Capitolo XIV

Sesso—Prostituzione.

Sesso.—Tutte le statistiche s’accordano nel dimostrare quanto scarsa sia la quota che dà il sesso femminile in confronto al virile nella delinquenza grave: e la quota s’assottiglierebbe ancor più se, come mostrano indirettamente le statistiche delle molte assoluzioni, noi escludiamo dalla delinquenza abituale le infanticide.

In Austria le donne ree non giungono al 14% del totale; in Spagna all’11; in Italia all’8,2.

Riassumendo, ecco la proporzione della criminalità femminile e maschile in varii paesi d’Europa[1]:

Uomini Donne Rapporto
Italia (1885-89) 100 19 5,2 : 1
Gran Brettagna (1858-64) 79 21 3,8 : 1
Danimarca e Norvegia 80 20 4,0 : 1
Olanda 81 19 4,5 : 1
Belgio 82 18 4,5 : 1
Francia 83 17 4,8 : 1
Austria 83 17 4,8 : 1
Baden 84 16 5,8 : 1
Prussia 85 15 5,7 : 1
Russia 91 9 10,1 : 1
Buenos-Ayres (1892) 96,44 3,56 27,1 : 1
Algeria (1876-80) 100 4,1 25,0 : 1
Vittoria (1890) 100 9 11,1 : 1
New-South-Wales 100 17,4 5,8 : 1

Raggruppando insieme tutte le specie di delinquenti condannati, per le annate dal 1885-89 in Italia, si ha la seguente media annua:

Per gli uomini Per le donne
286,825 54,837

Tenuto conto che i delitti giudicati dai pretori sono i meno gravi, quelli dalle Corti d’Assise i più gravi, e quelli dei Tribunali presentano media gravità, abbiamo (media annua) in Italia per ogni 100 condannati maschi, le femmine ree così distribuite:

  • 21,8 condannate dai pretori
  • 9,2 condannate dai Tribunali
  • 6,0 condannate dalle Corti d’Assise.

Età per sesso.—E l’analogia comincia a trovarsi anche per l’età. Si era detto da quasi tutti gli statisti, che la donna entra assai più tardi dell’uomo nella via del delitto. L’Oettingen fissa il massimo della sua criminalità tra il 25º ed 27º anno; Quetelet, in un passo, che poco dopo viene a contraddire, lo fisserebbe perfino al 30º anno,[2] mentre nell’uomo il massimo sarebbe nel 24º.

In Italia nelle medie annue dal 1885 al 1889 le donne dànno, per rispetto all’età delle condannate e per ogni 100 delitti commessi da uomini, nelle singole categorie:[3]

Pretori Tribunali Corti d’Assise
Fino a 14 anni 22,5 10,1 0,0
Da 14 a 21 anni 22,2 9,0 3,3
Da 21 a 50 anni 21,6 8,4 5,5
Da 50 in su 23,1 10,5 11,1

Da cui si ricava che in tutte le categorie dei reati, leggieri, gravi, gravissimi, la criminalità femminile, confrontata alla maschile, raggiunge le più alte proporzioni nell’età più avanzata, vale a dire quando i caratteri speciali del sesso sono come soffocati dall’età. Infatti fra i condannati dalla Corte d’Assise, le donne sopra i 50 anni rappresentano l’11,1 per 100 uomini, mentre da 21 a 50 solo il 5,5%.

Subito dopo l’età matura la criminalità femminile raggiunge le più alte proporzioni nell’età infantile (fino a 14 anni), nell’età in cui i caratteri sessuali non si sono ancora del tutto sviluppati.[4] Ma non però per i reati più gravi; infatti, delle fanciulle minori di 14 anni nemmeno una venne condannata dalle Corti d’Assise, mentre nei maschi 4650 su 10 milioni (4 su 10,000).

Anche in Germania, mentre i condannati maschi al disopra dei 60 anni formano il 2,6% del totale, le femmine nel medesimo periodo formano il 3,8%. Su 100 uomini rei si hanno 25,4 donne ree sopra i 60 anni, e solo 19,61 tra i 20 e i 40.

