno 18,4 per ogni 100.000 ab.

E quell’influenza è provata dal decremento dell’alcoolismo circoscritto precisamente in quei paesi d’Inghilterra e di Svizzera dove le società religiose (Croix-bleu) e le puramente etiche o le governative andarono a gara per cercare e medicare il male alla sua fonte.

Mentre in Francia dal 1869 al 1892 le vendite di alcoolici salirono da 365.895 a 417.518 nel 1893 e da 1,82 litri per abitanti nel 1830 a 4,32 nel 1893, invece in Inghilterra e Svizzera quelle quote decrebbero negli ultimi anni da 11 a 7 litri in questa e da 7 a 5 nella prima.[7]

Criminali nati.—Nè è a credersi però che con tutto ciò si possa pretendere che la cura si estenda fino ai criminali nati; appunto perché refrattari, la maggior parte, ad ogni trattamento, anche alle cure pietose e che rimontano fino alle fascie del Barnardo essi si dimostrano ribelli. Tale è quel Jac…, che posto da lui nelle migliori condizioni pur sempre s’evade e vagabondeggia.

E mentre i popoli men progressisti che stanno alle ubbie dei vecchi giuristi protestando sulla curabilità di tutti i rei non provvedono ad alcuno e ne hanno l’aumento continuo, gli Inglesi che più seppero provvedervi sono i soli ad ammettere tranquillamente la esistenza di famiglie refrattarie ad ogni cura, dei Professional criminals, come li chiamano, e delle classi criminali.

Essi ammettono che se così eliminarono quasi completamente il delinquente d’occasione, il reo-nato persiste.—E giova precisarlo colle cifre per coloro che tutte le cause del reato pongono nell’educazione, ambiente, ecc.

Mentre i reati sonvi diminuiti dell’8% la recidiva nei maschi resta stazionaria o quasi: la statistica inglese, infatti, ne offre, nel 1892-93, una proporzione del 41,7%, che succede ad un’altra di 42%, e nel 1894-95 sarebbe anzi di 45%; più sicuramente nella donna ove la recidiva crebbe costantemente da 54,6 a 60,4 e ciò malgrado che gli istituti preventivi per le donne siano a Londra (v. s.) più numerosi che per gli uomini, ma si spezzano davanti alla corruttela protetta della prostituzione ed all’esagerazione e tenacia dell’alcoolismo nella donna, non contadovisi, nota Paolucci, nessun uomo che giunse alle 500 condanne per ebbrezza come Tassie Jay e alle 250 come Jane Cakebreade.[8]

E a questo proposito abbiamo visto come l’aver introdotto delle compagnie di lavori agrarii—e somministrato terreni diminuì il vagabondaggio ed il furto in Vestfalia.

Però che questo sistema giovi solo pei rei d’occasione, e pei vagabondi per causa di disoccupazione, non pei vagabondi nati fu provato da un’esperienza eseguita a Parigi.

Un signore, racconta l’Economiste français(1893), ottenne di collocare con un salario di 4 fr. al giorno, presso negozianti, industriali ecc., tutti i mendicanti abili al lavoro che si fossero presentati loro con una sua lettera. In otto mesi offrì questa lettera a 727 vagabondi mendicanti, che si lagnavano di morir di fame per non trovar lavoro; ora più della metà (415) di questi non si presentò neppure a ritirare quel documento: altri 130 la ritirarono, ma non si presentarono a nessun padrone. Altri si misero al lavoro per una mezza giornata, reclamarono le due lire guadagnate o non si lasciarono veder più. Insomma, di 727 solamente 18 continuarono a lavorare; si provò così che 1 solo su 40 mendicanti abili al lavoro, aveva desiderio sincero di lavorare.

E se i giovinetti di Barnardo emendaronsi emigrando nel Canadà, 42% della Scuola-Riforma di Redhill emigrati ivi pure n’erano ritornati peggiorati con 1000 sterline di spese (Joly, o. c.).


  1. J. Cuénoud, La criminalité à Genève au XIXme siècle. Genève, 1891.
  2. Joly, La diminution du crime en Angleterre (Revue de Paris, déc. 1894).
  3. Joly, La diminution du crime en Angleterre (Revue de Paris, déc. 1894).
  4. Joly, La diminution du crime en Angleterre (Revue de Paris, déc. 1894).
  5. Joly, La diminution du crime en Angleterre (Revue de Paris, déc. 1894).
  6. Joly, La diminution du crime en Angleterre (Revue de Paris, déc. 1894).
  7. V. Atlante, Tav. XCV; Revue du christian. pratique, nov. 1994.
  8. Paolucci, Revue des Revues, Mai 1896.