Prefazione

INTENDIAMOCI 

 

 

Se qualcuno mi domandasse a bruciapelo: Lei è femminista? — dovrei rispondere: Adagio colle parole; ed a mia volta domanderei: Le piace l’acqua? A questa domanda che è pure tanto semplice non mi meraviglierei di trovare il mio interlocutore imbarazzato, poichè l’acqua incomincia colla goccia di rugiada tremolante nel calice di un fiore, va alla fonte che disseta, al bagno che ristora, alla irrigazione che feconda, fino allo straripamento che sforza, atterra, e conduce alla rovina ed alla morte. 

Dicevo dunque: adagio colle parole. Nella mia modesta opera letteraria ho sempre studiato i desideri e le aspirazioni della donna, la nobiltà delle sue attitudini e della sua missione, i suoi amori, i suoi dolori, i suoi disinganni, i suoi trionfi; nè rifuggii dall’agitare i ceppi che le stringono qualche volta i polsi oh! molto allentati nel decorso dei secoli, e per ciò solo comprovanti che l’umanità segue il suo corso ascendente senza bisogno di violentarla. Il grido di dolore che il poeta raccoglie dal cuore stesso degli uomini e solleva nel suo canto ha la portata del raggio che illumina e riscalda; è benefico, è umano. Ma il monopolio che se ne vuol fare a base partigiana con mezzi violenti offende la coscienza di chi nella vita mira a qualche cosa di più alto che non sieno le materiali conquiste. 

I capitoli che raccolgo in questo volume mi vennero suggeriti osservando e ascoltando l’onda del femminismo che si avanza e nel quale non ravviso affatto il mio ideale di progredita femminilità. È troppo maschile per essere del femminismo sincero. Gli sforzi che si fanno per uguagliare l’uomo mostrano chiaramente che la donna non si riconosce più nella integrità del proprio valore, ed è questo valore suo che difendo con schietto ardore, dedicando i miei sforzi alle donne che accettano con semplicità e nobilmente la loro grande missione, facendo cioè del femminismo vero. 

Scritti a intervalli questi capitoli si sarebbero forse avvantaggiati in un rimaneggiamento di forma e di struttura se io avessi di mira il valore letterario dell’opera, ma volendo parlare da cuore a cuore penso sia meglio lasciare alle pagine sgorgate dall’entusiasmo la loro freschezza di improvvisazione e di conversare amichevole. 

  Neera.