Appendice. Sui progressi dell’Antropologia Criminale nel 1895-96.

Il succedersi di sempre nuove scoperte nei vari rami dell’antropologia criminale è così rapido e fortunato che mentre si stampavano i due primi volumi di quest’opera, se ne veniva accumulando un materiale nuovo ed abbondante che non poteva esser lasciato in non cale da una pubblicazione che aspira a darci l’ultime linee della nuova scienza.
In quest’Appendice sono riportati brevemente soltanto i dati più salienti.

Antropometria.

I. Cranio e Faccia.

1. Osso parietale.—Il dott. Coraini[1] ha trovato 4 nuovi casi—due in crani di scimmie ed uno in cranio di ladro—nei quali l’osso parietale era diviso incompletamente in due pezzi per mezzo di una sutura soprannumeraria verticale: il Coraini non concede però all’anomalia un significato atavico ma afferma trattarsi di neomorfismo, di una variazione che tende a fissarsi.

2. Osso lagrimale.—I prof. Bianchi e Marimò[2] ne studiarono le anomalie in 100 crani di normali, in 100 di pazzi e in 100 di delinquenti. [628]Trovarono l’osso lagrimale sviluppato normalmente: nel 73% nei normali, nel 69% nei delinquenti, e nel 71% nei pazzi; le anomalie regressive dell’osso lagrimale, date cioè da un maggiore sviluppo delle parti costituenti trovarono: nel 9% nei normali, nel 9% nei delinquenti e nel 18% nei pazzi; la presenza della pars facialis dell’hamulus: nel 9% nei normali, 8% nei delinquenti e 6% nei pazzi; le anomalie progressive dell’osso lagrimale (rudimentalità) nel 7% nei normali, 13% nei delinquenti e 4% nei pazzi; l’assenza completa nel 2% nei normali, 1% nei delinquenti e 1% nei pazzi.

Nei delinquenti, dunque, si verifica un numero maggiore di anomalie progressive (rudimentalità dell’osso lagrimale), che nei normali e nei pazzi.

3. Sutura etmoido-lagrimale.—Il prof. Ottolenghi[3] in 68 crani di delinquenti e in 14 di epilettici constatò una frequenza assai maggiore che nei normali della brevità della sutura etmoido-lagrimale in confronto alla lunghezza dell’osso lagrimale, con queste proporzioni:

Indice o rapporto tra
sutura etmoidale e
la lunghezza dell’unguis
Cranii normali Cranii di alienati Cranii di delinquenti
% % %
Da 100 a 70 39,78 9,09 5,5
Da 70 a 60 29,03 21,21 22
Da 60 a 20 37,52 69,79 71
Da 50 a 20 17,20 27,27 29

Egli considera questa anomalia come carattere degenerativo perchè la si trova nelle razze inferiori e perchè ricorda la separazione completa dell’osso lagrimale e dell’osso planum dell’etmoide che esiste nelle scimmie antropomorfe.

4. Divisione della lamina papiracea dall’etmoide.—Ottolenghi[4] ha trovata la divisione mediante sutura della lamina papiracea dell’etmoide [629](V. figura 5) in due parti (di cui l’anteriore ricorderebbe l’osso lagrimale posteriore dei mammiferi) nel 4,16% dei crani di delinquenti, nel 15% dei cretini, mentre non l’ha trovata che una sola volta (0,66%) nei normali.

ill-629

Fig. 5.

5. Sutura metopico-basilare.—Questa sutura congiunge talvolta i processi antisfenoidei del frontale, cioè quei processi ossei che si trovano nell’angolo tra il margine posteriore e l’interno della porzione orbitaria del frontale. Essa è normale nelle scimmie, rara nei rei, e fu trovata da Sperino e Bovero[5] in 18 su 675 crani con prevalenza tra i negri, i microcefali e le donne, ed associata a stenocrotafia: il che rende più strana la sua scarsità tra i criminali, i quali avrebbero in questa un nuovo segno di evoluzione più progredita dei normali, come nel più frequente metopismo (Mingazzini), nella maggior frequenza di ossa Wormiane (Lombroso, Vaniglia e Sitva) e nella minor frequenza del 3º molare (Carrara).

6. Ossa mascellari e Denti.—Il Talbot[6], in 477 criminali, dei quali 468 maschi e 9 femmine, 3 chinesi, 18 negri e i restanti bianchi di varie nazionalità ha trovato il 36% normali; nel 15,72% ha [630]trovato un grande sviluppo dei mascellari (specialmente nei negri); nel 5% circa prognatismo o progeneismo, e in numero vario parecchie e meno importanti anomalie della volta palatina (a sella, a V, ecc.).

Di 150 prostitute 1’82,6% possedevano due e più anomalie gravi associate (deformità croniche, prognatismo, asimmetria, orecchio difettoso, ecc.), mentre in ricerche comparative tra le donne oneste, cotte, non ne ha trovate che il 2% e tra le contadine il 14%.

Il Talbot sostiene che tali irregolarità della faccia, dei denti e dei mascellari sono stigmate degenerative.

Le irregolarità della volta palatina sembrano pure aver un certo valore come segni di degenerazione.

Le deformità della faccia e delle mandibole esistevano nel 68% dei suoi clienti. In una sala da bigliardo su 128 persone, 72, cioè l’87% presentavano anomalie. Nella scuola di medicina e chirurgia dentaria i cui allievi vengono dalla campagna e da diversi punti degli Stati Uniti, la proporzione cade al 45%; mentre si eleva dal 55 al 65% in una riunione di persone abitanti esclusivamente le città.

Nei degenerati, nei criminali, negli alcoolisti, nelle prostitute e nei poveri tale proporzione si eleva all’85 e 95%.

Su un centinaio circa di casi di persone geniali, scrittori, professionisti ecc. trovò in 32 notevoli deformazioni della faccia e in moltissimi le anomalie della volta ed arcata palatina; in 1977 idioti trovò il 55,3% di normali per quanto riguarda i caratteri in esame, il 7,6% coi mascellari molto larghi, il 12% con prognatismo e progeneismo, ecc.; gii idioti in generale sono di statura più bassa e di peso minore della restante popolazione.

7.—In 41 casi di criminali esumati dal camposanto di Nisida, ove è un bagno penale, ed appartenenti al gabinetto antropologico del professore Penta, il prof. Maltese[7] ha trovato predominare l’asimmetria dell’ellisse alveolo-mascellare e il pianeggiamento della volta palatina, quale si trova nei mammiferi inferiori.

Vi ha ancora trovato certi solchi perpendicolari nella corona dei molari che vi formano ciò che egli chiama fasci del littore; i denti molari vi posseggono molteplici tubercoli, i quali sono invece in scarso numero negli uomini normali. Molti dei crani esaminati avevano pure oltre a prognatismo, zigomi larghi e robusti e mandibola assai voluminosa e con apofisi lemuriana, canini enormi e da veri antropoidi, cioè colla radice lunga e robusta: e in alcuni v’erano premolari a due radici biforcate, disposizione normale nel Gorilla, nell’Orang e nello Chimpanzè.

8. Terzo dente molare.—Il dott. Ascoli[8] in 170 criminali ha constatato una frequenza del terzo dente molare che è veramente enorme perchè in individui inferiori ai 30 anni, ha trovato soltanto l’8,8% di individui privi di ogni terzo molare: i denti che ha trovati così numerosi erano distribuiti in questo modo:

Delinquenti di età Numero dei casi Totale dei denti del giudizio Numero medio di denti del giudizio per ciascun individuo
Superiore ai 30 anni 125 406 3,24
Tra i 30 e i 24 21 52 2,47
Tra i 24 e i 19 20 49 2,45
Inferiore ai 19 4 8 2
In complesso 170 515 3,02

L’Ascoli considera perciò la maggior frequenza del terzo molare come un carattere degenerativo, più frequente, come tutti gli altri, nei criminali.

Invece i dottori Zuccarelli e Mauceri[9] in 271 crani appartenenti al Gabinetto-scuola di antropologia criminale «Giambattista della Porta» di Napoli, che divisero in tre gruppi: crani notevolmente anomali, con lievi anomalie e normali, ottennero percentuali le quali attestano che il terzo molare manca rispettivamente nel 53,84% dei crani del primo gruppo, nel 43,47% di quelli del secondo, e nel 36,97% di quelli del terzo, cioè quanto più un cranio è anomalo, tanto più spesso presenta difetto (totale o parziale) dei terzi molari e viceversa: i crani anomali esaminati si possono paragonare a quelli dei criminali: anzi lo erano molti tra essi.

