Capitolo V

Densità e Natalità.

1. Densità.—Meglio si vedrà l’influenza della civiltà, in rapporto ai delitti, esaminandone a uno a uno i singoli fattori; e prima di tutti quello della densità, perchè la storia del delitto ci mostrò che questo non appare veramente come tale, fino che la società umana non abbia raggiunto una certa densità. La prostituzione, il ferimento, il furto—come giustamente notarono Reclus, Westermark e Krapotkine, e ingiustamente se ne fecero un’arma contro noi—poco si manifestano nella diradata società primitiva, come nei Veddah che solo si radunano insieme all’epoca delle pioggie; e in certi Australiani che solo all’epoca della raccolta dell’yam. Ma gli equivalenti del delitto, perfino negli animali, per le stesse ragioni compaiono di rado quando questi non sono associati o domestici: agli istinti brutali manca il modo di porsi in luce; ma fate che il campo meglio si presti, colle tribù, colle urbs, coi clan, ed il delitto scoppierà come ce lo dipingono pei nostri proavi Ateneo, Erodoto, Lucrezio: perchè gli manca l’occasione là dove i contatti sono più scarsi. Anche nelle società barbare più diradate i reati appaiono relativamente minori benchè più feroci; mentre si moltiplicano in quantità nelle più civili—e le 5 o 6 forme di reati barbarici diventano centinaia e migliaia nella nostra epoca.

Un primo sguardo, invero, sui delitti di furto e omicidio e sulle ribellioni politiche di Europa, in rapporto alla densità ci mostra che, salvo i risultati contradditorî, effetto dell’influenza termica che accresce gli omicidi e le rivolte al Sud e i furti al Nord, la densità va in ragione diretta dei furti, inversa degli omicidi. Infatti da questa tabella (pag. 68) vediamo su 7 paesi a minima densità 2 soli (Spagna e Ungheria) con altissime cifre di omicidio e su 8 a massima densità 1 sola (l’Italia) con molti omicidi. Quanto ai furti avviene il contrario.

Quanto alle rivolte è impossibile di nulla conchiudere sulle prime; vediamo paesi, infatti, a egual densità (Polonia, Austria, Svizzera) con enorme differenza nelle rivolte, mentre paesi a grande e piccola densità ne sono deficienti come l’Inghilterra, la Russia e l’Ungheria. Nel medio evo, una popolazione molto rada, la Corsica, ebbe un gran numero di rivoluzioni (secondo Ferrari ne avrebbe dato 45 in 4 secoli) in quell’epoca, fino Nonantola e Biandrate ebbero la loro rivoluzione (Ferrari, op. cit.).

 

Delitti e densità negli Stati d’Europa.
Abitanti p. chil. qu. Omicidi[1]
p. 1.000.000 ab.
Furti[2]
p. 100.000 ab.
Rivolte politiche[3]
p. 10.000.000.ab.
18 Russia 14
33 Svezia e Norvegia 13 13
33 Danimarca 13 13
33 Spagna[4] 58 52,9 55
51 Portogallo 25 80 58
61 Austria 25 103 5
61 Ungheria 75 103 5
66 Polonia 10 13
69 Svizzera 16 114 80
71 Francia 18 116 16
86 Germania 5 200 5
100 Italia 96 72 30
112 Inghilterra 7 136 7
112 Irlanda 9 91 30
166 Belgio 18 134

Nei nostri paesi, poi, e specificando, ciò che ben più importa, i delitti secondo i gradi di densità si può ancora più chiaramente intravvedere queste influenze.

In Italia per es. vediamo[5]:

Abitanti p. chilom. qu. Omicidi Furti Violenze contro
i funzionari
Stupri Truffe
00000 00000 00000 00000 00000
da 20 a 50 11 199 23,7 18,8 62,6
50 a 100 6,03 144,4 25,4 16,4 45,0
100 a 150 6,0 148 23,5 14,5 58,5
150 a 200 5,1 153 24,6 12,3 54,6
200 in su 3,5 158 29,5 18,7 50,4

Si vede quindi diminuire l’omicidio, specie nelle capitali, col crescere della densità, sicché Milano, Napoli, Livorno, Genova, con razze (Greci, Celti, Liguri) e climi (Nord, Sud), più diversi danno una diminuzione analoga nella cifra degli omicidi, e viceversa aumentare regolarmente dove è la minima densità che corrisponde ai paesi più caldi e insulari, dove è maggiore la barbarie e il delitto associato più frequente. I furti, gli stupri e le violenze contro i funzionari diminuiscono anch’essi coll’aumentare della densità, ma rimontano poi rapidamente col suo eccesso che corrisponde alle grandi capitali (Padova, Napoli, Milano, Venezia).