In Germania si avevano da 12 a 21 anni, su 100 uomini, 19,63 rei; mentre da 21 a 40 anni, su 100 uomini, 19,61 donne ree, cifre che provano esistere anche qui una quota piuttosto alta di criminalità giovanile nella donna.

In Francia, dal 1876 al 1880, per 100 rei maschi minori di 16 anni, si avevano 16,3 donne; e per 100 rei maschi al disopra di 21 anni, la cifra delle donne saliva a 17,7.

La forte quota di minorenni ree viene confermata da quella delle minorenni prostitute. In Francia, secondo il Parent-du-Chatelet, se ne trovava al disotto dei 17 anni il 15%; secondo Guerry, il 24% delle prostitute di Londra era inferiore ai 20 anni.

Criminalità specifica.—La donna ha naturalmente una criminalità specifica, diversa da quella virile; nell’impero d’Austria (Messedaglia) commette più spesso aborto, bigamia, calunnia, aiuto ai rei (7,28), appiccato incendio, furto (24,18); più di raro omicidi e contraffazioni di carte. In Francia predominano fra esse l’infanticidio (94), l’aborto (75), l’avvelenamento (45), l’uccisione dei parenti e il maltrattamento dei bimbi (50), i furti domestici (40), gl’incendi (30). In Inghilterra cominciano a mostrarsi frequenti, le false monetarie, le spergiure, le calunniatrici, ed aumentano alcun poco le omicide (Guerry, Quetelet).

Studiando, in Italia, i delitti a seconda della loro specie, Roncoroni (o. c.) ottenne i seguenti risultati:

Media di 3 anni Per milione Ogni 100 uomini
Reati (Corti d’Assise) U D U D
Delitti politici e contro l’Amministrazione dello Stato 91,2 0,6 5,472 0,036 0,5
Delitti di falso e contro il commercio 345,8 24,0 22,822 1,440 6,9
Ozio, vagabondaggio, contravvenzioni 114,6 1,0 6,876 0,066 0,8
Contro i costumi 251,0 15,6 17,6 1,16 5,16
Aborti, infanticidi 10,8 51,6 0,618 3,086 476,8
Assassini, omicidi 144,0 49,2 75,504 2,952 3,4
Avvelenamenti 4,4 5,4 0,264 0,324 122,7
Ferimenti 899,2 34,2 59,346 2,052 3,8
Grassazioni 473,2 5,8 35,630 0,348 1,2
Furti 910,8 60,8 60,060 4,012 6,6
Truffe 22,8 1,4 1,368 0,084 6,3
Ricettazioni 92,2 18,6 5,520 1,116 20,2
Incendi 44,2 3,8 2,652 0,228 8,6

Sappiamo già che la media della compartecipazione delle donne ai reati giudicati dalla Corte d’Assise è di 6 ogni 100 uomini.

Nei seguenti reati la superano di assai:

Ricettazioni 20,2
Avvelenamenti 122,7
Aborti, infanticidi 476,8
Incendi 8,6

Questi ultimi si possono ritenere dunque come delitti più proprii alla natura femminile (Roncoroni, o. c.).

La scarsità dei delitti contro l’Amministrazione dello Stato si spiega facilmente considerando che, relativamente agli uomini, sono pochissime le donne.

La minima partecipazione della donna alla grassazione, all’assassinio, omicidio e ferimento, si deve alla natura stessa della costituzione femminile: l’immaginare un assassinio, il prepararlo, l’attuarlo richiedono almeno in un gran numero di casi, non soltanto forza fisica, ma una certa forza e complicazione delle funzioni intellettuali, anzi più queste che quella. E un tal grado di sviluppo fisico e mentale è di regola deficiente—in confronto all’uomo—nella donna. Ci sembra che invece i reati relativamente all’uomo più frequenti nella donna, siano quelli che richiedono minore forza fisica e intellettuale, e ciò valga sopratutto per le ricettazioni, per gli avvelenamenti, per gli aborti e gl’infanticidi. E dico forza intellettuale, e non coltura, in quanto che è noto che gli avvelenamenti vengono commessi con frequenza anche da persone colte.