9. Caratteri patologici ecc.—Su 44 crani di grassatori bolognesi il prof. Pellacani[10] trovò i seni frontali molto ampi in 22(50%), il pterion a K ed altre sue anomalie in 21 (48%); fessura orbitaria inferiore piccola, senza clava, a carattere pitecoide in 26 (59%); microcefalia frontale di alto grado (diam. Frontale minimo circa di mm. 90) in 18 (27%); largo osso epactale in 1; mandibola enorme in 3 (6%); fossetta occipitale mediana in 7 (15%); fronte sfuggente in 7 (15%); sutura metopica in 5 (11%); prognatismo grave in 7 (15%); processo frontale del temporale in 3 (6%); fossetta faringea in 5(11%).

Tra le anomalie patologiche trovò la plagiocefalia grave e wormiani abbondanti in 22 (50%); asimmetria omonima della faccia in 12 (27%); Wormiani epipterici in 14(31%); saldatura precoce delle suture in 2 (4,5%); in uno scafocefalia e in uno trigonocefalia.

In uno v’era sinostosi occipito-atlantoidea.

In uno di questi crani furono trovati i condili occipitali con duplice fossetta articolare, l’una anteriore verticale che si continua all’innanzi con la porzione basilare dell’occipite, l’altra posteriore orizzontale: forma che è normale nei ruminanti.[11]

10.—In 49 crani di delinquenti, dei quali 35 di ladri, e gli altri o di feritori o di omicidi passionati, quasi tutti bolognesi, il dott. Coraini[12] trovò apofisi lemuriana in 20 (40,8%), plagiocefalia in 7 (14,2%), sutura metopica in 8 (16,3%), sutura parieto-frontale (pterion retourné) in 2 (4,8%), foro condiloideo doppio in 2(4,8%), fossa occipitale mediana in 5 (9,8%), terzo condilo in 5; canale o foro basilare in 10 (20,4%); fossetta faringea in 6 (12%): asimmetrie facciali in 9, ecc. [633]Dai dati craniometrici, risultò la previdenza della brachicefalia e dell’ipereurigonia la quale ultima risponde alla frequenza in questi crani dell’apofisi lemuriana e di faccie grandi, quadrate o rettangolari.

11.—Il prof. C. Winkler[13] di Utrecht, ha misurato e confrontato 50 teste di assassini e 50 di normali (reclute) e sottoposte le misure al calcolo differenziale, ha concluso che i primi si distinguono per una microcefalia frontale ben manifesta, ed un ingrandimento assai accentuato di tutte le misure facciali, confermando la legge di Lombroso: «che il criminale è una varietà umana caratterizzata da una fronte piccola e da un viso grande».

Ricerche analoghe sono state estese da uno scolaro del Winkler, il dott. D. H. I. Berends[14], a 50 paranoici, 50 epilettici e 50 imbecilli e confrontate tra loro in grafiche assai dimostrative.

Quanto al diametro frontale minimo, gli epilettici e gli assassini si comportano analogamente, con prevalenza però delle fronti più piccole negli epilettici. E così anche nel diametro frontale massimo e nella linea oto-mentaria (distanza tra le due fosse ontitragali passante pel mento) in cui tanto gli assassini che gli epilettici hanno cifre maggiori degli altri tre gruppi; nella distanza bigoniaca gli assassini hanno, soli, cifre enormemente più alte degli altri gruppi.

La conferma che ha dato il calcolo a tali conclusioni si basa su questi principi: che quando un gruppo d’individui rappresenta un certo tipo, bisogna che in tutti una stessa dimensione si avvicini sempre ad un dato valore—la media del tipo—e che vi sia una legge comune che tenda a dare a tutti gli individui la stessa dimensione-tipo; altrimenti i valori di questa nei singoli individui e gli scarti dalla media sono puramente fortuiti e non rispondono ad alcuna teoria: per esempio, si può calcolare la media delle pagine di ciascun libro d’una biblioteca, ma questa media non risponde a nulla di reale.

Ora si può presumere che la media rappresenti un tipo se la distribuzione degli scarti è conforme ad una data formola esponenziale. E se si trovano per due serie di individui delle medie che differiscono sensibilmente tra loro, è probabile che gli individui delle due serie appartengano a due varietà.

Tale è il caso per parecchie delle misure prese dal Winkler nei criminali e nei normali, nelle quali le medie differiscono per modo da rendere probabile la esistenza di due tipi o varietà, quello degli uomini ordinari e quello dei criminali.

II. Cervello.

1.—Le anomalie più importanti riscontrate dal dott. Mondio[15] (Atlante, tav. C) in 9 cervelli di delinquenti, furono:

Comunicazione della branca anteriore della scissura di Silvio col solco prerolandico 11 volte su 18 emisferi (Fig. 1, 5, 6, 7, 8, 11, 12); ma questa disposizione è molto frequente anche nei normali;

La branca anteriore ridotta a un sol ramo in 4 emisferi (Fig. 2, 6, 10) (nei normali 1 su 160);

La branca posteriore della scissura di Silvio comunica colla rolandica in 8 casi (Fig. 3, 4, 6, 7, 8, 10), col solco postrolandico pure in 8 emisferi (Fig. 2, 6, 7, 8), e col solco temporale superiore 3 volte (Fig. 5);

La scissura del Rolando comunica colla prerolandica in 6 casi (Fig. 1, 2, 6, 8, 9, 11), e colla postrolandica pure in 6 casi (Fig. 1, 2, 4, 6, 8);

Circonvoluzione frontale superiore originantesi con 2 radici 11 volte (Fig. 1, 4, 5, 6, 8, 10, 12); raddoppiata in 3 casi (Fig. 1, 10, 12);

Circonvoluzione frontale media duplice in 2 casi (Fig. 11);

Circonvoluzione frontale inferiore spiccatamente duplice in 1 caso (Fig. 10), e con duplicità solo accennata 3 volte (Fig. 7, 8, 9);

In un emisfero (Fig. 10) si aveva spiccata duplicità della circonvoluzione frontale inferiore e della superiore, per modo da averne un tipo a 5 circonvoluzioni frontali longitudinali;

Interruzione in varii punti della frontale ascendente 9 volte: in 5 casi (Fig. 1, 3, 6, 8, 11) in corrispondenza delle radici della circonvoluzione frontale superiore; in 2 casi (Fig. 1, 2) in corrispondenza [635]dell’unione del terzo medio col terzo inferiore: e con 3 interruzioni in 2 casi (Fig. 1, 6);

Interruzione della parietale ascendente in 6 casi (Fig. 1, 2, 4, 6, 8;

La scissura postrolandica comunicante colla interemisferica in 4 casi (Fig. 1, 4, 9), e col solco interparietale in tutti meno in tre (Fig. 1, 3, 4) casi; quest’ultimo fatto ricorda la disposizione che si incontra in tutti i primati inferiori;

Manca la prima piega di passaggio esterna in 4 casi (Fig. 1, 2, 7);

Manca la seconda piega di passaggio esterna in 5 casi (Fig. 2, 5, 9, 10);

Il solco temporale superiore comunicante colla scissura trasversa occipitale in 7 casi (Fig. 1, 2, 5, 6, 8, 12), col solco interparietale in 3 casi (Fig. 6, 8, 10), col postrolandico e contemporaneamente coll’interparietale in 5 casi (Fig. 3, 7, 9, 11);

Operculum occipitale in 2 casi (Fig. 2, 10);

Insula del Reil scoperta in 5 casi (Fig. 2);

Il peso dell’encefalo era nei 9 casi di grammi 1110, (1350)[16], 1255, (1170), (1160), 1030, 1346, 1215, 1200, quindi in generale inferiore al normale;

La direzione del solco di Rolando era (sempre?) perpendicolare al margine libero del mantello, e la media degli indici frontorolandici superiore e inferiore è, salvo in 4 emisferi, di parecchi centimetri inferiore alla normale.

2.—Il dott. Genod[17] descrive i cervelli di due assassini: Gonnachon, ladro-parricida e Harteld, grassatore-assassino; e sebbene egli non vi trovi alcuna particolarità degna di nota, il Mingazzini invece ha rilevato sulla figura nell’emisfero destro di Gonnachon un s. occipitalis transversus così esteso da somigliar ad un’»Affenspalte» e spostata all’indietro.

3. Cervello di Colli, brigante biellese.[18]—Anche qui il lobo occipitale è piccolo. Cuneo ben limitato. [636]Cervelletto, bulbo e peduncolo, peso gr. 185.

Emisfero destro: peso gr. 625.

Emisfero sinistro: peso gr. 611.

Emisf, destro.—La terza circonvoluzione frontale si continua con una circonvoluzione trasversale, incastrata tra la seconda e la terza, la quale si spinge indietro sino al solco prerolandico, in modo da formare nel complesso come una quarta circonvoluzione.

Il lobo parietale è meno sviluppato del sinistro, per lo meno d’un centimetro di lunghezza.

Il ramo posteriore della scissura silviana è molto corto; la porzione anteriore della piega curva si continua colla prima circonvoluzione temporale superiore.

La piega curva è interrotta nella sua porzione posteriore da un solco anormale profondo e verticale.

Emisf. sinistro.—Cuneo atrofico. Lobo parietale enormemente sviluppato, specialmente in lunghezza. Lobo occipitale atrofico.

