Capitolo XIII

Età—Precocità.

Età. Precocità.—L’influenza dell’età sul delitto offre una delle poche linee spiccate che lo differenzino dalla pazzia. Chi confronta la seguente tabella, costrutta su un numero presso a poco eguale d’individui pazzi, delinquenti e sani, vede subito come la cifra maggiore dei delinquenti si raccoglie fra i 20 ed i 30 anni, età in cui più scarsa è la cifra dei liberi, ed anche dei pazzi, che invece eccedono tra i 30 ed i 40.

ITALIANI INGLESI AUSTRIACI
ETÀ
Sopra 20.011 liberi Sopra 20.011 pazzi Sopra 26.590 rei Sopra 23.768 rei Sopra 12.788 rei
43,55 6,18 12,9 25,10 10,4 Dalla nascita a 20 anni
17,01 2,34 45,7 42,40 42,6 da 20 a 30
14,32 26,21 28,8 16,80 27,07 da 30 a 40
10,67 22,91 11,6 8,40 12,1 da 40 a 50
7,89 14,02 3,8 4,20 5,9 da 50 a 60
6,56[1] 9,34 0,9[2] 2,0[3] 1,24[4] da 60 in su

E mentre gli alienati, dai 40 anni in poi, offrono una quota notevole, il doppio o più, dei liberi e dei rei, questi ultimi dopo i 40 anni dànno cifre minori; anzi dai 50 in giù, pressochè la metà, e anche meno, degli uni e degli altri.

Con confronti ancora più minuti si ha che la cifra massima della delinquenza oscilla fra i 15 ed i 25 anni; ora in Inghilterra che la quota dei rei giovani di 12 ai 21 anno vi va diminuendo, vi sta ancora in confronto agli onesti, come 22 a 45,[5] mentre da 50 in giù stanvi come 23,5 a 24,8.

In Austria 16 dei condannati oscilla tra i 14 e i 20 anni, 46 tra i 21 ed i 40; mentre 36 della popolazione onesta appena toccano quell’età (Messedaglia).

In Francia su 1477 omicidi condannati a morte

  • 107 dai 16 ai 30
  • 534 dai 30 ai 40
  • 180 dai 40 ai 60
  • 69 dai 60 in su.

Nella nostra centuria di rei[6] ne trovammo di bevitori il 35% tra 2 e 10 anni, e di questi 5 prima degli 8 anni; il 25% dedite all’acquavite; 6 su 21 eransi masturbati prima dei 6 anni, e 13 su 21 prima dei 14 anni si diedero alla Venere, ciò che mostra l’enorme precocità loro nel vizio.

Nel delitto iniziarono la loro carriera, su 46 rei interrogati da me:

  • 1 a 4 anni
  • 2 a 7 anni
  • 6 a 8 anni[7]
  • 1 a 9 anni
  • 5 a 10 anni
  • 4 a 11 anni
  • 3 a 12 anni
  • 3 a 13 anni
  • 3 a 14 anni
  • 7 a 15 anni

Più 12 dissero ch’eran fuggiti dalla casa paterna per evitare le punizioni od il lavoro.

Marro in 462 criminali (o. c.) constatava che: 86 erano già delinquenti ai 15 anni, 9 anzi prima degli 11, in complesso dunque il 18,6% prima dei 16 anni, anzi cogli inviati alla casa di correzione il 21,7%.

Tale precocità del delitto, maggiore senza alcun dubbio di quella dell’alienazione, è un’altra prova che esso, ben più di questa, procede da cause congenite: ed a chi ricordi come la precocità è uno dei caratteri del selvaggio (Spencer, Princ. di Sociol., 1879) fornisce un’altra prova dell’origine atavica del delitto.

Nei Vanica i giovani giunti all’età maggiore vanno nudi in una foresta e non ne escono finchè non abbiano ucciso un uomo (Barth, Afrique orientale, 1876); e similmente, certo, per influsso atavico in questi ultimi anni a Napoli moltissima gioventù si proposero per tipo di perfezione lo scuonceco o la mala vita che vuol dir far il prepotente, andare armati di revolver e mazze, di far all’amore, mettere a posto i genitori e le guardie, e tutto questo dai 15 anni in su, ed anche prima. Questo scuonceco è una specie di camorra infantile il cui primo vanto è aver ferito o ucciso qualcuno.

Ciò viene pure provato da quella fatale parola siciliana omertà, che ad un tempo accenna alla virilità ed al malandrinaggio.

V’è, sul finire della giovinezza, una specie di tendenza istintiva verso il delitto, che, dalle menti immature, si prende per una prova di virilità. Ciò molto bene espresse Manzoni nel suo romanzo: «Gervaso «a cui, per aver tenuto mano ad una cosa che puzzava di criminale, «pareva d’essere diventato un uomo come gli altri…» (Cap. XI).

Marra saggiò collo studio degli onesti questa recrudescenza degli impulsi atavici nella pubertà: egli su 917 scolari dai 6 ai 10 anni trovò: condotte buone 48,3%—mediocri 33,3%—cattive 18,21%.