Quetelet già aveva fatto osservare che queste differenze dipendono, assai più che non da una minore pravità dell’animo, dalla vita più ritirata, la quale porge minori occasioni alle aggressioni, alle mancanze al pudore; dalla minor forza, quindi minori assassini; dalla minore istruzione, quindi minori delitti di stampa.

Difatti, nei delitti domestici esse uguagliano, e qualche volta superano i maschi. Negli avvelenamenti dànno una cifra di 91%, e nei furti domestici del 60, senza dire che negli aborti e negl’infanticidi stanno come 1250 a 260 dei maschi.

Se aggiungiamo che l’abbondanza maggiore dei delitti nei maschi per mancanza al pudore viene, più che eguagliata, superata, almeno davanti allo psicologo, dal meretricio, e che nei paesi e nelle epoche più civili la criminalità della donna aumenta, e quindi tende ad avvicinarsi alla virile, troviamo che le analogie sono molto maggiori di quanto si potrebbe aspettare.

Prostituzione.—La scarsità delle condanne per ozio, vagabondaggio e contravvenzioni deriva da molte circostanze, tra le quali possiamo enumerare la molto minor tendenza della donna all’alcoolismo e quindi alla serie di mali che ne seguono; il partecipare in minor grado al commercio; al fatto che nell’età giovine le prostitute sostituiscono qui completamente e assolutamente la criminalità, facendo il vagabondaggio e l’ozio, parte, si può dire, della ignobile professione.[5]

Poichè se non davanti al giurista, certo davanti alla pubblica opinione, le prostitute dovrebbero contarsi fra la popolazione criminale, ed allora le partite fra i due sessi sarebbero pareggiate, e forse il sesso debole avrebbe una prevalenza. Secondo Ryan e Talbot, ogni 7 donne di Londra, e ad Amburgo ogni 9 ragazze, si conterebbe una prostituta.—Noi in Italia n’abbiamo 9000 di riconosciute; e nei grossi centri 18, e fino 33‰ abitanti (Castiglioni, Sulla prostituzione, Roma, 1871).

E la triste quota si è raddoppiata, decuplata in alcuni paesi. A Berlino, da 600 che erano nel 1845, crebbero a 9653 nel 1863. Du Camp calcola a 120,000 le sole clandestine di Parigi negli ultimi anni (Paris, 1876).

Un egregio statista scriveva: «La prostituzione è alle donne quello che il delitto è agli uomini» (Corné, Journ. des Économistes, 1868, p. 89). Altrettanto vedemmo ripetuto, e quel che è meglio provato, dal Dugdale colla genealogia degli Juke (v. s.). Anch’essa è causata dalla miseria e dalla pigrizia; ma soprattutto dall’alcoolismo, dalla eredità e dalla speciale tendenza dell’organismo. E noi abbiamo veduto e vedremo sempre più come gli stessi caratteri fisici e morali del delinquente si possono applicare alle prostitute, e quanta sia la loro reciproca simpatia.

«Confrontando i dati raccolti nelle opere (scrive Locatelli, p. 178) colle risultanze della mia esperienza, ho potuto convincermi che i pubblicisti caddero tutti, dal più al meno, nello stesso errore, assegnando a causa principalissima del meretricio l’abbandono e la miseria in cui versano molte giovinette del proletariato.

«La prostituzione, secondo me, ripete la sua origine, in principal modo, dalle viziate tendenze naturali di alcune individualità del sesso gentile, come la tendenza al furto, ecc., nel sesso mascolino; e ciò ne rende impossibile la cura radicale. Il difetto di educazione, l’abbandono, la miseria, i cattivi esempi possono essere considerati tutto al più quali cause secondarie, come le cure della famiglia e l’istruzione possono servire di freno salutare alle cattive tendenze.

«La tendenza al meretricio è la mancanza istintiva del sentimento del pudore, che bene spesso si manifesta contemporaneamente alla mancanza di ogni sensibilità sessuale, dappoichè molte di quelle infelici sono di un temperamento apatico.