La scissura interparietale, per mezzo d’un ramo discendente pressoché verticale, comunica col ramo posteriore della scissura silviana.

Il ramo esterno della scissura parieto-occipitale è assai lungo, e pare comunicare col solco interparietale, discendendo alla superficie esterna del cervello almeno per 6 centimetri: però in vicinanza di quello esso si rende superficialissimo per l’inframmettersi di un ponte.

Delle pieghe di passaggio tra il lobo parietale e l’occipitale esiste l’inferiore; invece la superiore è interrotta dallo scendere della scissura parieto-occipitale che la taglia.

4. Saldatura immediata dei talami ottici.—L’ha trovata il prof. Valenti[19] nel cervello di una prostituta (V. fig. 6), costituita dalla riunione delle superficie interne dei 2 talami nella loro parte centrale senza traccia di una lamina commessurale. Tale varietà sin qui non accennata da alcun autore rappresenta una disposizione normale in molti mammiferi inferiori all’uomo.

È notevole che la prostituta il cui cervello presentava quest’anomalia aveva un aspetto mascolino e non fu mai mestruata, nè ebbe figli: aveva i genitali esterni atrofici, le mammelle piccolissime e voce grossa.

Non presentava nessun disturbo nella visione e nei movimenti.

appendice fig6Fig. 6.

All’esame istologico si constata che il tessuto di un talamo si continua senza demarcazione con il tessuto del talamo opposto: soltanto le sezioni corrispondenti al quarto posteriore della saldatura presentano nella linea d’unione una striscia più chiara costituita infatti esclusivamente da cellule della nevroglia come la trabecula cinerea, di cui rappresenta un vestigio. Nelle sezioni dei tre quarti anteriori della parte saldata dei talami in mezzo a molte cellule di nevroglia si trovano piccole cellule nervose fusiformi o poliedriche con molti prolungamenti e infine molti vasi: non vi è alcun fascio di fibre che attraversi la linea mediana per portarsi da un talamo all’altro.

Le circonvoluzioni e i solchi della superficie cerebrale erano molto semplici: di varietà v’era la divisione trasversale della circonvoluzione frontale ascendente di sinistra, dovuta al prolungarsi indietro la scissura frontale superiore; e l’anastomosi a destra tra la circonvoluzione frontale superiore o la frontale media attraverso alla parte mediana della scissura frontale superiore, disposizione scimmiesca.

I corni occipitali dei ventrìcoli laterali erano straordinariamente ridotti.

Il peso dell’intero encefalo era di soli gr. 1190: statura della donna m. 1,56; indice cefalico 79. Tutto ciò dimostra il deficiente sviluppo di questo cervello.

5. Anomalie istologiche del cervello dei criminali.—Il Roncoroni, servendosi del metodo di Nissl da lui modificato[20], col quale si ha un’immagine chiara delle cellule della corteccia, che spiccano in bleu su un fondo bianco o color di rosa, colle diramazioni principali dei prolungamenti protoplasmatici, potè riconoscere una anomalia istomorfologica nella disposizione degli strati cerebrali tanto negli epilettici congeniti come nei delinquenti nati.

Nei normali gli strati nella regione frontale (poichè nell’occipitale, specialmente in corrispondenza della scissura calcarina, la disposizione è diversa) sono così disposti (V. Atlante, tav. XXXII-XXXIII):

1º Strato molecolare; 2º Strato superficiale delle piccole cellule nervose, o strato granulare superficiale; 3º Strato delle piccole cellule piramidali; 4º Strato delle grandi cellule piramidali; 5º Strato profondo di piccole cellule nervose, o strato granulare profondo; 6º Strato delle cellule polimorfe. Il Meynert distingueva soltanto 5 strati; ma Roncoroni, per rendere più chiara la designazione delle parti, distingue il secondo strato di Meynert in due, corrispondenti al 2º e al 3º.

Certamente gli strati non sono nettamente delimitati, e in tutti esistono parecchie specie di cellule; ma in ciascuno di essi si trova un gran numero di particolari elementi nervosi, i quali, per la loro forma, gli danno una fisionomia speciale e permettono di porgli una denominazione particolare. Per granali non si deve intendere elementi speciali diversi dalle cellule nervose, ma soltanto cellule nervose molto piccole e molto abbondanti e stipate.

Nel neonato esiste la stessa disposizione fondamentale, ma le cellule nervose non hanno ancora il loro aspetto caratteristico, specialmente nello strato profondo dei granuli, che sembra ancora essere costituito quasi esclusivamente da nevroglia. Va anche notato che nel periodo fetale la sostanza bianca contiene numerose cellule nervose, si intende, non completamente sviluppate. Negli animali (macacus, cani, gatti, conigli, cavie, buoi, galline), lo strato superficiale manca spesso, e il profondo non esiste, salvo nella scimmia, dove è alquanto evidente.

Ora su 14 delinquenti nati lo strato granulare profondo manca in 6 ed è molto ridotto in 4; così su 26 epilettici manca in 7 ed è rudimentale in 14. Invece nei casi di epilessia acquisita, di delinquenza d’occasione, di pazzia, lo strato granulare profondo è normale. Il tipo delle cellule nei rei nati ed epilettici offre una preponderanza delle grandi cellule piramidali o polimorfe, mentre nel normale prevalgono le cellule piccole, triangolari, stellate. Anche è meno regolare il passaggio dalle piccole cellule superficiali (strato granulare superficiale) alle grandi cellule piramidali per mezzo di piccole cellule piramidali: si passa quasi bruscamente dalle piccole cellule superficiali alle grandi cellule piramidali. Il numero delle cellule nervose è spiccatamente inferiore al normale.—Mentre nella sostanza bianca del cervello dei normali, le cellule nervose sono scarsissime, o mancano, invece negli epilettici e nei rei nati sono molto più numerose, e in certi casi, con un ingrandimento di 200 D, se ne riscontrano 20-30 in ogni campo microscopico. Questo reperto è però meno frequente degli altri.

Probabilmente la disposizione morfologica abnorme descritta dal Roncoroni è l’espressione anatomica dell’alterazione ereditaria; essa rivela il disordine di sviluppo del sistema nervoso che conduce, a seconda che le cause morbose sono più o meno gravi, alla pazzia morale o all’epilessia.

III. ARTI E TRONCO.

1. Processo sopracondiloideo dell’omero.—Il Valenti[21] ne descrive [640]tre casi i quali si trovavano in due criminali ed in una pazza, da un sol lato e nella loro forma più comune, cioè di un’apofisi schiacciata dell’avanti all’indietro, uncinata ed incurvata in basso.

Nei due criminali, prima della macerazione, il prof. Valenti ha potuto osservare anche la presenza del canale sopracondiloideo formato da un nastro fibroso teso dal processo su descritto all’epitroclea.

Tale anomalia del processo sopracondiloideo, che è molto rara, s’è presentata con notevole frequenza nei degenerati.

2. Anomalie nelle mani e nei piedi di criminali.—Il Penta[22] ha fatto nuove ricerche sulla frequenza e sul significato del piede prensile tra i criminali, ed ha inoltre trovato tra di essi rarissime anomalie: come la riduzione congenita delle dita dei piedi, un caso di micromelia, di macrodattilia, di polidattilia: più frequente era la sindattilia cioè nel 6% (nell’1,50% tra i normali).

In complesso si trovano anomalie delle estremità nel 15% dei delinquenti e calcolando anche anomalie più comuni, come il piede piatto ed il piede varo, il percento sarebbe quasi aumentato di altri 23.

3. Solchi palmari.—In questi solchi il dott. Carrara[23] ha trovato anomalie di numero e di forma che ha raggruppate sotto quattro tipi principali rappresentati nella tav. XXXIV dell’‘Atlante.

In essi i solchi palmari o sono costituiti da un unico solco trasverso interessante tutta la palma della mano e perfettamente orizzontale: o questo solco trasverso ed orizzontale si associa ad altri press’a poco normali; oppure vi sono bensì due solchi ma con direzione anch’essi orizzontale e rettilinea e paralleli tra loro e non interessanti tutta la palma della mano ma una parte sola di essa: o finalmente non vi si trovano che i solchi più profondi e marcati essendo spariti i più superficiali e tenui.

Queste forme anomale sono importanti perchè richiamano forme scimmiesche come il confronto delle figure della tavola dimostra chiaramente.

Ora su 212 normali non ve n’erano che 12 i quali possedessero solchi anomali (5,6%); invece su 1505 criminali ve n’erano 161 cioè il 10,6%: una analoga proporzione esiste tra gli alienati ed una anche maggiore fra gli idioti: in 5 su 17 esaminati.

