Francesca Scenini
La maggior parte del nostro campione mostra una discreta sicurezza all’ atto di dare un’autovalutazione rispetto alla propria competenza nell’ utilizzo di Internet. Infatti, dovendo valutare la propria competenza su una scala da uno a dieci, dove uno significa principiante e dieci molto esperto, se è vero che solo il 3,1% del campione si dichiara molto esperto, è però interessante notare come circa tre studenti su cinque si attribuiscano un punteggio superiore a 5. A questa considerazione si somma il fatto che circa la metà degli studenti del nostro campione dichiara di “aver imparato tutto da solo”, senza che nessuno li abbia guidati o consigliati. L’altra metà del campione, invece, dichiara di aver imparato ad usare Internet supportato dalla guida e dai consigli di qualcuno e precisa di appoggiarsi in modo rilevante alla famiglia: emerge il ruolo dei genitori (il padre nel 14,4% dei casi, la madre nel 4,9% dei casi), di fratelli e sorelle (17,9% dei casi) e di parenti/amici di famiglia (7,4% dei casi). Un aiuto significativo viene poi da amici (26,2% dei casi) e fidanzato/a (14,7% dei casi). Meno importante il ruolo dell’istituto formativo: solo il 2,8% dei soggetti indica infatti un professore come guida o fonte di consigli nello sviluppo di una competenza di navigazione. È interessante notare come alcuni casi dichiarino di essere stati aiutati anche da “Internet stesso”, con un processo sottile di personificazione del mezzo e un segnale della diffusione di una modalità di auto-apprendimento esperienziale.
Figura 10 – Chi ti dà consigli o ti guida rispetto all’ uso di Internet?
Come descritto nella sezione precedente, sappiamo che la quasi totalità del nostro campione (il 96,3%) naviga in rete quando si trova nella propria abitazione. Andando ad indagare più nel dettaglio le preferenze dichiarate si rileva come il dispositivo di accesso alla rete preferito da uno studente su due sia un dispositivo personale (per circa il 69% del campione) e portatile (per il 55,6% del campione). Ciò è in accordo con i dati delle nostre precedenti ricerche (Ferri et al., 2010; Ferri et al., 2009) che hanno rilevato lo spostamento dell’utenza verso una tecnologia il più possibile “mobile” e d’uso individuale. Per la connessione da casa, inoltre, si afferma l’utilizzo della banda larga, utilizzata da circa quattro studenti su cinque. Va sottolineato come questo dato risulti essere significativamente più alto rispetto alle medie di diffusione della banda larga a livello nazionale e a livello regionale: stando alle ultime rilevazioni Istat, infatti, solo il 45,8% delle famiglie italiane, e il 58% di quelle lombarde, avrebbe accesso alla banda larga da casa (Istat, 2011). Interessante rimane il caso del 9,5% degli intervistati ancora connessi con linea telefonica (un dato comunque in discesa, erano il 12,6% nel 2008 ed il 13,6% nel 2009) mentre si rileva un incremento nell’ uso di Internet key, scelte dall’ 8,4% dei soggetti (erano il 5,4% nel 2009).
Figura 11 – Che tipo di connessione utilizzi abitualmente per accedere a Internet?
Analizzando le modalità di utilizzo della rete, si evidenzia come l’utilizzo dell’e-mail torni ad essere una delle attività preferite: circa la metà del nostro campione utilizza infatti quotidianamente la posta elettronica (49,6%). Va sottolineato come questo dato aveva già visto un incremento nel 2009, rispetto ai dati della rilevazione precedente (Ferri et al., 2010; Ferri et al., 2009). Una consistente flessione subisce di contro l’uso della messaggistica istantanea, che nelle nostre precedenti ricerche sembrava emergere quale sostituto dell’e-mail, con ipotizzabili effetti sul carattere e lo stile della comunicazione. Resiste, infatti, all’ uso di applicazioni di chat, un quarto del nostro campione (25,3%), percentuale che, aggregando chi ne fa uso quotidiano e chi, invece, solo settimanale arriva al 50,4% del campione, in netto calo rispetto all’ 81,7% del 2008 e al 78,1% del 2009. Poco significativo appare anche l’utilizzo di videochiamate (ad esempio con Skype), che il 45,2% del campione dichiara di non utilizzare mai.