«Questa specie di automi di nulla si curano, e molto meno si commuovono; nei fugaci e molteplici loro rapporti esse non dimostrano preferenza di sorta. Se poi concedono i loro favori ad un amante lo fanno non già per simpatia, ma per pura ostentazione e per seguire l’usanza delle loro pari, mostrandosi indifferentissime tanto agli omaggi come agli atti del più brutale disprezzo».

Noi vedemmo, è vero, che quest’apatia è interrotta da violenti ma fugacissimi tratti,[6] ma anche in questo quanta somiglianza col delinquente di cui l’apatia, l’insensibilità e le violente, ma fugaci passioni e la pigrizia sono i caratteri predominanti (V. pag. 89, ecc.).

Ma anche a rigore di legge e di cifre, una parte delle prostitute va compresa fra le delinquenti. Il Guerry osservò che a Londra le prostitute fino a 30 anni davano un contingente di criminali dell’80, e dai 30 in su, del 7%. Ed appunto come la prostituzione, così anche la delinquenza va crescendo nella donna in ragione della maggiore civiltà, e quindi va tendendo ad equipararsi alla virile.—Davano le ree il 18,8 nel 1834 in Londra ogni 100 maschi; il 25,7 nel 1853; e mentre nella Spagna scendono all’11, in Francia salgono al 20; in Prussia toccano al 22; in Inghilterra al 23. Nell’Austria mentre il totale della criminalità delle donne è di 14%, nella capitale giunge a 25, e nella Slesia a 26.[7]

Ma oltre a questi ultimi, molti altri e gravi argomenti ci movono a sospettare maggiore, che non appaia dalle statistiche, la criminalità delle donne.

Infatti i reati, cui più facilmente la donna si abbandona, come manutengolismo, aborto, avvelenamento, furto domestico, sono fra quelli che meno facilmente si rivelano o si denunciano. S’aggiunga il fatto, ormai notorio, della maggiore loro intensità e tenacità nel delinquere. Noi abbiamo veduto, poco sopra, come nelle donne la perversità, quando esiste, sia in grado maggiore degli uomini, e come le ragazze in America abbiano mostrato minor correggibilità dei maschi.

Ad ogni modo il fatto della minor criminalità (e se la prostituzione fosse un equivalente sarebbe ad ogni modo da equipararsi alla minore criminalità) si accorda col minor numero di segni degenerativi delle donne criminali.

Civiltà.—Se consideriamo l’influenza della civiltà sui singoli delitti, troviamo che tanto nell’uno come nell’altro sesso, ma più nel femminile, vanno aumentando in Italia regolarmente, col diminuire della civiltà, i seguenti delitti: gli assassini, i ferimenti, le grassazioni, gli avvelenamenti, ossia i delitti più gravi. Il sopradetto aumento è irregolare per i reati d’ozio, vagabondaggio e contravvenzioni e pei reati contro i costumi.

Per mostrare quanto la meno avanzata civiltà aumenti alcuni delitti, noto che, in confronto all’Italia Settentrionale, la quota di ciascuno dei seguenti delitti per milione d’abitanti è:

Nell’Italia centrale.

Uomini Donne
Per gli assassini, omicidi 5 volte più grande 4 volte più grande
Per i ferimenti 3 volte più grande 2 volte più grande
Per le grassazioni 13 volte più grande 5 volte più grande
Per i furti 14 volte più grande 23 volte più grande
Per gli incendi 13 volte più grande 2 volte più grande

Nell’Italia meridionale.

Uomini Donne
Per gli assassini, omicidi 12 volte più grande 24 volte più grande
Per i ferimenti 6 volte più grande 11 volte più grande
Per le grassazioni 4 volte più grande 5 volte più grande
Per i furti 13 volte più grande 35 volte più grande
Per gli incendi 3 volte più grande 6 volte più grande

Quanto agli aborti e infanticidi, va osservato che, quanto più il paese è civile, tanto più tendono a verificarsi in età precoce; quanto meno è civile, tanto più tendono a manifestarsi in età avanzata. Il che, mi sembra debba attribuirsi al fatto che nei paesi più civili il sentimento d’onore delle fanciulle rese gravide è più sviluppato, o almeno le trascina a liberarsi dall’onta inflitta dal triste pregiudizio sociale con maggiore energia nei paesi meno colti. La maggiore frequenza di questi reati dai 21 ai 50 anni e che non dai 14 ai 21 indica influirvi assai meno il sentimento d’onore che una triste usanza. E qui ricordo l’uso generalizzato dall’aborto nei paesi selvaggi.