4. Impronte digitali.—Il dott. D’Abundo[24] le ha potuto studiare in 140 criminali, assassini, recinsi a Nisida. Quanto alla simmetria dei disegni che il Galton trovò, almeno pel pollice nella proporzione del 90% tra i normali, il D’Abundo ha trovato asimmetrici i pollici nel 44,1%, gli indici nel 33,3%, i medi nel 14.1%, gli anulari nel 34,1%, i mignoli nel 14,1%. Reale importanza presentono le anomalie rinvenute nella proporzione del 10% in 11 assassini, in 2 grassatori ed in 1 stupratore, riguardanti il torus tactus digitalis in cui si notavano trasformazioni e disposizioni. Ma di più a tale percentuale del 10% di anomalie bisogna dare un valore maggiore per questo che mentre i singoli disegni esistono già formati definitivamente al 6º mese, si possono produrre dopo quell’epoca disturbi nella evoluzione del sistema nervoso che essi evidentemente non possono più riflettere: cosicchè si possono avere delinquenti per disturbi del sistema nervoso, accaduti successivamente, con segni digitali normali.

5. Piede piatto.—Di 150 rinchiusi nel Riformatorio di Elmira nel 1898[25], 5 avevano il piede piatto congenito (3,33%); nel 1895[26] il 58,42% avevano i piedi normali, il 18,71% avevano la volta del piede bassa e il 22,87% avevano il piede congenitamente piatto.

6. Varietà dell’atlante.—Il Tenchini[27] ha descritto recentemente una anomalia del tutto nuova ch’egli ha trovato nel cadavere di un ladro novarese. Trattasi di un processo articolare dell’atlante, che finisce per mettersi in rapporto di contiguità coll’osso occipitale si da formarsi un’articolazione soprannumeraria distinta ed indipendente.

Nella colonna vertebrale cui appartiene questa vertebra vi è un’altra anomalia numerica dei suoi componenti perchè essa risulta di 25 segmenti presacrali con eccesso nella regione toracica (7 c. +13 t. + 5 l.).

Tenchini rinvenne, nell’atlante, in 16 scheletri di criminali quasi tutte le anomalie principali segnalate finora dagli anatomici.

Così in un caso di un individuo vagabondo, di pessimi costumi e violento v’era la completa saldatura data vertebra atlante coll’osso occipitale (giù trovata dal Lombroso in 2 casi su 50), essendone rimasta disgiunta la sola metà des. dell’arco posteriore. Per di più la stessa vertebra appariva incompletamente sviluppata sulla linea mediana, onde, al posto del tubercolo posteriore, vedevasi un’interruzione completa per il tratto di quasi mezzo centimetro. Vi era anche un’anomalia numerica vertebrale rarissima per eccesso di una vertebra cervicale.

In tutti i casi meno uno le superficie delle cavità glenoidee degli atlanti accennavano più o meno profondamente a duplicità e il loro grande diametro era sempre maggiore della media dei normali.

Nella faccia interna delle masse laterali trovò sempre bene sviluppato il tubercolo d’inserzione del legamento trasverso, dietro cui mancò solo due volte (a sinistra) la fossetta vascolare.

In 3 individui, uno omicida ed uno ladro, a destra, ed in un complice d’omicidio, a sinistra (18%), trovò un ponte osseo (rappresentato normalmente da un semplice nastrino fibroso) steso tra l’estremità posteriore della massa laterale e l’arco posteriore dell’atlante, sì da convertire in un vero canale la incavatura più o meno profonda, che accoglie l’arteria vertebrale: in molti altri atlanti vi erano poi degli accenni a questo anomalia sotto forma di piccole apofisi puntute staccantisi dalla massa laterale e dall’arco posteriore.

Un’analoga anomalia fu trovato in un grassatore, cioè una laminetta ossea completa e robusta che si stende dal margine esterno della cavità glenoidea alla metà posteriore dell’apice dell’apofisi trasversa, anomalia di cui p. es. il Poirier non riscontrò che 2 casi sopra 500 normali: anch’essa delimita un canale attraverso cui passava l’arteria vertebrale.

Trovò ancora quasi costante la incisura vascolare dietro l’apofisi trosversa, tra questa e l’arco posteriore, talvolta bilaterale e convertita in foro. In un caso v’era una piccola varietà affatto nuova, cioè due canalucci che s’aprivano sul semicontorno anteriore del foro retro-trasversario di destra, in corrispondenza del punto in cui la radice posteriore dell’apofisi trasversa si stacca dalla massa laterale: questi canalucci penetravano nella massa laterale e sboccavano con un’apertura comune sotto la radice dell’arco posteriore.

In quattro casi trovò bifidità dell’apofisi trasversa, bilaterale, e finalmente in un caso, a sinistra, la interruzione completa della radice anteriore della stessa apofisi trasversa.

IV. Rughe.

Studiando le varie specie di rughe facciali in 362 pazzi, il dott. Cognetti[28] le ha trovate in essi, salvo nei paralitici, più frequenti che nei normali (2,31) cioè nell’11-13%: nei cretini, idioti, imbecilli e mattoidi le ha trovate nel 9,58%: negli epilettici le ha ritrovate nel 9,26%. Invece nelle donne epilettiche le ha trovate nel 9,88, cioè in una proporzione inferiore alle donne normali che le possiedono nel 10,52. E negli epilettici esse erano rettilinee, complete, superficiali; e molto frequenti le rughe orbite-nasali. Come nei normali, negli epilettici si è avuto una media più rilevante di rughe nelle persone scevre da segni di degenerazione: anche le donne epilettiche hanno presentato questo fatto—al contrario di quello che si trova nelle donne normali.

V. Tatuaggio.

1.—Il Leppmann[29] ha esaminato 200 criminali tedeschi trovando una frequenza di tatuati dal 35 al 40%.

Il membro virile era tatuato in un sol caso in un imputato di tentativo di stupro. Il curioso è che mentre egli nega che il tatuaggio sia proprio dei criminali in altri 6 casi che descrive 4 erano sicuramente criminali, 1 pazzo ed 1 col tipo criminale.

2.—Tra i giovani dai 16 ai 30 anni accolti nel Riformatorio d’Elmira[30], di cui alcuni sono veri criminali, il tatuaggio è abbastanza comune, e vi sono spesso ripetuti certi emblemi: iniziati, donne nude e danzanti, [644]àncore, cuori trafitti e organi genitali. Vi predomina il carattere simbolico: o delle loro occupazioni, come un cavallo, una frusta o un ferro da cavallo; o dei loro sentimenti, come una coppia abbracciata con sopra scritto «amore» o due cuori trafitti, sormontati dalla stella della speranza, o la fedeltà indicata da due mani intrecciate sopra un cuore. I tatuaggi osceni o rappresentano semplicemente le loro vivaci passioni sessuali, o ricordano un accoppiamento, ecc.

La maggior parte dei tatuati provengono dalle città o dai grossi paesi; in alcuni fanciulli, specialmente di quelli che han fatto la vita sulle strade, si trovano dei segni particolari tra il pollice e l’indice, in numero vario da 2 a 8 o 9, irregolarmente disposti o in ordine circolare, triangolare, stellato, ecc., che sono evidentemente mezzi di riconoscimento nelle bande.

Nel Rendiconto del 1895[31] è precisato che il tatuaggio vi si trovò nel 34,21%.

3. Tatuaggio Etnico.—I dottori Ottolenghi e Rossi[32] hanno descritta una sorta di tatuaggio etnico, cioè la riproduzione nel tatuaggio degli stemmi delle varie contrade di Siena: essi l’hanno trovato in 12 individui (9 dei quali criminali): ciascuno di essi naturalmente presenta lo stemma della contrada cui appartiene. Cosicchè questo segno, oltre a confermare il significato psicologico del tatuaggio e la sua diffusione tra i criminali, serve anche praticamente nella determinazione della identità.

4. Lo sfregio tra i camorristi.—Ancora il De Blasio[33] nei suoi interessanti studi sulla camorra ci narra che lo sfregio secondo il modo come viene eseguito dicesi (V. fig. 7) a scippo se fatto con pezzi di vetro, a sbarzo con rasoi dentellati (sgranati), e a cacafaccia cacciando in faccia alla donna dello sterco umano.

Lo sfregio a scippo si effettua dal camorrista non appena si accorge che la ragazza non vuol corrispondere al suo amore, ed in questo caso ‘ntaccata ‘e ‘mpigna può considerarsi come l’anello matrimoniale, poichè non appena la fanciulla viene deturpata, subito fra la famiglia dello sfregiatore e della sfregiata si agghiusta o’ ‘nteresse e si cumbina ‘o matrimonio.

Lo sfregio si pratica anche contro le donne infedeli o semplicemente sospettate tali. Talvolta non ha altro scopo che quello di contrassegnare la donna del proprio cuore, perchè qualche Don Giovanni di piazza, riconoscendola per la bella del camorrista, smetta qualsiasi velleità di corteggiarla. E, strano pervertimento morale, le donne subiscono lo sfregio con orgoglio, come una prova sicura del forte amore di cui sono l’oggetto, mostrandosi (fenomeno unico in donne volgari) più curanti dell’onore di appartenere ad un camorrista che della propria bellezza.

