Risoluzione ONU 181 del 30 novembre 1947

Va precisato che l’ONU, contravvenendo al proprio principio di diritto dei popoli all’autodeterminazione, non ha consultato i palestinesi prima di spartire il loro territorio, cosa che comunque l’ONU non aveva diritto di fare.

La risoluzione 181 sancisce la spartizione della Palestina: attribuisce il 56,47 % del territorio a 500.000 ebrei + 325.000 arabi, il 43,53 % del territorio a 807.000 arabi + 10.000 ebrei, la tutela internazionale su Gerusalemme con circa 100.000 ebrei e 105.000 arabi, prescrizioni e diritti vari.
 Da notare che la parte assegnata ai sionisti erano in parte le terre che essi già avevano sottratto illegalmente ai palestinesi tra cui le migliori e coltivabili. Tuttavia tra il 1945 e il 1948 i sionisti occuparono illegalmente altre terre palestinesi, di gran fretta e scacciando i palestinesi con la forza e/o le minacce. Al momento della spartizione i sionisti occupavano in realtà il 75% della Palestina (il 17 settembre 1948 i sionisti uccisero il sovrintendente dell’ONU Folke Bernadotte) (da Assopace)

Ecco la sintesi Risoluzione 181 da http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/pales001.htm.)

30 NOVEMBRE 1947 – L’assemblea generale della Nazioni Unite ha approvato con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 10 astensioni il piano per la spartizione della Palestina (Ib. ore 00,30). La votazione è avvenuta per chiamata. Prima interpellata la Francia, che nel silenzio più assoluto della sala ha risposto “Sì”. Questa risposta inaspettata è stata accolta da uno scroscio di applausi. Hanno votato contro Afghanistan, Cuba, Egitto, India, Iran, Iraq, Libano, Pakistan, Arabia Saudita, fra gli astenuti, Inghilterra, Jugoslavia, Messico, Honduras, Etiopia, Salvador, Colombia, Cina, Cile, Argentina. (Ib. ore 10.50)