La civiltà e l’istruzione sembra facciano aumentare il delitto più rapidamente nel sesso maschile che non nel femminile.

In Francia i Tribunali Correzionali condannavano per delitti commessi dal 1831 al 1835, uomini 52.514 e donne 11,941; dal 1851 al 1855, uomini 128.589 e donne 26.747; dal 1876 al 1880, uomini 146.210 e donne 25.035: così che dal 1831 al 1880 l’aumento è per gli uomini di 2,8, per le donne di 2,1. L’accrescersi dell’istruzione tende a tenere in Francia la cifra della criminalità meno alta nelle donne che non negli uomini. Mentre infatti su 1006 uomini e 125 donne recidivi nel 1888, si avevano l’1% di maschi con istruzione superiore e il 9% con istruzione elementare, nel sesso femminile le cifre rispettive erano del 0% e 5%; invece gl’illetterati formavano il 30% dei maschi e il 47% delle femmine. E nel 1887-88, su 244 relegati, il 30% degli uomini e il 39% delle donne erano illetterati; il 53% (uomini) e il 51% (donne) sapevano leggere e scrivere; il 15% (uomini) e il 10% (donne) avevano un’istruzione elementare; il 2% (uomini) e il 0% (donne) avevano un’istruzione superiore.

Anche in Germania, mentre nel 1854 su 100 delitti, 77 erano commessi da uomini e 23 da donne, nel 1875 le cifre rispettive erano 83 e 16, così che dal 1854 al 1878 si ebbe una progressiva diminuzione della partecipazione del sesso femminile al delitto. Va notato però che questa diminuzione non è che relativa al numero dei delitti commessi dal sesso maschile; considerate in sè anche le cifre riferentisi al sesso femminile, presentano un aumento, minore però di quello del sesso maschile.

Gli infanticidi sono commessi più frequentemente nelle campagne, gli aborti nelle città; in Germania nel 1888, su 172 infanticidi, 1 solo era commesso a Berlino, mentre su 216 aborti, 23 a Berlino. E in Francia il 75% degli infanticidi sono commessi nelle campagne, e il 60% degli aborti nelle città.

In alcuni paesi più civili (Inghilterra, Australia) la criminalità femminile pare avvicinarsi alquanto alla maschile, ma ciò è dovuto all’influenza delle piccole offese alla legge (ubbriachezza, ozio), mentre per le forme gravi di reati (omicidi, truffe), anche in essi la criminalità femminile è di gran lunga inferiore alla maschile, e par diminuire più che avanzare.

Nei paesi barbari la delinquenza femminile è infinitamente più bassa sicchè in Bulgaria Laveleye non trovava quasi donne in carcere: il che si spiega per i minori attriti che dan minori occasioni a delinquere: e così relativamente in Italia.

Considerando l’influenza delle grandi città nei singoli delitti, si vede che sopratutto i ferimenti, le grassazioni e i furti sono notevolmente maggiori nelle grandi città che non nelle piccole e nella campagna: a Berlino, per es., è molto manifesta l’influenza del grande agglomeramento di persone come causa di aumento di delitti del sesso femminile; infatti si hanno 26,6 donne condannate su 100 condannati maschi, mentre nel Regno tutto non passano il 19,7%.

E mentre in Inghilterra dal 1859 al 1864 nei delitti di competenza delle Assise si notarono 35, 36, 38, 33, 31, 32 donne delinquenti su 100 uomini, a Londra, negli arresti operati dalla polizia metropolitana dal 1854 al 1862, su 100 uomini si annoverarono 57 donne; a Liverpool 69; a Dublino 84.

Pei delitti contro la proprietà tanto la donna maritata come l’uomo ammogliato delinquono meno dei celibi, ma pei delitti in genere, da 30 anni in su la donna maritata delinque di più della nubile, mentre pei maschi solo da 70 in su, il che è dovuto all’influenza dei delitti contro la persona, contro lo Stato, ecc.