FIG 7 PT 2Fig. 7.—Individui della malavita sfregiati.
(Riproduzione dal vero mercè il metodo foto-xilografico).

VI. Necroscopie di criminali.

1.—Alla necroscopia di un contadino sardo di 56 anni condannato [646]per tentata rapina il dott. Pitzorno[34] ha trovato la capacità cranica assai piccola (cc. 1230), mentre la statura dell’individuo era di m. 1,72, e la semiscopertura del sacro.

Vi erano poi alcuni muscoli soprannumerari nell’avambraccio sinistro e pure a sinistra mancava il plantar gracile, entrambi caratteri di evoluzione progredita. Vi esisteva invece un muscolo accessorio dello sternocleidomastoideo destro che s’inseriva alla prima costola come accade normalmente negli animali inferiori, lucertole ecc.

Vi era ancora un’anomalia delle radici della vena porta e delle vene polmonari in relazione colla presenza di un lobo soprannumerario nel polmone sinistro.

Nel cervello oltre all’andamento anomalo di alcune circonvoluzioni e scissure dei lobi frontale e parietale, la scissura prerolandica comunicava colla silviana e si approfondiva assai la prima piega di passaggio a sinistra. Finalmente vi persisteva la glandola timo.

2. Anomalie degli organi interni dei degenerati.—Secondo ricerche del dott. Motti[35] più del 90% dei degenerati presentano anomalie degli organi interni (torace ed addome). Tra esse si nota specialmente: l’emisfero cerebrale destro più sviluppato del sinistro; la punta bifida del cuore come nei Sirenidi; il forame ovale semiaperto; la diminuzione della circonferenza aortica e l’atrofia del cuore; la presenza del lobo impari (azigos inferiore) nel polmone; diminuito volume e peso del fegato; incisure, solchi accessori nel fegato; reni polilobati; milze accessorie; asimmetrie degli organi pari.

VII. Seconda centuria di criminali.

Nella seconda centuria dei criminali[36] studiati nel Corso di Antropologia Criminale del prof. Lombroso, con una forte quota di omicidi [647]e feritori, 37 erano tra i 21 e i 30 anni d’età; il peso e la statura risultarono in media inferiori a quelli degli individui normali (delinquenti kg. 63,6, m. 1,65; normali kg. 65,5, m. 1,66). La grande apertura delle braccia superava la statura nell’86,6%. La circonferenza orizzontale era di mm. 545, assai inferiore alla media dei normali, 555.

La curva longitudinale media, la trasversale erano alquanto minori della media: la maggior parte degli esaminati (piemontesi) erano subbrachicefali o brachicefali veri, 1 trococefalo. La capacità cranica media presunta era di c. c. 1534: quella dei normali è di c. c. 1573.

Su 19 casi la semicirconferenza anteriore superò la posteriore in 7, ne era superata in 10.

Tra le anomalie furono trovate nella seconda centuria la platicefalia in 7, la plagiocefalia in 13, l’oxicefalia in 3, i seni frontali enormi in 18, il metopismo in 2, la microcefalia frontale in 2, le arcate sopracigliari sporgenti in 4, la stenocrotafia in 2, il prognatismo in 10, la mandibola grande in 27, l’appendice lemuriana in 6, strabismo in 11, denti canini sviluppatissimi in 4, diastema dentario in 4, orecchie ad ansa in 29, lobulo del Darwin in 7, lobulo sessile in 16, barba mancante o scarsa in 34 maggiorenni. Tatuaggio non esisteva che in 12.

La sensibilità tattile era in media di mm. 3,26 a destra, di mm. 3,45 a sinistra e di mm. 2,52 alla lingua.

La sensibilità generale, misurata colla slitta Du Bois-Reymond, diede in media 49,2 a destra; 50,6 a sinistra e la dolorifica 23,2 a destra e 24,3 a sinistra.

In 18 esistevano anomalie della sensibilità topografica; 22 possedevano sensibilità meteorica, 13 la magnetica: la sensibilità visiva era debole in 9, in 6 v’erano discromatopsie, in 11 era ottusa la sensibilità olfattiva e pure in 11 la gustativa: 23 presentavano traumi al capo e 19 in altre parti del corpo.

In 6 v’era un’agilità scimmiesca, in 39 anomalie di motilità (tremori, atassia, ecc.); in 25 v’erano disordini della parola ed in 10 della scrittura.

Su 35 nei quali si esplorarono i riflessi tendinei, erano vivaci in 29: la reazione vasomotoria provata col nitrito d’amile in 17 era rapida in 8.

La dinamometria diede in media 40,9 a destra, 40,2 a sinistra, 55,1 in ambe le mani. V’era mancinismo nel 27%.

Quanto all’eredità per 80 esistevano anomalie e degenerazioni sia nei genitori che in ascendenti, collaterali e discendenti: in 22 il padre era alcoolista e in 8 la madre; in 7 il padre era criminale, in 6 il padre era pazzo e pure in 6 la madre prostituta. In 6 famiglie fa notata una grande fecondità seguita da mortalità precoce nei figli.

18 soffrivano di cefalee, 14 di delirio e pure 18 di altre malattie nervose; 13 erano pazzi, 7 frenastenici, 5 pazzi morali, 7 isterici (di cui 6 donne) 14 epilettici e 17 epilettoidi.

La precocità del delitto (prima dei 20 anni) apparve in 47 soltanto: 5 si diedero al delitto dopo i 30 anni; 12 si masturbarono prima dei 10 anni; solo 4 si diedero a donne dopo i 20 anni.

VIII. Nuovi strumenti di antropometria.

1. Un craniocefalometrografo.—Il prof. Corrado[37] ha modificato il cefalometro ben noto di Anthelme dandogli un punto d’appoggio più stabile e in modo da poter con esso riprodurre graficamente tutte le varie curve del cranio e della testa sul vivente, rilevare il profilo della faccia e misurare gli angoli auricolari e l’angolo facciale.

2. Indicecraniografo.—Il dott. Belloni[38] ha fatto costruire un istrumento col quale misurando due diametri del cranio si ha tosto segnato il rapporto tra essi—espresso in centesimi e millesimi—cioè l’indice: e lo ha perciò chiamato indicecraniografo; è una associazione di varii quadranti che scorrono gli uni sugli altri e i quali, mentre si misura, p. es., il diametro antero-posteriore ed il trasverso, segnano senza altro nel punto del loro incrocio su una curva costruita con molta ingegnosità, il rapporto di questi, cioè l’indice.

3. Algometro.—È uno strumento inventato dal dott. Belloni[39] il quale consta essenzialmente di un quadrante di lastra metallica formato a settore di circolo che porta fissato in basso un’asticina terminata a punta: essa è inguainato in una specie di fodero il quale è spostabile verso l’alto per un tratto di circa 4 mm.: ora questi spostamenti determinati dall’approfondirsi la punta nei tessuti, vengono misurati e rivelati da un indice graduato e danno così facilmente la misura del tratto di punta che si è approfondito nel tessuto per provocarvi dolore.

4. Faradireometro.—Roncoroni e Albertotti[40] misurano col faradireometro in centesimi di Volt la forza elettromotrice d’una corrente faradica sviluppato da un comune rocchetto Du Bois-Reymond. Esso consta di due parti: il Voltmetro e il Trasformatore della corrente; il Roncoroni modificò l’apparecchio introducendovi un interruttore costante.

Biologia.

I. Sensibilità.

1.—Usando questo faradireometro Roncoroni e Albertotti (l. c.) trovarono che le sensibilità, in centesimi di Volt, sono in media:

generale dolorifica
nei normali colti (16) 3,12 46
nei normali del popolo (12) 7,91 46
nei pazzi (66) 11,9 52,8
negli epilettici e pazzi morali (10) 33,5 59,2

Tutti gli epilettici avevano la sensibilità generale ottusa; per la sensibilità dolorifica non sono rari i casi di sensibilità ottusa anche nei normali (8 su 28), ma essi sono assai più frequenti nei pazzi (24 su 66) e specialmente negli epilettici (6 su 10). Il mancinismo e l’ambidestrismo sensorii sono un po’ più frequenti nei pazzi (48 su 66) che nei normali (11 su 28); sono pur frequenti assai negli epilettici e pazzi morali (8 su 10).

2. La sensibilità e l’età.—Sperimentando col faradireometro Edelmann [650]il prof. Ottolenghi[41] ha trovato che la sensibilità generale o abbastanza sviluppata nei ragazzi dai 9 ai 14 anni con prevalenza della sensibilità, media (15-20 cent. di Volt) e in alcuni gruppi anche della sensibilità fine (10-15 cent. di Volt). Essa si va poi facendo sempre più fine col crescere dell’età, e progredisce sempre dalla gioventù alla virilità; e mentre negli studenti vi è ancora una sensibilità mediocre nell’8%, invece nei professionisti essa non si trova più che nel 2%. Finalmente nei vecchi dai 65 anni in su si ha una sensibilità ottusa in enorme prevalenza: nel 75%.