La truffa segue un andamento irregolare e quasi sempre in opposizione alla densità, il che dipende dalle forti cifre insulari, specialmente Sardegna, e dall’intensità esagerate, per antiche abitudini etniche nel Forlivese e Bolognese, ove è diffusa proverbialmente la truffa (bolognare da Bologna), e Dante nell’Inferno:

E non pur io qui piango Bolognese:

Anzi n’è questo luogo tutto pieno,

(Cant. XVIII, 58, pei lenocinii).

Così nelle recenti statistiche francesi, troviamo che:

Abitanti p.km.qu. Furti Omicidi[6] Stupri
00000 00000 00000
Nei paesi la cui
densità è da:
20 a 40 63 4,41 19
» 40 a 60 96 1,42 20,4
» 60 a 80 100 1,40 19
» 80 a 100 116 1,20 30
» 100 in più 196 1,88 34

Vediamo dunque il furto mano a mano più frequente dove la densità si fa maggiore. Gli omicidi e stupri, invece, danno la quota massima dove c’è il minimo ed il massimo della densità; contraddizione che si spiega perché dov’è la massima densità abbondano i grandi centri industriali (Seine inférieure 92), o politici (Parigi 18) e di immigrazione (Bouche de Rhône 45), con le grandi occasioni di attriti; dove c’è il minimo della densità (Corsica 200, Lozère 41, Alte Alpi 24), vi è il massimo della barbarie, nella quale, come vedemmo, il ferimento e l’uccisione sono riguardati spesso più come un dovere che come un delitto.

Che delle rivolte politiche accada altrettanto lo provai nel Delitto Politico collo studio sulle popolazioni rivoluzionarie, e ultra conservatrici dei dipartimenti francesi, che ci dimostrò come le prime spesseggino sempre dove è maggiore la densità.

Lo studio sulla relazione tra la densità della popolazione e la reazione monarchica in Francia ci diede per risultato che nei dipartimenti dove la popolazione è più agglomerata, lo spirito pubblico è più incline alle idee rivoluzionarie. Le Basse Alpi, all’inverso, le Landes, l’Indre, il Cher ed il Lozère, che non oltrepassano i 40 abitanti per chilometro quadrato, nelle elezioni politiche del 1877-81-85 diedero elevati coefficienti di voti al partito monarchico; egualmente è dei dipartimenti della Vandea, del Nord, degli Alti Pirenei, del Gers, del Lot e dell’Aveyron, che superano appena i 60 abitanti per chilometro quadrato, e altrettanto accadde nei plebisciti (Jacoby).

Viceversa, dove la popolazione raggiunge un alto grado di densità come nel Rodano, nella Loira, nella Senna et Oise, e nella Senna, si vede lo spirito rivoluzionario raggiungere un maggiore sviluppo. Ciò notava primo il Jacoby (o. c.).

La proporzione massima di rivoluzionari è data dai dipartimenti a densità massima e poi da quelli che si avvicinano alla densità media, benchè ne sieno sotto.—Nei dipartimenti a densità minima prevalgono i conservatori: nel resto i due partiti si equilibrano.

Si comprende facilmente come, dove la popolazione urbana è più affollata, le agitazioni politiche avvengano più frequenti. Questo si vede specialmente a Parigi, dove, come scrive il Viollet-le-Duc[7]: «tutto il mondo civile travasa la sua schiuma, facendone una città cosmopolita, che la comanda e la fa assorbire da una folla senza tetto, nè patria, nè principî, che dispone audacemente delle elezioni e si vale delle disgrazie del paese per demolirne il governo ed elevare sè stessa».

Così fu che, dopo la Comune, su 36,309 arrestati, gli stranieri salirono a 1725, ed i provinciali raggiunsero la cifra di 25,648.

Quest’è il vizio, soggiunge Maxime Du Camp, dei paesi troppo accentrati, dove la vita provinciale non trova che uno sviluppo imperfetto (o. c.).

«Le grandi capitali sono pericolose alla calma politica; esse producono l’effetto d’una pompa aspirante: attirano e trattengono. La Francia ha la testa troppo grossa, e, come gli idrocefali, è soggetta a veri accessi di furore maniaco. La Comune fu uno di questi».