Recidivi.—In Francia si ebbero recidivi:

Uomini Donne
1851-55 36% 16%
1856-60 40% 16%
1861-65 42% 17%
1866-70 45% 17%
1871-75 51% 19%
1876-80 53% 21%

Il sesso maschile recidiva dunque con molto maggior frequenza del femminile e tende a recidivare molto di più col progredire della civiltà, come queste cifre dimostrano, anche malgrado la probabile causa d’errore che i recidivi siano meglio riconosciuti ora che non una volta.

Considerando gli individui stati reclusi nelle «maisons centrales», commisero reati quasi immediatamente dopo, ossia nel rispettivo periodo di anni, nel:

Uomini Donne
1851-55 37% 26%
1856-60 34% 23%
1861-65 37% 24%
1866-70 40% 25%
1871-75 39% 22%
1876 40% 26%
1877 39% 23%
1878 45% 24%

In Germania i risultati sono un po’ differenti (Starke). Mentre anche in quella nazione nel 1869 le recidive erano minori nel sesso femminile, esse andarono man mano aumentando fino a raggiungere il numero delle recidive del sesso maschile; si ha infatti:

Uomini Donne Totale
1869 71,44 64,98
1870 74,00 74,22
1871 80,38 78,35
1872 77,29 74,16 76,74
1873 80,66 77,46 80,13
1874 77,98 77,16 77,84
1875 79,03 84,26 79,85
1876 79,66 78,17 79,42
1877-78 78,47 76,76 78,25
1878-79 79,13 75,80 78,61
1879-80 77,13 75,19 76,84
1880-81 76,42 77,77 76,47
1881-82 78,76 78,86 78,87

Il Messedaglia dimostrava che le recidive ripetute sono nelle donne austriache più frequenti delle semplici, mentre nei maschi esse si pareggiano.

Lo stesso verificavasi in Prussia, dove, mentre le arrestate per la prima volta formavano il 16%, le recidive di una volta formavano il 17%, quelle della sesta volta il 24, e della settima o più, il 30%. Anche in Sassonia le femmine recidive di cinque volte sono in maggior numero proporzionalmente che negli uomini (3,14; uomini 2,30), ed esse crescono ogni anno; davano solo il 3% dal 1840 al 1854: salirono al 6% nel 1857, al 7% nel 1858, all’8% nel 1859 (Oettingen, op. c.).

In conclusione: 1º La delinquenza femminile è 4-5 volte inferiore alla maschile. I delitti gravi sono commessi dalla donna in proporzione 16 volte minore.

2º La delinquenza femminile raggiunge, confrontata alla maschile (ogni 100 maschi), le più alte proporzioni nell’età più avanzata, poi nell’età infantile, poi nell’età media; se si considera la delinquenza femminile senza confrontarla alla maschile, si trova che le alte proporzioni del delitto in età avanzata si hanno specialmente per i gravi reati, meno per i leggieri.[8] In entrambi i sessi la proporzione dei delitti commessi in età giovanile è altissima;

3º Confrontando la delinquenza femminile colla maschile si nota che la partecipazione della donna al delitto è tanto minore quanto meno il delitto richieda forza fisica e coltura ed energie intellettuali;

4º Nell’età giovanile predominano in entrambi i sessi, in confronto all’avanzata, i reati d’impeto, e nell’avanzata, in confronto alla giovanile, i premeditati. Tuttavia nel sesso femminile l’età più avanzata supera la giovanile anche negli assassini, omicidi e incendi. Ma l’età media (dai 21 ai 50) la vince sulle altre nel numero dei reati d’ogni natura;

5º Le cifre tanto dei delitti complessivi, come di ciascun delitto, per ciascun sesso e pei vari paesi, sono in generale grandemente costanti nei vari anni. In Italia però sembra che nel sesso maschile vadano diminuendo i reati più gravi e aumentando i più leggieri in ambedue i sessi; pare invece che la criminalità più grave aumenti nella donna;

6º Gli aborti e gli infanticidi sembrano essere nel sesso femminile commessi tanto più per un sentimento d’onore e tanto meno per una specie di costume, quanto più il paese è civile; infatti nell’Italia Settentrionale predominano nell’età più giovane, nella Meridionale invece nell’età più avanzata;

7º L’influenza delle grandi città nel senso di aumentare il delitto è maggiore pel sesso femminile, e si fa sentire specialmente coll’aumento dei ferimenti, delle grassazioni e dei furti;

8º La prostituzione spiega e supplisce la deficienza della criminalità femminile in confronto alla maschile.