La sensibilità dolorifica è deficientissima nelle prime età (dai 9 ai 14 anni) essendo ottusa (cioè maggiore di 90 cent. di Volt) nel 68-70%; invece tra gli studenti universitari quell’ottusità non si trova che nel 17% e tra i professionisti nel 7%: cioè anche la sensibilità dolorifica va perfezionandosi coll’età, dalla gioventù alla virilità.

Quanto ai vecchi mentre individui dai 40 ai 65 anni presentano ottusità sensoriale maggiore di 90 cent. di Volt nel 65%, invece negli individui oltre i 65 anni essa non si presenta più che nel 45%: cioè nella vecchiaia la sensibilità dolorifica si fa più delicata, vale a dire vien meno la resistenza al dolore.

II. Ergografia.

Roncoroni e Diettrich[42] trovarono in 4 epilettici 2 volte mancinismo, in un caso tanto al mattino che alla sera, nell’altro solo alla sera. Il mancinismo si manifesta più frequentemente nelle ore pomeridiane che nelle antimeridiane. Ciò è legato probabilmente all’esaurimento nervoso o muscolare che si produce durante il giorno negli alienati, e che si manifesta pure colla minor forza muscolare notata in essi nelle ore pomeridiane. Questo mancinismo rivelato dall’ergografia spesso non si manifesta col dinamometro, così che l’ergografo è anche a questo riguardo uno strumento assai più prezioso di esso.

Dopo gli accessi epilettici si produce una profonda modificazione nel tipo dei tracciati: gli epilettici perdono, dopo l’accesso, l’educazione ergografica, ossia la coordinazione dei movimenti (da loro lentamente appresa nelle prime esperienze), che è necessaria per ottenere una buona curva ergografica. Poi un certo tempo dopo l’accesso (tempo variabile a seconda della violenza dell’accesso e a seconda degli individui), colla reintegrazione delle condizioni psichiche la curva della fatica ridiviene quale era nei periodi normali (intervallari), e allora si nota una diminuzione della forza muscolare dovuta alla stanchezza prodotta dall’accesso.

III. Sonno e sogni dei criminali.

Il dott. De Sanctis[43] ha da sue ricerche concluso che i delinquenti nelle notti successive al delitto e negli anni di espiazione dormono bene, purchè naturalmente non siano disturbati da cause estrinseche; e il loro sonno è simile a quello dei vecchi epilettici, convulsionari o degli imbecilli. Essi sognano poco, specialmente i grandi delinquenti; ed i loro sogni sono in generale privi di colorito emozionale o vi compaiono soltanto le emozioni erotiche, le mistiche, le espansivo-reattive. La scena del delitto non si riprodusse che in 22 su 93 delinquenti sognatori e soltanto in 11 tale riproduzione fu accompagnata da un movimento emozionale notevole.

Psicologia.

I. Giuochi dei criminali.

Il dott. Carrara[44] ha descritto i tristi giuochi dei criminali rinchiusi nelle case di correzione. Essi usano p. es. nel giuoco della patta di far passare la testa, evitando di esserne colpiti, tra due punte che un compagno muove orizzontalmente l’una contro l’altra tenendo le braccia tese all’innanzi; oppure ponendo la palma della mano su di un tavolo colle dita divaricate tentano di infiggere una punta con colpi rapidi e violenti negli spazi interdigitali; oppure uno dei compagni percuote con i pugni chiusi sui pugni di un altro armati di una punta e si giuoca a chi resiste di più o l’uno ai colpi o l’altro alle punture; o, nel giucco della ruota mentre 20 o 30 giovani corrono uno dietro l’altro in circolo si sforzano di evitare, con varie ed opportune mosse, i colpi che un compagno procura invece di dar loro con un pesante bastone. Anche nella riproduzione dei giuochi infantili come nella «mosca cieca» o nel giuoco «del topo e del gatto» e della «cavallina» essi tentano di colpirsi gravemente, di farsi veramente del male, anche con penitenze dolorose. In una parodia di giudizio a cui sottopongono i nuovi entrati la sentenza di condanna consiste nello strappare con violenza un tappeto su cui sta ritto il giudicabile in modo da farlo cadere sconciamente in terra.

Tutti questi ed altri molti giuochi dimostrano anzitutto l’analgesia dei criminali per cui praticano a scopo di divertimento atti che ai normali riuscirebbero dolorosissimi: come l’ubriacone per impressionare il proprio gusto indurito dall’alcool ha bisogno di uno stimolo sempre più forte.

Di più, come i selvaggi e gli animali ripetono nei giuochi le pratiche bellicose e caratteristiche della loro vita, così i criminali scelgono per trarne piacere queste forme crudeli e feroci le quali rispondono alle loro speciali tendenze.

II. Club di delinquenti.

Ve ne erano a Chicago ed a Cincinnati[45], di fanciulli, di adulti e di vecchi, i quali vi passavano il tempo fumando, leggendo e narrando storie, ma più che tutto organizzando le loro imprese criminali, battendosi tra club rivali ed esercitandosi a queste lotte, a una certa strategia, ecc. Anche le donne vi pigliavano parte, trattate bene ed occupate nell’adornare le caverne che servivano di sede al club.

Di simili club con una certa organizzazione, con presidenti e con norme disciplinari, se ne improvvisano dai criminali dovunque si trovino aggrappati, in carcere, e persino in una stazione attendendo il treno.

III. Geroglifici.

Usanze camorristiche. I geroglifici criminali.—Per le loro corrispondenze clandestine, specialmente quando sono in carcere, i camorristi si servono di geroglifici (V. fig. 8) che ci ha rivelato il De Blasio.[46]

FIG 8 PT 2Fig. 8.

La corona allude al Presidente del tribunale, e forse al suo tocco, la vipera indica il P. M., perchè, diceva un contajuolo, il pubblico accusatore «nei dibattimenti scarica non poco veleno contro ai figli dell’umirtà

Il cifrario è conservato da ciascun contajuolo e viene modificato dal solo capo società, il quale cura anche di farne conoscere le currezioni a quelli che si trovano sotto chiave.

Grandi criminali moderni.

1.—L’americano Holmes[47] utilizzava i più fini trovati della chimica odierna nei suoi assassini con esalazioni di acidi corrosivi, con acido prussico, ecc., combinandoli nella maniera più ingegnosa con truffe e con incendi per riscuotere i premi delle assicurazioni sulla vita che le sue vittime avevano per sua istigazione contratto.

In questa maniera aveva ucciso più di 13 persone distruggendone o facendone poi sparire i cadaveri: confessò più tardi questi reati, anzi ne esagerava il numero a 27 per farsi passare per pazzo morale. Egli però mentre presentava scarsi caratteri degenerativi: platicefalia, esagerata dolicocefalia, pelo bruno, sopraciglia marcate (caratteri non del tipo anglo-sassone, ma piuttosto di tipi meridionali e semiti), voce sottile, colorito pallido, labbra sottili, aveva caratteri inversi a quelli del criminale nato come ricchezza di barba, buona conformazione di denti, scarse rughe ecc.

Egli ne presentava invece i caratteri psicologici come la mancanza di rimorso, la insensibilità, il cinismo, la lascivia esagerata e infine l’esagerazione delle creazioni e delle combinazioni criminali: come la costruzione di un castello appositamente pei suoi delitti, simulazione d’esplosione ecc. Questa mancanza di corrispondenza tra il tipo fisico e lo psichico dipende anzitutto dal fatto che egli è un criminale veramente di genio e come tale non presenta il tipo: poi dalla natura stessa del reato, che fu commesso non con diretta e brutale violenza ma con truffa, falso e veleno e non essendo quindi propriamente atavico non s’associa con caratteri fisici atavici. Egli rappresenta invece la modernità nella criminalità come Desrues, Luciani, Deeming che anch’essi non avevano il tipo.

2.—Ablay Maria Teresa, maritata Joniaux[48], autrice di tre omicidi commessi ad Anversa negli anni 1892-93-94, per mezzo del veleno, su di una sua sorella, un suo zio e un suo fratello, per esigere i premi d’assicurazione sulla vita che s’era fatto prima destinare in suo favore dalle vittime, che a tal fine ella attirava a vivere con lei: ella stessa ne pagava il tasso annuo.

La Joniaux ha fisionomia virile, seni frontali assai sviluppati, leggero grado di prognatismo, mandibola grande, quadrata, labbra sottili, occhi grigi-acciaio, il colorito pallido. Bugiarda, senza senso morale, ella dormì nel letto ove era morto, un giorno prima, lo zio, da lei avvelenato: manifestò molta presenza di spirito nell’interrogatorio.