In complesso la influenza etnica e climatica fa scomparire l’influenza della grande densità, ma questa ha un’azione ben chiara e diretta nei delitti di furto aumentandoli, e di omicidio diminuendoli.

2. Immigrazione. Emigrazione.—Vero è che fra l’Italia e la Francia abbiamo veduto un vero contrasto, una completa contraddizione che ripullulerà anche per la ricchezza, in quanto che da noi l’omicidio decresce regolarmente colla densità e in Francia invece si innalza straordinariamente col massimo della densità, per quanto Parigi sia alquanto inferiore della Senna Oise che la circonda. Ma questa contraddizione (oltre che dalla maggiore azione civilizzatrice che i grandi centri esercitano da noi, scancellando la leggendaria tendenza alla vendetta che faceva di alcuni omicidi un diritto e un dovere, e dal grado, come lo chiama Ferri, di saturazione criminosa, dall’eccesso nostro in omicidi che non poteva omai esser sorpassato), è dovuta alla speciale condizione in Francia di un elemento nuovo, mancante fra noi che è la immigrazione che aumentavi, sì, ma sinistramente, la densità, portandovi più di 1.200.000 stranieri dell’età e delle condizioni più proclivi al reato,—e ciò in pochi punti. Infatti il massimo degli omicidi, 45, vien dato da Bouches de Rhone che sarebbe uno dei grandi centri di emigrazione, avendo 50.000 italiani. Cosicchè nella carta che costrusse il Joly della criminalità per paese di nascita, toltovi dunque l’elemento immigrativo, il dipartimento Bouches de Rhone dal grado massimo di 86º scende a quello di 62º, e l’Hérault dall’81º scende al 63º, e così le Alpi Marittime dall’83º al 45º, pur non toccando della Senna in cui su 40.000 arrestati, solo 13.000 ne sono nativi, perchè la Senna se importa molte birbe, ne esporta anche molte.

Nell’Hérault, anzi, il circondario sarebbe buono, ma vi è una città (Cette) che guasta tutto, che dà quasi 7 su 10 accusati, certo la metà degli affari giudicati dal Tribunale di Montpellier, specialmente per l’accumularsi di recidivi, che dormono sulle piazze, detti perciò i couche-vetus e sopratutto per gli stranieri. Nel 1889 vi erano 21 stranieri su 118 abitanti accusati, ossia mentre la proporzione degli indigeni era 2‰, quella degli stranieri era del 19‰. Altrettanto avviene a Marsiglia per gli operai lavoranti nel porto. Sono questi stranieri (scrive Joly, o. c.) che dànno il maggior contingente ai furti, agli assassinii, alle sommosse anarchiche, ai ferimenti ecc.

Nel 1881 i rei di stupro

  • si calcolarono 17 su un milione di francesi
  • si calcolarono 60 su un milione di stranieri.

Nel 1872

  • 18 su un milione di francesi
  • 46 su un milione di stranieri.

Era già cosa nota che gli emigranti davano una proporzione massima di delitti.

Dalla recente statistica degli Stati Uniti[8] risulta che gli Stati che hanno il massimo dell’immigrazione, sopra tutto Irlandese e Italiana, dànno il massimo della criminalità.

Così: California 0,30 rei p.‰ abit. 33 % emigranti
Nevada 0,31 » » » 41 » »
Wyomin 0,35 » » » 28 » »
Montana 0,19 » » » 29 » »
Arizona 0,16 » » » 39 » »
New York 0,27 » » » 23 » »
viceversa New Mexico 0,03 » » » 6,7 » »
Pensilvania 0,11 » » » 13 » »

Ciò che scombuia ogni effetto della densità. Così Montana 0,3 abitanti per miglio quadrato, Wyomin 0,2, Nevada 0,6, Arizona 0,4, con densità, dunque, minime si hanno grazie all’emigrazione enormi cifre di reati, mentre N. York (151 per migl. qu.), Pensilvania con 95 per migl. qu. con densità grande, ne hanno meno, e relativamente meno ne dà, 0,21 di reati, District Columbia che raggiunge la densità di 2960 per migl. qu.

Su 49.000 arrestati a New York, 32.000 erano emigranti (Barce, The Dangerous Classes).

Su 38.000 detenuti nell’America del Nord, 20.000 erano figli di stranieri (Beltrami-Scalia, op. cit.).

