10 Non si devono usare modi vezzosi come quelli delle donne

L’esser tenero e vezzoso anco si disdice assai, e massimamente agli uomini, percioché l’usare con sì fatta maniera di persone non pare compagnia, ma servitù: e certo alcuni se ne truovano che sono tanto teneri e fragili, che il vivere e dimorar con esso loro niuna altra cosa è che impacciarsi fra tanti sottilissimi vetri: così temono essi ogni leggier percossa, e così conviene trattargli e riguardargli. I quali così si crucciano, se voi non foste così presto e sollecito a salutargli, a visitargli, a riverirgli et a risponder loro, come un altro farebbe di una ingiuria mortale; e se voi non date loro così ogni titolo appunto, le querele asprissime e le inimicizie mortali nascono di presente. – Voi mi diceste messere e non signore! –  – E perché non mi dite voi V(ostra) S(ignoria)? Io chiamo pur voi il signor tale, io! – Et anco: – Non ebbi il mio luogo a tavola. – Et: – Ieri non vi degnaste di venir per me a casa, come io venni a trovar voi l’altr’ieri: questi non sono modi da tener con un mio pari –. Costoro veramente recano le persone a tale che non è chi gli possa patir di vedere, percioché troppo amano sé medesimi fuor di misura et, in ciò occupati, poco di spazio avanza loro di potere amare altrui. Sanza che, come io dissi da principio, gli uomini richieggono che nelle maniere di coloro co’ quali usano sia quel piacere che può in cotale atto essere; ma il dimorare con sì fatte persone fastidiose, l’amicizia delle quali sì leggiermente, a guisa d’un sottilissimo velo, si squarcia, non è usare, ma servire, e perciò non solo non diletta, ma ella spiace sommamente: questa tenerezza adunque e questi vezzosi modi si voglion lasciare alle femine.