3. Francesco Schneider, assassino di ragazze. Lo Schneider[49] di 40 anni, figlio di ladri e ladro egli stesso, incominciò a 25 anni ad uccidere una serva dopo averla violata e derubata: e ripetè su quattro o cinque vittime, per quanto se ne seppe, lo stesso misfatto, aiutato dalla moglie. Fu condannato a morte. Egli è il vero tipo del criminale nato, colla fisonomia assai pronunciata e rozza, pieno di vanità fino a parlar di se stesso in terza persona, chiamandosi «lo Schneider», ozioso sin dalla giovinezza, così vile da esser disposto a vendere la moglie, senza pietà, menzognero; illetterato probabilmente per pigrizia, non era però privo d’intelligenza.

Egli fu spinto allo stupro ed all’uccisione delle donne da ciò che il Benedikt chiamò atletismo sessuale.

La moglie pare che fosse corrotta da lui: infatti in principio si rifiutò di dirgli il nome del suo amante per evitare ricatti e d’indicargli il luogo ove si trovava la cassa forte nella casa ove serviva e tentò, dopo scoperta, di suicidarsi.

All’autopsia Hoffmann trovò nella pia meninge alla regione parietale, piccole chiazze lenticolari, leggermente opache. Peso del cervello totale gr. 1,390, dei 2 soli emisferi gr. 1230 (615—615). Le 2 vertebrali e le carotidi erano meno sviluppate che l’art. basilare e le 2 silviane: invece le due comunicanti erano più grandi dell’ordinario.

Nel cervello, v’era di notevole che nell’emisfero sinistro la scissura interparietale [656]comunicava colla scissura postrolandica e confluiva quasi colla scissura centrale. Così la scissura di Leuret si presentava qui in un modo come non è mai stata osservata in nessun altro cervello umano.

Il cranio aveva una capacità di 1600 c. c.: le suture erano saldate, con un gran wormiano nella sutura lambdoidea: il cranio è asimmetrico con maggior sviluppo della fossa occipitale a sinistro, e del resto del cranio a destra—inversamente al normale.

La fronte è leggermente cuneiforme. Indice cefalico 80,2.

4.—Del criminale Giuliani Celestino, si fece ora un secondo esame[50] dodici anni dopo il primo[51] riportato nel testo dell’Uomo delinquente, vol. II, pag. 117, e riuscì interessante constatare lo sviluppo di tutto l’organismo come risulta dal seguente confronto:

1884 1896
Statura m. 1.51 1.56
Grande apertura » 1.59
Peso del corpo ch. 40.500 53
Diametro antero-posteriore mm. 179 189
Diametro trasverso » 142 150
Indice cefalico » 77 79.4
Circonferenza » 530 539
Curva antero-posteriore » 335 338
Curva bisauricolare » 300 305
Capacità cranica presunta cc. 1486 1521

Maggiore robustezza notasi ora nelle arcate orbitarie e negli zigomi. Nuovo tatuaggio ha aggiunto a quelli prima esistenti: una croce sulla faccia dorsale della mano sinistra, nello spazio fra 1º e 2º metacarpo.

1884 1896
Sensibilità generale D. 72 S. 90 D. 52 S. 50
Sensibilità dolorifica » 0 » 40 » 10 » 14
Sensibilità tattile » 4 » 2 » 3 » 3
Dinamometria » 72 » 18 » 21 » 21

E insieme è cresciuto anche nel mal fare, avendo passato tutto questo tempo o in carcere o sotto sorveglianza per molteplici furti e ferimenti che egli conta in maniera scherzevole con motti di spirito: ha avuto accessi epilettici, 2 di epilessia psichica, in uno dei quali buttò la sorella dal balcone, e di cui non ha memoria. Dice di non poter star fermo e di non amare che mangiare, bere e divertirsi e di odiare il lavoro.

Eredità ed Atavismo.Criminalità nei fanciulli e nei selvaggi.

1.—Il dott. Rinieri De Rocchi[52] potè costruire l’albero genealogico di una famiglia d’agricoltori toscani. Il capo stipite della famiglia (tre generazioni precedenti l’attuale) era un truffatore: dei suoi 5 figli il 3º era epilettico, mancino e di straordinaria forza muscolare: in due nipoti ex fratre, in un nipote figlio della sorella, e in un figlio di un suo nipote vi è pure epilessia: e forse le tendenze criminose del vecchio stipite truffatore non vi sono estranee. Vi è inoltre rachitismo ed un’enorme impulsività psichica e facilità alle risse ed ai ferimenti.

2. Degenerazione psichica, criminalità e mortalità da alcoolismo.[53]—Da padre alcoolista, gottoso ed ottuso di mente e da madre pure alcoolista e sofferente di calcoli vescicali, nacquero 7 figli: due figlie ebeti, un’altra pazza, degente in manicomio, una quarta maritata, dapprima meno imbecille ma ora con fisonomia semi-imbecille e un fanciullo infermiccio e malsano; un fratello alcoolista, gottoso; un altro fratello semi-imbecille operato già da fanciullo di calcolo vescicale; finalmente uno, squilibrato di mente e criminale. Egli ha ferito dei garzoni della sua fabbrica, suo padre e sua madre, e commesso continue stranezze, è mancante di affettività, di carattere instabile, ha cambiato quattro mestieri e finì ozioso e vagabondo; è impulsivo ma docile e completamente amnesico.

È interessante l’associarsi in questa famiglia delle varie forme di degenerazione.

3. Atavismo e Criminalità.—Guglielmo Ferrero riuscì in un recente studio[54] a modificare il concetto di atavismo, in modo da metterlo al sicuro da un certo numero di obiezioni che furono spesso ripetute e che egli stima avere un qualche valore, almeno apparente.

Si è finora voluto cercare l’atavismo nella materialità dell’azione che si chiama delitto: si è cioè affermato che l’omicidio, il furto e gli altri delitti sono azioni normali nella vita selvaggia, e che riappariscono per atavismo nella vita civile. Ora è certo, secondo il Ferrero, che la teoria che l’omicidio, il furto e gli altri delitti siano azioni normali nella vita selvaggia, è troppo semplice e perciò insufficiente a spiegare tutti i fatti che lo studio dei popoli inferiori ci offre, di cui un certo numero è decisamente contrario a questa tesi.

Tali obiezioni non distruggono però, secondo il Ferrero, la teoria dell’atavismo, purchè lo si trasporti dalla materialità dell’azione che si chiama delitto, ai caratteri psicologici che, eventualmente, sotto dati stimoli, la determinano. Studiando i popoli selvaggi il Ferrero ha trovato che i due loro caratteri più comuni sono la incapacità al lavoro regolare e metodico e l’impulsività: due caratteri che sono in connessione organica tra di loro, perchè l’apparizione di uno porta seco quella dell’altro. Ora l’impulsività costituisce la vera base del delitto; perchè più un essere è impulsivo, meno i concetti e i sentimenti morali avranno presa sopra di lui e più facilmente egli si determinerà a far il male, sotto gli stimoli dolorosi. Difatti molti popoli selvaggi, che normalmente vivono tranquilli e possono parere dei modelli di dolcezza dei costumi, sono soggetti, appunto perchè impulsivi, a degli accessi di furore in cui commettono ogni violenza: il fatto dunque che raramente uccidono, non esclude in essi la potenzialità criminale, cioè l’impulsività.

Nei criminali il Ferrero crede trovare questi due stessi caratteri fondamentali, e prettamente atavici: nel criminale cioè «l’atavismo è costituito dallo istinto d’insubordinazione contro la legge del lavoro e dalla impulsività, istinto che nel criminale-nato è organico e innato, e quindi irriducibile… mentre nel criminaloide è, in parte almeno, acquisito…». Quindi la causa fondamentale di moralizzazione delle società è stata l’abitudine del lavoro regolare e metodico; e la selezione più efficace quella che il Ferrero chiama selezione del lavoro.

4. Fatti atavistici nei bambini.—Il dott. Robinson[55] ha data una spiegazione atavistica di parecchi fatti della vita fisica e psichica del bambino: così l’essere i fanciulli grassi sarebbe una condizione favorevole alla preservazione della razza, perchè nella vita nomade de’ popoli primitivi essa li proteggeva dalla frequente mancanza di cibo: anche le grida così forti del bambino, lo spavento per le persone che gli sono sconosciute e per l’oscurità, il suo egoismo e la sua gelosia rappresentano pel Robinson facoltà le quali furono per varie cause utili alla conservazione della sua giovane e delicata esistenza e si sono quindi mantenute più o meno ridotte anche sino ad ora in cui pure non sarebbero più necessaria.

Analogamente il Buckmann[56] enumera molte particolarità importanti comuni ai nostri fanciulli ed alle scimmie dell’epoca attuale, come il naso schiacciato, il prognatismo, il filtro nasale, il modo di prensione manuale, serrando l’oggetto tra le dita e la palma della mano, la maniera di camminare del bambino (le cui gambe arcuate rispondono piuttosto ai bisogni d’un quadrumano vivente sugli alberi). E molte altre abitudini infantili, di rotolarsi per terra, di strappare ciò che sporge dalle pareti, ecc., rammenterebbero e si spiegherebbero con costumi scimmieschi.