In Francia si era già notato fin dal 1886 che su

  • 100.000 abitanti stazionari nel loro paese ne andavano 8 alle Assise,
  • 100.000 dimoranti fuori del proprio paese ne andavano 29 alle Assise,
  • 100.000 stranieri abitanti in Francia ne andavano 41 alle Assise.

Ora in Francia l’immigrazione triplicò dal 1851 al 1886, salendo da 380.381 a 1.126.183.

Giustamente osserva il Joly[9] che quando la corrente che spinge all’emigrazione da un paese all’altro è debole, vi innesta gli uomini più energici e intelligenti, ma quando è troppo violenta trascina i buoni coi tristi; e infatti la maggior parte della criminalità degli emigranti è data dalle provincie più limitrofe, che dànno il numero maggiore di emigranti. Così nel 1886 contavanvisi 4 condannati su 100.000 Svizzeri, 18 su 100.000 Spagnuoli, 23 su 100.000 Italiani e quasi nessuno fra gli Inglesi e Russi. In Parigi stesso, a proporzioni eguali d’abitanti, le colonie belghe e svizzere dànno 3 volte più arrestati che gli Inglesi e Americani. La colonia italiana che è solo quadrupla della Austriaca ha un numero d’arrestati 15 volte maggiore.

Quanto meno poi l’emigrazione è stabile, tanto più dà delitti. I Belgi che si naturalizzano in Francia vi commettono molto meno delitti degli emigranti Spagnuoli che quasi vi sono accampati.

Lo stesso può dirsi dell’emigrazione interna dello stesso paese, specialmente di quella a destinazione variabile, dei venditori ambulanti, ecc. Così in uno studio fatto a St-Gaudence donde emigrano molti venditori ambulanti (circa 7000 su 36.000 abitanti), francesi, si nota che costoro diedero una cifra fortissima di reati, truffe, violenze e ferite, che da 41 che erano nei 1831, nel 1869 va a 200, a 290 nel 1881: e frequenti sonvi gli abbandoni dei bambini, gli adulteri e i divorzi.

«La Sarthe è uno dei migliori dipartimenti quanto alla criminalità, ma se si tien nota dei delitti commessi dai suoi nativi, emigrano fuori, s’innalza di 34 gradi nella scala della criminalità. Così Creuse per ragioni analoghe cambiò dal 3º al 18º rango grazie ai suoi 45,000 immigranti per lavori instabili. Ve n’ha che giungono onesti nelle grandi città, ma sempre illudendosi sull’ambiente nuovo che li attira, e quindi facili agli sbagli che a poco a poco poi diventano delinquenti: la ragazza che cede alle prime seduzioni diventa prostituta: l’operaio chiusa la sorgente del lavoro diventa ozioso, e vicino a persone che lo attirano al male, e avendo davanti l’amo di mille piaceri di cui gli altri godono diventa ladro. Vi hanno i criminali che sperano farsi dimenticare e redimersi, ma ricadono pei nuovi contatti o per rivelazioni imprudenti. Infine vi hanno i criminali, che vengono nelle grandi città per commettere i crimini. Nelle piccole città, come dice bene Joly, conviene cercare le occasioni di fare il male; a Parigi le occasioni vengono a voi, vi strascinano. Gli stessi gaudenti ricchi sono causa di delitti, specie contro i costumi, e poi il delitto vi si può commettere con tali fraudi, così da lontano da non parere quasi delitto (Joly, o. c.).

«Il Parigino puro sangue non s’è mischiato alle violenze della Comune (scrive Maxime du Camp) che in iscarsa misura; la schiuma della provincia fermentava in Parigi; tutti gl’impotenti, i vanitosi e gl’invidiosi vi approdano gonfi di sè e si credono atti a reggere il mondo per essere stati esaltati nelle bettole del villaggio. Parigi deve realizzare il loro sogno o perire; Parigi non sa neppure il loro nome, e per scontare sì grave delitto deve cadere».

L’emigrante, dettavo già io nella 2ª edizione di questo libro (1876), rappresenta quella specie di agglomero umano che ha la massima facilità ed incentivo al delitto associato: maggiori bisogni, minore sorveglianza, minore vergogna; maggior agio di sfuggire alla giustizia, maggior uso del gergo; ed i ladri sono quasi sempre nomadi (Vedi Vol. I, Sul gergo). Gli emigranti abbruzzesi formarono il maggior contingente della banda Mancini (Jorioz). La piccola emigrazione dei Garfagnini ai lavori delle cave di Carrara dà luogo a delitti, ancora dopo finita perchè ne tornano dopo bevoni, bestemmiatori e addetti a società segrete (congiurini), ed erano anche nei secoli addietro causa di delitti (De Stefani, Dell’emigrazione di Garfagna, 1879, Milano).—La banda di Fiordispini era, in origine, composta tutta di stagnai, cerretani, mietitori, merciai ambulanti, i quali, già del resto, si segnalavano pur troppo, anche nel delitto sporadico.

