7 Facebook: attività e opinioni

Nicola Cavalli e Marina Micheli

Data la popolarità ormai consolidata di Facebook fra gli studenti universitari della Bicocca, nella rilevazione è stata inserita una sezione di domande interamente dedicata a questo social network. Da un lato sono state analizzate le pratiche d’uso, ovvero la frequenza con cui gli studenti e le studentesse svolgono diverse attività sul sito; dall’ altro lato si è provato ad esplorare il significato che Facebook assume nella vita quotidiana degli intervistati, andando in particolare a rilevare il grado di accordo o disaccordo relativo ad alcune specifiche affermazioni a proposito di Facebook.

All’interno del nostro campione, gli utenti di Facebook sono l’83%, dato che corrisponde ad un netto incremento rispetto ai dati delle rilevazioni precedenti. Nel 2008, infatti, ad essere registrato ad un social network (generico) era il 36%, mentre nel 2009 le iscrizioni a Facebook raggiungevano già il 69,1%: nel complesso, questa dinamica di crescita è coerente con l’esplosione della popolarità complessiva di Facebook. Per alcuni utenti si può dire che Facebook sia divenuto sinonimo di Internet e che venga utilizzato in maniera totalizzante, anche come fonte di informazione primaria, portando a realizzazione la preconizzata fusione fra media pubblici e media privati (Pedemonte, 1998). Facebook infatti riesce a riunire all’interno della stessa interfaccia informazioni pubbliche e private, come evidenzia Clay Shirky (2010):

“I media sono il modo in cui sapete quando e dove si tiene la festa di compleanno del vostro amico. I media sono il modo in cui sapete cosa succede a Teheran, chi è il sindaco di Tegucigalpa o il prezzo del tè in Cina. I media sono il modo con cui sapete che nome ha dato la vostra collega a sua figlia, e sono il modo in cui sapete perché Kierkegaard fosse in disaccordo con Hegel o dove si terrà la vostra prossima riunione. I media vi permettono di informarvi su tutto quello che è a più di venti chilometri di distanza. Tutte queste cose un tempo erano divise tra media pubblici (come le comunicazioni visive o grafiche fatte da piccoli gruppi di professionisti) e media personali (come le lettere o le telefonate fatte da cittadini qualsiasi). Oggi queste due modalità si sono fuse.”

Se andiamo a vedere le risposte alla domanda circa le impostazioni di privacy, ossia a chi gli studenti permettono di vedere il proprio profilo (Tabella 6), notiamo che vengono concessi diversi gradi di accesso, con una larga predominanza (68,2%) di utenti che consentono la visione del proprio profilo solamente ai propri amici e che quindi tendono ad utilizzare il social network in maniera privata (o almeno credono di farlo), mentre un 31,8% lo usa in maniera pubblica, concedendo la visione completamente pubblica o al proprio network allargato (amici degli amici).

 

Chi può vedere il tuo profilo Facebook?

 

Tutti 10.5
Amici e amici degli amici 11.9
Solo gli amici 68.2
Alcuni contenuti sono privati, altri pubblici 7.9
Non saprei 1.5

Tabella 6 – Gestione della privacy del proprio profilo Facebook

I dati confermano la presenza di un certo scostamento fra identità reali ed identità virtuali, fenomeno già evidenziato in letteratura (Turkle 1996, 2011). Anche se ormai risulta chiaro come non si possa più parlare di due aspetti completamente distinti e scissi, è evidente come la costruzione dell’identità che avviene attraverso i media, ed in questo caso specifico di un media pubblico, non possa non risentire delle caratteristiche tipiche dei meccanismi della rappresentazione del sé (Goffman 1969). Se, quindi, anche la maggior parte degli studenti del nostro campione dichiara di rendere visibile il proprio profilo solamente ad un network privato di amici, ciò non toglie che una percentuale elevata di soggetti (il 60,4%) offra una rappresentazione di sé che viene considerata non del tutto corrispondente alla propria identità reale (Figura 19). E’ altresì necessario evidenziare come spesso il network di amici di Facebook sia in realtà da considerarsi un insieme in tensione fra pubblico e privato, data la forte presenza di legami deboli all’ interno di questa cerchia. Va anche sottolineato come una esigua percentuale (il 3,1%), tenda ancora a giocare con l’identità in rete (fingendosi magari donna quando si è uomo o viceversa), secondo lo stile dei “vecchi” avatar tipici della riflessione sul tema degli anni ’90 e dei primi anni del 2000.

 

19Figura 19 – Quanto pensi che il tuo profilo corrisponda alla tua identità reale?

 

Attività su Facebook

La Tabella 7 presenta la frequenza con cui gli studenti svolgono determinate attività su Facebook. Dall’ osservazione di questi valori si nota che Facebook, sostanzialmente, ha “fagocitato” i sistemi di Instant Messaging (come Msn Messenger). L’uso della chat e dei messaggi privati sono le funzionalità in assoluto più amate dagli studenti. Facebook sembra quindi essere utilizzato in modo particolarmente intenso per le conversazioni private. Le “comunicazioni pubbliche”, come per esempio la partecipazione ad un gruppo o la condivisione di messaggi in bacheca, sono meno diffuse. Successivamente, in ordine per frequenza di svolgimento, troviamo la condivisione di contenuti. I materiali condivisi possono essere materiali già presenti su Facebook, recuperati da siti “esterni” (come quotidiani online o YouTube), oppure direttamente caricati dall’ utente dal proprio computer. Come si osserva nella tabella la “condivisione di contenuti trovati su Facebook” è la modalità d’uso più frequente fra le tre (svolta ogni giorno dal 21% degli studenti, settimanalmente dal 38%). Si tratta solitamente di link/video pubblicati da altri utenti (magari provenienti da siti esterni) oppure di vari contenuti già presenti nelle pagine, nei gruppi o negli altri profili (come le fotografie, le immagini, e i commenti). Questo dato indica forse una certa “pigrizia” da parte degli studenti che sono più restii a cercare contenuti fuori da Facebook. Tuttavia, soltanto il 10% degli intervistati non hai mai condiviso o inserito contenuti, pertanto si deduce che le competenze per svolgere questo tipo di attività sono ampiamente diffuse