Studiando poi 3012 individui tra gli 11 e i 18 anni trovò: condotta buona 64%—mediocre 46%—cattiva 9,2%.

Però discriminandola nelle varie età egli ottenne:

cattiva condotta buona condotta
a 11 anni 69% 6,0%
a 12 anni 62% 10,2%
a 13 anni 63% 11,1%
a 14 anni 58% 10,1%
a 15 anni 60% 11,7%
a 16 anni 62% 7,0%
a 17 anni 68% 8,6%
a 18 anni 74% 7,8%[8]

il che risponde aritmeticamente, se si tien conto della prima esacerbazione—tra 11 e 13 anni—a quella quota di pazzia morale che abbiamo trovato nella infanzia e—verso a 16 ai 17 anni—a quell’altra esacerbazione col 2º massimo della condotta cattiva e il 2º minimo della buona che ripullula all’avvicinarsi della pubertà.

Il 10% dei reclusi della Generala mi confessò francamente di essersi dato al ladroneccio prima dei 12 anni, per istigazione ed ammaestramento di compagni più che per vero bisogno.

Pretesa scala del delitto.—In un caso potei constatare una vera graduazione nell’entità del furto, avendo il ragazzo rubato prima 4 soldi per comperarsi una trottola, poi 8 soldi, poi 1 franco, poi 3. Ma in genere la pretesa scala del delitto è immaginaria, e molti incominciano ad entrare nel crimine per la porta massima dell’omicidio e dello stupro,—ed i delitti più atroci sono spesso i più precoci. Si trovò un giorno a Milano un vecchio crivellato di 82 ferite; lo si credette vittima di atroce vendetta; ma il processo provò che gli autori erano 5 giovanetti da 15 a 19 anni che l’aveano voluto uccidere per spogliarlo e col bottino scialare in postribolo: tutti vollero contribuire con parecchi colpi all’eccidio (Locatelli, op. c.).

I grandi delinquenti cominciarono, tutti a mostrarsi tali nell’età giovanile, specialmente allo sviluppo della pubertà, qualche volta anche prima. Bousegni a 18 anni, Boulot a 17, La Brinvilliers a 18 anni, Boulot a 12, Dombey a 7 12 anni era ladro, a 12 ladro e sacrilego. Salvatore B., che mi scrisse la sua vita, confessa che a nove anni aveva tentato furti e stupri.—Crocco a 3 anni spennava gli uccelli; Lasagna, d’Alessandria, a 11 anni tagliava la lingua ai buoi e la inchiodava sui banchi. Verzeni era omicida e stupratore a 17 anni. Cartouche a 11 anni derubava i condiscepoli. Lemaire, a 19 anni era di una perspicacia e di una sveltezza tale, sia nell’ideare come nel commettere un delitto, da superare l’abilità del complice Avinain che ne aveva 60: del resto, tutti due avevano un eguale istinto feroce e perverso. La Lafargue a 10 anni strozza i polli. Feuerbach narra di un parricida come prendesse diletto da bimbo nel far saltare e svolazzare i polli da lui accecati.

«La tendenza al furto (continua il Locatelli) si manifesta nell’età più tenera—comincia con piccole sottrazioni domestiche e progredisce man mano. Invece gli assassini diventano tali tutto in un tratto ed anche in età giovanissima. Quindi si troveranno molto più facilmente degli assassini impuberi che non dei ladri novellini colti a scalare finestre».

Nelle carceri di Parigi non sonvi meno di 2000 minorenni, da 16 ai 21 anni. 996 per assassinio e furto, metà dei quali minori dei 16 anni. Gli assassinii commessi da questi giovani sono segnalati dalle ferocie più orribili. Maillot e Gille coi loro compagni uccisero la loro benefattrice, strapparonle coi denti le dita per averne gli anelli; in questa banda il più giovane aveva 15 anni, il più vecchio 18, in ognuna di queste bande vi era una ragazza appena nubile (D’Haussonville, L’enfance à Paris, 1876).

Vincent fino a 22 anni era onestissimo: a 22 vede l’orologio di un suo compagno e subito l’adesca a una passegiata e l’uccide e poi ritorna al giuoco dei dadi.

Pipino, Bagnis, Quarteri, Verzeni, Moro, Prevost cominciarono coll’assassinio. Prevost durante 21 anni fece servizio inappuntabile come guardia. Martin uccise la propria moglie, era sempre stato onesto. Carlo IX fu re crudele fin da bambino.

Criminalità, specifica.—Ogni età, però, come ben dimostrarono Quetelet, Guerry, Messedaglia, ha la sua criminalità specifica. La giovinezza e la decrepitezza in Austria dava il massimo della libidine, il 33%; anche il Guerry segna i due massimi della libidine fra i 16 e 25 anni, e fra i 65 e i 70. In Inghilterra il massimo dei crimini contro natura è tra i 50 e 60 anni. E qui certo, chi conosce come la demenza senile e la paralitica, che comunemente scoppiano dopo i 50 anni, s’accompagnano spesso a delirio satiriaco, deve dubitare che non rare volte in questo caso siasi presa la pazzia pel delitto.