Anche quegli emigranti che più dovrebbero rifuggire dal delitto, come coloro che pellegrinano, solo per principio religioso, offersero una cifra notevole alla criminalità associata. Il vocabolo di mariuolo par certo derivasse da quei pellegrini di Loreto o di Assisi, che usavano gridare in coro: Viva Maria, commettendo nel medesimo tempo stupri e ladronecci, che credevano espiare col pellegrinaggio (Lozzi, Dell’ozio in Italia. Firenze, 1870), il quale riesciva per loro, così, un comodo mezzo al delitto e un altro ancor più comodo per la penitenza, una specie di quella famosa lancia che feriva, ma subito dopo guariva le ferite. Una prova sicura di ciò ho rinvenuta testè in un curioso decreto del Re di Francia datato dal settembre 1732, che richiama altri decreti del 1671 e 1686, emanati appunto per impedire i pellegrinaggi, i quali sono dichiarati causa frequente di gravi delitti.[10]

Forse per ciò i paesi dove hannovi santuari celebri sono, in genere, più malfamati, come osservava D’Azeglio ne’ suoi Ricordi.

Ed ecco una nuova causa per cui differisce nel rapporto degli omicidi colla densità, l’Italia dalla Francia, che ha nell’ultimo undicennio 1880-90 una quota media di soli 11.163 emigrati, mentre l’Italia giunge, nel 1892, a 246.751 (124.312 permanente) (Statistica dell’emigrazione italiana, Roma, 1894).

3. Natalità.—Questi studi sull’emigrazione risolvono in gran parte un altro problema che appare completamente contraddittorio in Italia e Francia: parrebbe cioè, che data l’influenza della densità su alcuni reati, essi dovrebbero variare col variare della natalità—e che p. es.: i delitti di furto, i quali crescono colla maggiore densità dovrebbero crescere colla maggiore natalità, eppure in Francia dove vedemmo gli stupri e gli assassinii crescere col massimo della densità essi crescono poi in ragione inversa della natalità.

In Francia fu fatta già prima da Corre e di poi da Joly [11] l’osservazione che la minima natalità è in quei dipartimenti in cui si ha il massimo di delitti:

Natalità Delitti c.
le persone
Furti Stupri
19,00 64 83 17
16,47 66 99 26
14,05 89 186 29

Ma la minima natalità è in Francia in relazione diretta coll’immigrazione di stranieri, tanto più che, come scoperse Maurel (Revue Scientif., 2 nov. 1895), dove è minore natalità è anche una minore mascolinità; or come nota il Joly, per Cette e Marsiglia il vuoto della popolazione per la diminuzione delle nascite è riempito dagli immigranti esteri, specie Genovesi e Calabresi che vi dànno causa a un aumento di reati, aumento che non si noterebbe senza essi; vi sono interferenze date da una parte dalla prolificità degli operai e dall’altra dall’avarizia e conseguente sterilità del contadino; così dove v’è agglomero di operai, come nella Senna inferiore, nel Nord, Pas de Calais in confronto di Chère e Indre, c’è un maggior numero di reati malgrado la maggior natalità.

Ma nel complesso quell’antagonismo predomina; così il centro di Parigi con una parte della Champagne e Normandia e tutti i dipartimenti mediterranei, tolto Gard, offrono un abbassamento brusco di natalità, e un innalzamento brusco di criminalità (Joly).

Così dice Guy, in Tarn e Garonne senza comunicazioni, poverissimi, senza risorse, vedi aumento di popolazione e meno delitti, mentre le comuni ricche e fertili si spopolano rapidamente e hanno più delinquenti e più immigrazione (Joly).

Viceversa, Bretagna, Cher, Senna, Drôme, Vienna, Vandea hanno più figli legittimi, e meno delitti e più matrimoni e non tardivi.

Tutto questo è in rapporto non tanto colla natalità, come coll’emigrazione esterna che ne corregge i vuoti, e, come vedremo fra poco [78]colla ricchezza, e ancora coll’avarizia che vien dalla ricchezza (Vedi Cap. VIII).