I dati quantitativi raccolti rispetto alla partecipazione alla blogosfera, ci permettono di formulare alcune ipotesi che sembrano trovare supporto anche in nostre precedenti ricerche, ma che andrebbero vagliate con un approfondimento, anche qualitativo, specifico. Gli studenti del campione si collocano, rispetto a questo tema, in modo tendenzialmente polarizzato: a una parte consistente di utenti poco attivi su blog (e siti web in generale) fa fronte un gruppo esiguo, ma ben connotato, di utilizzatori abituali. Guardando nel dettaglio i dati vediamo, infatti, che il blog si conferma strumento generalmente poco diffuso e in continuo calo tra gli studenti, anche se circa uno studente su cinque dichiara in ogni caso di mantenerne uno (era il 43,2% del campione nel 2008, il 36,3% nel 2009). È sempre circa un quinto del campione a commentare, con frequenza almeno settimanale, i post o articoli altrui mentre aumenta in modo consistente, passando dal 3,5% della rilevazione 2009 al 6,2% della rilevazione attuale, il numero di studenti che si dichiarano impegnati nel commentare post altrui quotidianamente. In calo è invece la lettura di articoli o post altrui: secondo gli ultimi dati uno studente su tre legge con frequenza almeno settimanale articoli e post di blog altrui: nel 2008 erano quasi 8 su 10, mentre già nel 2009 si erano ridotti a due su tre (Ferri et al., 2010; Ferri et al., 2009).
Scarso interesse suscita anche la partecipazione a discussioni nei forum, attività a cui si dedica con frequenza almeno settimanale solo circa il 12% del campione e in cui il 62,1% del campione non è mai coinvolto. Tra gli usi informativi, particolare rilievo spetta alla lettura di quotidiani online, che quasi la metà del campione (il 46,2%) svolge con cadenza almeno settimanale e il 17,4% quotidianamente (erano il 10,8% nel 2008 e il 14,7% nel 2009), dato consistente anche in rapporto allo spettro totale dei consumi di informazione su quotidiani, se confrontato con la lettura del cartaceo, che costituisce attività quotidiana solo per il 9,2% del campione (Figura 12).
Figura 12 – Frequenza di lettura dei quotidiani cartacei a confronto con la frequenza di lettura di quotidiani online e free press
In aggiunta, notiamo un dato rilevante anche relativo alla visione di video in streaming, che il 17,4% del campione svolge quotidianamente, con un picco fino al 60,5% se consideriamo chi svolge quest’attività con cadenza almeno settimanale.
Riflettendo, quindi, in generale, rispetto alla produzione/consumo dei contenuti sul web, possiamo rilevare come la maggior parte degli appartenenti al nostro campione abbia delle abitudini mediali volte maggiormente verso il download rispetto che verso l’upload o la creazione di contenuti online. Nell’ arco della settimana, infatti, circa uno studente su tre dichiara di caricare contenuti in rete, mentre quasi tre su quattro dichiarano di scaricare contenuti. È solo il 4,8% del campione a dichiarare di non scaricare mai contenuti dal web (erano il 7,6% nel 2008, il 13,6% nel 2009), contro il 35,7% che dichiara di non pubblicarne mai.
Infine, tra le abitudini di utilizzo della rete un aspetto interessante riguarda lo shopping: circa l’11% del campione, infatti, svolge quest’attività con cadenza almeno settimanale, un dato interessante soprattutto se lo si lega alla considerazione del potere d’acquisto ipotizzabile a disposizione degli studenti.