Un’altra tendenza dell’età giovanile è quella dell’appiccato incendio (30,8 in Austria, secondo Messedaglia); anche qui alla mente soccorre il fatto, che la mania degli impuberi si associa con singolare persistenza alla piromania; altrettanto, potrebbesi dire del furto. Ma il Quetelet fa osservare che la tendenza al furto, se è una delle prime a manifestarsi, pur domina in qualche modo in tutta la nostra esistenza, è comune a tutte le età.[9]

Nell’età virile prevalgono le uccisioni e gli omicidi, gl’infanticidi, gli aborti provocati, i ratti, 78 e 82% (Austria).

Nell’età matura ingrossano le calunnie, le truffe, le infedeltà, le estorsioni, l’aiuto ai rei, e la libidine.

Nella vecchiaia, oltre quest’ultima, si notò l’aiuto ai rei, l’infedeltà, la truffa, e, nuova analogia coll’età giovanile, l’appiccato incendio, e il furto d’oggetti consegnati.

Per farsi un’idea completa della distribuzione del delitto secondo l’età, gioverà questa tabella degli accusati e condannati sopra 1000 abitanti coetanei in Francia, dal 1826-40.[10]

Età Furto Stupro Ferite Uccisione Omicidio Avvelenamento Truffa Calunn. Totale
sotto i 16 anni 0,4 0,1 0,1 0,2 0,1 0,3 0,1 0,1 0,3
da 16 a 21 16,0 14,1 10,9 7,3 6,0 3,4 3,8 4,6 12,2
da 21 a 25 18,4 14,3 13,5 15,3 14,2 9,5 10,1 9,1 15,8
da 25 a 30 14,7 12,6 20,1 16,6 14,1 13,9 11,8 8,8 14,6
da 30 a 35 13,7 11,1 10,7 14,0 15,3 12,2 13,4 11,0 13,3
da 35 a 40 10,7 8,8 11,8 11,1 10,8 11,3 12,8 11,7 10,8
da 40 a 45 6,6 7,5 5,8 8,3 9,7 13,0 11,5 11,0 8,9
da 45 a 50 6,4 6,4 8,8 7,3 8,2 9,4 9,7 10,0 7,0
da 50 a 55 4,5 4,1 4,7 5,8 6,3 6,5 7,6 9,3 5,1
da 55 a 60 3,1 4,4 3,3 4,5 5,2 4,8 5,5 8,3 3,9
da 60 a 65 2,6 4,8 2,9 4,0 4,3 4,8 5,4 6,9 3,4
da 65 a 70 1,8 5,2 1,6 3,0 3,2 5,1 3,9 5,4 2,5
da 70 a 80 1,2 4,5 0,8 1,7 1,7 3,0 3,0 3,8 1,6
al di sopra de’ 80 0,4 2,1 0,5 0,9 0,6 2,8 1,4 0,6

Per l’Italia tolgo da Marro questa statistica nella quale 500 delinquenti sono distribuiti nelle varie età che avevano all’epoca della prima delinquenza.

Età in cui i rei incominciarono a delinquere.[11]

DELINQUERE

«Anche da questo studio chiaramente risulta come da noi le tendenze ostili alla proprietà, prime a manifestarsi sotto la forma del furto, perdurano per quasi tutta la vita dell’uomo, tendendo però col progredire negli anni ad assumere la forma della truffa. Le tendenze contro le persone si manifestano, invece, dapprima a preferenza nella forma mista delle grassazioni, e poi coi ferimenti, colle ribellioni e cogli omicidi, e verso il declinare della vita più particolarmente collo stupro su bambine» (Marro, o. c.).

«La massima precocità si osserva nei ladri; vengono quindi i grassatori, i feritori, e poi gli omicidi ed i truffatori. La massima tardività è propria degli stupratori, che chiudono la carriera del delitto, il quale comincia già allora ad apparire effetto frequente della demenza senile».


  1. Lolli, Stat. del manicomio di Imola, 1874, Imola.
  2. Cardon, Stat. delle carceri, 1871, Roma.
  3. Maydew, Op. cit.
  4. Oesterr. Strafanst., 1874, op. cit., Vienna.
  5. In Inghilterra (Leone Levy): 1857-1878 Popolazione criminale Popolazione onesta A 12 anni 1,1 13,52 A 16 anni 3,2 22,58 A 21 anni 18,1 9,59 A 30 anni 32,4 16,66 A 40 anni 21,0 12,80 A 50 anni 13,1 10,05 A 60 anni 7,1 7,32 in su 3,3 7,48 (Journ. of Statist. Society, 1882).
  6. Rossi, 1ª Centuria di criminali, Torino, Bocca, 1885.
  7. Rubando gli attestati di merito per aver il premio alla fine d'anno.
  8. La Pubertà ecc. (Bibbl. Antrop. Giurid.). Torino, Bocca, 1896.
  9. Quetelet, Phys. Soc., 325.
  10. Guerry, Sur la Stat. Morale de la France, pag. 24.
  11. Per stabilire questa età Marro si giovò degli esami originali, nei quali conservava le notizie anamnestiche ricavate dagli interrogatori dei varii delinquenti.