Ma quanto vi possa l’immigrazione ce lo mostra il fatto che noi troviamo la legge inversa in Italia che non ha immigrazione, ma anzi emigrazione nel rapporto del 193 per 100.000 abitanti per anno.[12]

Infatti, nei paesi nostri più celebri per criminalità, e anche per povertà, notasi quasi sempre il massimo della nascite. Difatti, durante il dodicennio 1876-88, per ogni 1000 abitanti, si sono avute annualmente, in media, nell’Italia meridionale e insulare 40 nascite, e solo 36 nelle altre parti d’Italia insieme considerate.

Così in Sicilia, alle 4 provincie più funestate da omicidii[13]: Girgenti, Trapani, Caltanissetta, Palermo, corrisponde 3 volte il massimo di nati.

Qui è, oltrecciò, in gioco un’altra causa, la mancanza di inibizione, dovuta al calore, che fa dimenticare tutte le precauzioni economiche nel concubito.

Del resto il forte delle nascite nell’Italia meridionale, come ben mi faceva notare il Del Vecchio, è paralizzato dalla massima mortalità e dall’emigrazione.

Per cui malgrado il maggior numero delle nascite si trovarono presenti in ogni focolare nel 1881 in Sicilia 4,10 persone, in Basilicata 4,5, mentre nel Veneto vivono 5,17 e in Toscana 4,92.

Osservando (R. scientif., oct. 1895) i paesi a massima e a minima natalità in Europa (1871-90):

Inghilterra 34,0 Germania 38,1
Italia 37,3 Ungheria 44,0

e quelli a minima:

Francia 24,6 Irlanda 24,9 Svizzera 29,4

non vediamo una coincidenza parallela per gli omicidi che in Italia e Ungheria fra i primi, in perfetto contrasto coll’Inghilterra e Germania con molta natalità e pochi omicidi.

Delle nazioni a minime natalità, solo l’Irlandese ha dato una cifra minore di omicidi.

Quanto ai furti, se in Italia, Inghilterra e Germania corrisponde un numero maggiore di furti alla maggiore natalità, non vi corrisponde nell’Ungheria—e neanche nella Svizzera—; per cui nelle grandi linee vien meno ogni parallelismo.

4. Residenza urbana e rurale.—Un altro lato della influenza della densità viene illustrato dalla residenza urbana o rurale. Dobbiamo sopratutto al Fayet, al Socquet ed al Lacassagne delle ricerche accurate in proposito.

Dai loro studi emerge, che gli accusati in genere rurali, erano più numerosi dal 1843 al 1856, mentre gli urbani li superano sopratutto dal 1863 in poi.[14]

L’emigrazione dalle campagne nelle città è tanta che costituisce un quinto della popolazione urbana: e vi va la parte migliore, più intelligente, abbassando il livello delle campagne e riportandone i vizi e le abitudini cittadine.

In complesso gli accusati di delitto contro la proprietà hanno diminuito nelle campagne di circa 23, nelle città della metà, così:

  • nel 1848 accusati rurali 73%; urbani 64%
  • nel 1878 accusati rurali 27%; urbani 36%

Gli accusati di crimini contro le persone sono in maggior numero nei rurali nel periodo dal 1823 al 1878, però scemando dopo il 1859 e molto più che non scemino gli urbani.

Nei delitti contro le persone gli accusati infatti erano:

rurali cittadini
nel 1850 1819 830
» 1851 1894 836
» 1870 1180 732
» 1871 1239 603

Quanto all’omicidio il Socquet mostrò che nell’epoca più antica, nel 1846-50, gli accusati rurali superavano i cittadini del triplo, come 76 a 20%, mentre nei periodi moderni, 1876-80, solamente del doppio, 63 a 31%: dunque la criminalità diminuì certo nelle campagne e aumentò nelle città.

Quanto all’assassinio gli accusati erano:

rurali cittadini
% %
nel 1846-50 72 65
» 1876-80 26 31

Diminuirono dunque, nei tempi ultimi nelle città e nelle campagne, ma molto più in queste che in quelle.

Nei delitti contro il pudore sugli adulti, i campagnoli ebbero (certo per la mancanza della valvola della prostituzione) la proporzione più grande in addietro, e negli ultimi anni ebbero:

rurali cittadini
% %
nel 1846-50 74 24
» 1876-80 67 27

con una diminuzione più grande che non nei cittadini, i quali, anzi tendono ad aumentare.