dm2Tabella 7 – Frequenza delle attività svolte su Facebook

Per sintetizzare maggiormente le informazioni sugli usi di Facebook abbiamo accorpato le attività svolte tutti i giorni con quelle svolte qualche volta alla settimana, così da individuare le attività più “popolari” fra gli studenti. Il grafico (Figura 20) ci mostra la percentuale degli studenti che svolgono le varie attività almeno una volta alla settimana. I dati confermano come l’attività meno diffusa nel campione sia quella che indica un maggiore coinvolgimento da parte dell’utente, ovvero l’inserimento di contenuti, siano essi link, immagini o foto. Viceversa, le attività più popolari sono quelle di comunicazione testuale e privata.

 

20Figura 20 – Studenti che svolgono su Facebook le attività “almeno una volta alla settimana”

 Le attività appena esaminate vengono condotte con una frequenza differente a seconda del genere o della Facoltà frequentata dagli studenti (Figura 21 e Figura 22). Per quanto riguarda le differenze tra le Facoltà, osserviamo in modo particolare il minor utilizzo di Facebok da parte degli studenti della Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali e, successivamente, da parte di quelli di Economia. La differenza è maggiore proprio per le funzioni di comunicazione, mentre è più contenuta per quanto riguarda la condivisione di contenuti. Si può pensare che questo dipenda da una serie di fattori che sono associati al percorso di studi. Si può ipotizzare che agli studenti delle Facoltà di Scienze della Formazione, Psicologia, Sociologia, si associno ad una maggior propensione alla comunicazione interpersonale e un minore carico di studio in termini di tempo da dedicare alla preparazione degli esami, rispetto a quelle scientifiche oppure economiche – queste ultime, infatti, hanno un maggior numero di ore di laboratorio e di esercitazioni pratiche che potrebbero sottrarre tempo libero agli studenti. Rispetto all’ appartenenza al genere, osserviamo sostanzialmente un uso più intenso da parte delle studentesse in gran parte delle funzionalità di Facebook. Gli studenti maschi sono più attivi soltanto nella condivisione di notizie o video provenienti da altri siti web.

 

21Figura 21 – Attività svolte su Facebook almeno una volta a settimana per Facoltà

 

22Figura 22 – Attività svolte su Facebook almeno una volta a settimana per genere

 

Opinioni su Facebook

L’analisi delle opinioni riguardo a Facebook è particolarmente interessante, in quanto permette delle prime evidenze empiriche che sembrano smentire alcuni luoghi comuni sull’ utilizzo di questo social network da parte dei giovani.

In primo luogo, gli studenti e le studentesse affermano di non percepire l’utilizzo di Facebook come fondamentale per restare al passo di ciò che accade nel gruppo dei pari: la maggior parte degli intervistati è infatti in disaccordo con l’affermazione “Uso Facebook per non essere escluso dalla mia cerchia di amici” e solo il 15% degli studenti è in qualche modo “d’accordo” con tale opinione ( Figura 23). Un simile atteggiamento lo si riscontra quando si chiede agli studenti se sono d’accordo sul fatto che Facebook sia uno strumento utile, in qualche modo, per intrecciare relazioni sentimentali: meno dell’11% afferma infatti di essere d’accordo con questa affermazione (Figura 24). Questi risultati ci dicono qualcosa soprattutto sul distacco “emotivo” che gli studenti percepiscono rispetto all’uso di Facebook. Nonostante ne facciano un uso intensivo per mantenere le relazioni amicali, attraverso messaggi privati e chat, dalle risposte a queste due domande sembra che gli studenti non attribuiscano a Facebook un’eccessiva importanza nella loro vita privata, in particolare nel loro rapporto con gli amici o gli affetti.

 

23Figura 23 – Uso Facebook per non essere escluso/a dagli amici

 

24Figura 24 – Facebook è utile per intrecciare relazioni sentimentali

A dispetto di questo “distacco” Facebook è molto presente nella vita quotidiana degli studenti, talvolta a discapito di altre attività, come, probabilmente, lo studio. Il 65% del campione è infatti d’accordo sul fatto che “Facebook lo distrae e gli faccia perdere tempo”. Soltanto il 13,5% sostiene che ciò non corrisponda alla realtà (Figura 25). Si tratta di un risultato molto interessante, che merita senz’ altro ulteriori indagini. Notiamo inoltre come Facebook venga ormai considerato da molti studenti come un sito fondamentale per condividere i propri interessi con gli amici. Il 63% del campione è d’accordo con la frase “Su Facebook condivido le mie passioni con gli amici (es: musica, sport, politica, cinema)”, mentre solo il 13% non la condivide per nulla. Inoltre, il social network è essenzialmente il sito web a cui molti degli studenti accedono di più: il 62% è d’accordo con l’affermazione “Uso più spesso Facebook di tutti gli altri siti Internet” e solo il 19% non è d’accordo. Infine, alcuni studenti affermano di utilizzare Facebook come sostituto del telefono cellulare (al posto di SMS o telefonate), ma il 33% è in disaccordo a tale affermazione.

 

25Figura 25 – Facebook mi fa perdere tempo