  1. Roncoroni, Influenza del sesso nella criminalità in Italia, 1893—Id, La criminalità femminile all'Estero, 1893, lavori di cui qui mi giovo sopratutto. —Starke, Verbrechen und Verbrecher in Preussen 1854-78. Berlin, 1884.—Eugéne Würzburger,La statistique criminelle de l'Empire Allemand (Bulletin de l'Institut international de statistique. Rome, 1888).—Bosco, Gli omicidi in alcuni Stati d'Europa (Bulletin de l'Institut international de statistique). Roma, 1889.—Id. Lo studio della delinquenza e la classificazione dei reati. Roma, 1893.—Bodio, Communication sur l'organisation de la statistique pénale en Italie (Institut international de statistique). Roma, 1890.—Coghlan, Statistical Register for 1893. N. South Wales, 1892.—Ferri, Studi sulla criminalità in Francia dal 1826 al 1878, 1888.—Falkner, Prison statistics of the United States for 1888.—Id., Statist. of prisoner, 1890.
  2. Phisyque Sociale, 2ª ediz., Bruxelles, 1869, pag. 313. Ma nella pag. 354 esso ne fissa il massimo non più a 30, ma tra i 24 e 25, mentre nell'uomo sarebbe tra i 23 ed i 24; e nelle altre età vi sarebbe perfetta analogia fra i due sessi.
  3. Roncoroni, La criminalità femminile in Italia. Id. all'estero (Arch. di Psich., 1893).
  4. In Italia nel 1871-72 fino a 10 anni: maschi 18,0, donne 25,5% In Italia nel 1871-72 da 11 a 14 anni: maschi 57,0, donne 43,5% In Italia nel 1871-72 da 15 a 18 anni: maschi 23,0, donne 27,0% In Italia nel 1871-72 oltre i 18 anni: maschi 2,0, donne 4,0% da 10 a 20 Anni: femmine 23, maschi 12 % da 20 a 30 Anni: femmine 27, maschi 45 % da 30 a 40 Anni: femmine 24, maschi 25 % da 40 a 50 Anni: femmine 15, maschi 11 % da 50 a 60 Anni: femmine 6, maschi 3,8% da 60 in su: femmine 2, maschi 0,9% In Austria nel 1872-73, femmine 12,7, maschi 10,6 In Austria nel 1872-73, femmine 42,1, maschi 39,7 In Austria nel 1872-73, femmine 24,5, maschi 27,8 In Austria nel 1872-73, femmine 14,0, maschi 12,5 In Austria nel 1872-73, femmine 7,3, maschi 5,7 In Austria nel 1872-73, femmine 2,9, maschi 1,8 (Oesterr. Straf., 1874).
  5. Vedine la dimostrazione completa nel Lombroso e Ferrero, La donna delinquente e la prostituta.—Roncoroni, o. c.
  6. Vedi Lombroso e Ferrero, Donna delinquente e prostituta. Torino, 1894.
  7. Leon Levy (Journ. of Stat. Soc.,1880). Nel 1876 per grandi delinquenze i maschi alle femmine come: Inghilterra 79 u. 21 d. 3,8 ad 1 Danimarca e Norvegia 80 » 20 » 4,8 » Olanda 81 » 19 » 4,5 » Francia 83 » 17 » 4,1 » Austria 17 » 17 » 4,0 » Prussia 85 » 15 » 5,0 » Russia 91 » 9 » 10,0 »
  8. Secondo Mayr il massimo della delinquenza è per l'uomo da 18 a 21 anni, per le donne dai 30 ai 40.