Nei delitti contro il pudore sui fanciulli, il numero degli accusati dal 59% nel 1846-50 calò a 53% nel 1876-80 nei campagnuoli, mentre nei cittadini da 39% crebbe a 45% (Socquet) perchè favoritovi dall’ozio e dagli abusi alcoolici e dei raffinamenti della sazietà.

Quanto all’aborto più chiara è la prevalenza urbana pressochè il doppio, e il triplo anzi negli ultimi anni, mentre è inferiore quasi di un terzo negli infanticidi, certo per la maggiore facilità di trovare mezzi e complici che trovano le cittadine e la minor tema di essere scoperte.

Aborto: 1851-55 1876-80
accusati campagnuoli 9,3 4,2 p. milione d’abitanti
» urbani 19,6 14,5 »
Infanticidio:
accusati campagnuoli 32 35 »
» urbani 21 22 »

(Socquet, Contribution à l’étude de la criminalité en France 1826-80).

La curva dei reati contro la proprietà mostra che le crisi economiche ebbero più eco in campagna che in città (Lacassagne, o. c.).

Le rivoluzioni, le vendemmie hanno un’influenza differente sopra il numero degli accusati in città ed in campagna: quelli di campagna crescono, p. es., negli anni di abbondante vendemmia. Ma le rivoluzioni politiche non si fanno sentire su loro che poco e solo negli anni seguenti alle crisi rivoluzionarie, mentre nei cittadini subito ed intensamente (Lacassagne).

I due centri urbano e rurale hanno delitti proprii. I delitti di campagna sono selvaggi, feroci, di vendetta, di cupidigia ecc.; nelle città dominano la pigrizia, le passioni carnali, il falso.

Questo fenomeno dell’aumento dei reati di libidine, e diminuzione relativa di quelli di sangue che è adombrato dalla proporzione fra la popolazione urbana e la campagnuola, giganteggia quando si studia il delitto nelle capitali, propriamente dette.

Così in Francia, Parigi, dipartimento della Senna puro, l’omicidio (19,9) ha già subito una cifra inferiore a quelli dei dipartimenti che la circondano, Seine et Oise che dà 24,3 ed Oise che dà 25,8 (Ferri), ed è ancora più inferiore nell’infanticidio; mentre nello stupro sui fanciulli dà le cifre massime e nei furti dà pure cifre assai più grandi, 244.

Così in Italia per reati contro la fede pubblica (v. s.), le capitali Torino, Venezia, Bologna, Roma emergono sulle provincie vicine; e così pure nei reati contro il buon costume (Torino, Genova, Venezia, Bologna, Roma, Napoli e Palermo). Invece negli omicidi non si vede emergere che Roma per le cause che noi toccheremo, e in parte Torino, essendo tutte le altre città capitali in diminuzione (V. p. 69).

Vienna dà 10,6 omicidi su un milione d’abitanti, mentre l’Austria dà 25, ma dà furti 116, mentre l’Austria 113.

Vero è che a Berlino dal 1818 al 1878 i reati contro la proprietà, furti e frodi sono diminuiti non ostante la gran fluttuazione della popolazione; come anche il vagabondaggio; mentre invece i reati contro le persone sonvi—salvo nell’anno della guerra, il 1870—in aumento (Starke, op. cit., Arch. di Psich., V, 111), pure le sue cifre d’omicidi sono inferiori a quelle delle provincie; 11,6% su un milione d’abitanti, mentre in Breslau 18,2, Magdeburg 12, Constanz 16; invece nei furti, 449, Berlino è superiore a tutte le altre provincie meno una.

Più spiccato è il fenomeno in Londra dove si notava che attualmente le persone sospette in libertà si calcolavano, su 100.000 abit., 15 in Londra, 50 nelle altre città inglesi e 61 nella campagna.

Di case sospette Londra ne ha 3 o 4 su 100.000 abitanti, le campagne 3,9 e le altre città 18.

Aggiunta.—A proposito dell’influenza dell’immigrazione, troviamo nella citata opera del Coghlands, come al suo aumento al New South Wales corrisponde un aumento di reati come nel 1884-86; però anche gli aumenti delle partenze, 1883-88, si combinano pure con aumenti di reati, 1884-88.

E ristudiando secondo i nuovi studi di Bosco (L’omicidio negli Stati Uniti, 1895) l’influenza degli emigranti negli Stati Uniti nel 1889 negli omicidi, troviamo che:

  • fra i detenuti per omicidio
  • 95 p. 1 milione erano nati negli S. Uniti
  • 138 p. 1 milione erano stranieri, così distribuiti:
Danimarca, Svezia e Norvegia 5,8 per 100.000
Inghilterra 10,4 »
Irlanda 17,5 »
Germania 9,7 »
Austria 12,2 »
Francia 27,4 »
Italia 58,1 »

con proporzioni raddoppiate, salvo per l’Italia e Francia, da quelle che si notano nei paesi d’origine (v. s.), il che conferma provocare la emigrazione anche qui come già vidimo in Francia una selezione a rovescio, salvo che però la differenza provenisse dall’essere l’età degli emigranti quella che corrisponde in Europa al massimo degli omicidi.


  1. Almanacco di Gotha, 1886-87.
  2. Ferri, Omicidio e Atlante, 1895.
  3. Il delitto politico e le rivoluzioni di C. Lombroso e Laschi, 1890.
  4. Bodio, Relaz. della Commissione per la Statistica giudiziaria, 1896 (bozze).
  5. Bodio, Annuario statistico italiano, 1894, Roma.
  6. Ferri, Omicidio, Atlante, 1895.
  7. Mémoires sur la défense de Paris, 1871.
  8. Compendium of the Tenth Census (1880) of the United States, P. II, pag. 1659.—Devo questi dati al fondatore del primo laboratorio d'economia politica universitario prof. Cognetti de Martiis ed al segretario dott. Albertini.
  9. Joly, France criminelle, 1890.
  10. Crediamo utile darne il tenore: «Sua Maestà, avendo richiamate le dichiarazioni del fu Re suo bisavolo, agosto 1671 e gennaio 1686, che proibiscono (sotto pena di galera perpetua contro gli uomini, e di quelle altre pene afflittive contro le donne, che parranno ai giudici d'infliggere) ad ogni suo suddito di andare in pellegrinaggio a San Giacomo in Gallizia, a Nostra Donna di Loreto e in altri luoghi fuori del Regno, senza un permesso espresso da Sua Maestà, contrassegnato da uno dei suoi segretari di Stato, sulla approvazione del Vescovo Diocesano. «Sua Maestà essendo informata che, malgrado questi ordini, molti dei suoi sudditi trascurano di domandare il permesso od abusano in vari modi di quelli ottenuti; e sotto il pretesto specioso di devozione abbandonano le loro famiglie, i parenti, i padroni, le professioni, i mestieri per darsi ad una vita errante, piena di ozio e di libertinaggio, che li porta spesso al delitto; «Che altri sortendo dal regno nella speranza di stabilirsi altrove con maggior utile, non trovano poi nè i vantaggi, nè i soccorsi che avrebbero nella loro patria quando vi tenessero una buona condotta; e la più parte muoiono di miseria sulla strada, o corron rischio di essere arruolati di buon o mal grado nelle truppe delle potenze vicine; «Che spesso accade anche dei soldati in servizio di Sua Maestà si mescolano fra questi vagabondi, e col favore del loro numero disertano; Sua Maestà giudicando necessario, per il bene del servizio e per quello del pubblico, di fermare il corso di questi disordini, togliendo il pretesto che li fa nascere, fa espressa inibizione a tutti i suoi sudditi, a qualunque età, sesso e condizione appartengano, di andare in pellegrinaggio a San Giacomo di Gallizia, a Nostra Donna di Loreto e di Monferrato, ed altri luoghi fuori del suo dominio, e qualunque siane la causa o il pretesto, e ciò sotto pena di galera perpetua per gli uomini, ecc. ecc. «Dichiarando nulli e di nessun effetto tutti i permessi che furono in precedenza accordati».
  11. Joly, La France criminelle.—Corre, Les criminels, 1887.
  12. Del Vecchio, Sull'emigrazione ecc., 1892.
  13. Bodio, Statistica penale, negli anni 1879-83: Omicidi Nati p. 100 m. p. 100 m. Caltanissetta 46,2 4400 Catania 26,9 3900 Girgenti 70,7 4600 Messina 19,2 3900 Palermo 42,5 3900 Siracusa 15,7 4000 Trapani 40,2 4300
  14. Lacassagne, nell'Archivio di Psichiatria ed Antropologia criminale, III, pag. 311. Fayet però aveva già nel 1830-44 notata 1 accusato rurale su 405 abitanti ed 1 accusato cittadino su 165 abitanti (Journ. des Econom., 1847).