5.—Il dott. De Silvestri[57] ha esaminato 240 bambini dai 3 ai 7 anni, di cui il 45% moralmente anomalo: i caratteri fisici morbosi raggiungono il 66% nei bambini a carattere morale anomalo, e il 29% nei bambini a carattere morale integro, e già anche in quest’età in numero assai minore nelle femmine in confronto ai maschi. Prima dei 4 anni 12 [660]il De Silvestri non avrebbe trovato altro carattere degenerativo che la pelurie (V. le fotografie della Tavola LVII dell’‘Atlante di un bambino di 5 anni 12 rissoso, masturbatore, e di una bambina della stessa età, facilmente irritabile, capricciosa, che compie la masturbazione ed atti di libidine con un’altra bambina senza notevoli anomalie fisiche, ch’è con lei fotografata).

6. Fanciullo assassino della madre.[58]—Un ragazzo tredicenne, di nome Roberto Combe, insieme al fratello dodicenne uccise in Londra la madre con due colpi d’un coltello, da lui stesso prima appositamente comperato. Dopo l’assassinio essi restarono nella casa stessa, sino a che 11 giorni dopo fa scoperto il cadavere. Roberto confessò tutto, dicendo d’aver ucciso la mamma perchè aveva punito troppo severamente il fratello. Era un fanciullo intelligente: alla sua nascita era stato usato il forcipe; soffriva frequenti cefalalgie, e si lagnava di udire spesso durante la notte delle voci; le quali la notte prima dell’omicidio dicevano: «ammazzala, ammazzala e scappa via», ed egli aveva sentito un impulso irresistibile ad ucciderla: soffriva anche di accessi maniaci con lucidi intervalli. Fa rinchiuso in un manicomio criminale.

7.—Fallot e Robiolis[59] pubblicano il caso d’un tentativo d’assassinio per vendetta commesso con un coltello da una bimba di 2 anni 12 stilla persona di una sua sorella di 7 anni! La piccola criminale è alta 80 cm. ha cefalonia, acrocefalia, fronte rientrante verso le orbite, colle bozze frontali e coi seni frontali molto sviluppati, scafocefalia, orecchie sessili: indice di 78; ha sessualità precoce e s’introduce spesso oggetti nelle parti genitali. Ella è di temperamento molto violento: ha mancanza di sensibilità tanto che non mostrò alcun dolore e pentimento dell’atto commesso; qualche tempo prima del fatto era rimasta per punizione un giorno intiero senza prender cibo e senza lagnarsene.

Epilessia.

1. Equivalente epilettico.[60]—Un individuo, ammogliato con prole, affatto impregiudicato sotto altri rapporti, che possiede però alcune stigmate somatiche di epilessia, assai spesso è spinto, senza che possa rendersene ragione, ad estrarre i proprii organi genitali dai calzoni e a far atto di masturbarsi, sino a provare un soddisfacimento, ottenuto spesso anche senza eiaculazione. La natura dei fenomeni da cui questo atto è accompagnato lo identificano proprio con un accesso epilettico: in principio l’individuo è infatti colto da un senso di malessere da cui entra in un gran eccitamento sensuale con immagini erotiche non ben definite, con zuffolio d’orecchi, confusione di vista, ecc. Egli non ricorda che queste fasi premonitorie dell’attacco; di quanto avviene poi e specialmente dell’esibizione e masturbazione successive ha appena una reminiscenza confusa e sommaria. Dopo l’accesso rimane come istupidito e poi, al risveglio, cade in una crisi spasmodica di pianto.

È molto importante che l’attacco, il quale dura circa mezz’ora, è accompagnato da una smania irresistibile di correre, che ricorda la epilessia procursiva descritta dal Bourneville e conferma la natura epilettica delle crisi esibizionistiche; la quale è attestata, del resto, dai suoi momenti caratteristici: l’ansia, l’automatismo, la memoria confusa e lacunare, l’assentamento, per quanto breve, della coscienza, il senso vago di sollievo al finire dell’attacco unito allo stupore ed all’incertezza post-accessuale.

Il caso così scevro di veri e proprii fenomeni convulsivi apparterrebbe al gruppo degli «equivalenti epilettici» del Samt.

2. Criminali epilettici.—Fra i 250 processi studiati antropologicamente, raccolti nelle serie dei volumi dell’Archivio di psichiatria dal 1885 al 1896, Ottolenghi[61] riscontrava 80 casi di epilessia, così ripartiti: [662]24 su 108 della 1ª centuria, 37 su 107 della 2ª, 18 su l’ultima emicenturia e con questi caratteri:

1. Forme.—Epilessia convulsiva motoria fu riscontrata in 31; epilessie psichiche in 76, così suddivise: a) Vertigini, assenze 20; b) Atti automatici incoscienti non violenti 2: c) Automatismo ambulatorio (epilessia procursiva) = 16: in 9 casi si presentarono le così dette fughe, in 7 casi vere forme di vagabondaggio; d) Con accesei equivalenti a reati: la vera iracondia morbosa epilettica in 25; e) Con accessi gravissimi, durante i quali furono commessi gravi reati di sangue, in 13 (raptus e stato crepuscolare).

2.—Cause occasionali: in 2 casi l’accesso di epilessia psichica si manifestò sotto l’eccitamento alcoolico, 4 volte sotto un eccitamento passionale, 6 volte fu prodotto da un trauma. In 9 casi l’epilessia si manifestò dorante il servizio militare: in tutti vi era eredità morbosa.

3. a) Caratteri anatomici.—Degli epilettici studiati presentarono tipo degenerativo completo 45 = 54,11%, tipo non completo 23 T = 30 = 36,54%, scarsa anomalia 12 tipo = 8 = 9,68%.

b) C. sensoriali.—La sensibilità tattile studiata in 59 risultò media in 33 (55,9%), scarsa in 20 (33,9%), fine in 6 (10,02%).

La sensibilità generale studiata in 53 apparve media in 30 (56,6%), scarsa in 22 (41,5%), fine in 1 (1,9%).

La sensibilità dolorifica studiata iti 58 risultò media solo in 19 nel 32,7%, scarsa in 38 (65,5%), fine in 1 (1,7%), donde se ne conclude che la massima frequenza di ottusità si nota pella sensibilità dolorifica, la minima per la sensibilità tattile.

c) Senso morale.—In 27 (32%) notaronsi caratteri completi del delinquente nato, anatomici e psichici: gli altri tutti appartenevano alla classe dei criminaloidi. Secondo i reati commessi questi delinquenti epilettici si dividono così: prevalgono evidentemente i rei di sangue, 18 omicidi, tra cui 1 parricida; 15 feritori; 12 commisero reati di sangue e reati contro la proprietà; 24 erano dediti specialmente ai reati contro la proprietà (ladri, borsaioli); 2 erano truffatori, 4 rei sessuali, 1 fra essi era un avvelenatore recidivo, 2 rei politici.

Conclusioni.a) Più si fanno note l’epilessie, maggiore è la frequenza dell’epilessia nei delinquenti; nella 1ª centuria infatti la troviamo nel 22,4%, nella 2ª nel 34,5%, nella 6ª emicenturia nel 36%.

b) Prevalgono nel delinquente le forme di epilessia psichica, e fra le epilessie psichiche prevale l’iracondia morbosa epilettica, che è in esagerazione del carattere abituale del delinquente nato.

c) I delinquenti epilettici hanno nella massima frequenza i caratteri anatomici e sensoriali psichici del delinquente nato, presentano il tipo criminale completo e specialmente la grande ottusità al dolore—sono portati ad ogni genere di reati, ma specialmente ai reati di sangue violenti.

3. Infantilismo e femminismo in un epilettico.—Un epilettico di 22 anni[62], con sorella alienata, ha il corpo grasso e rotondeggiante, poco muscoloso, glabro, con pochi peli al pube disposti come nella donna, ginecomastia, il bacino largo, natiche voluminose e rotondeggianti, gli organi genitali atrofici e mal conformati, essendo la pelle dell’asta saldata lateralmente con quella dello scroto, da cui sporge il glande, in modo da simulare gli organi genitali femminili.

4. Genesi corticale dell’epilessia.—Il dott. Penta[63] ha constatato che la irritazione del midollo spinale anche con fortissima corrente indotta, non produce mai alcuna convulsione; e così neppure stimolando fortemente, a zona motrice asportata, la capsula interna, la sostanza bianca, i gangli della base.

Invece la irritazione della corteccia produce quasi sempre la convulsione con tutti i caratteri dell’epilessia umana (perdita di coscienza, coma, allucinazioni, perdita di feci e di urine, ecc.).

Lo convulsioni così prodotte, si possono limitare asportando completamente i centri corrispondenti, ovvero sospenderle addirittura, asportando tutta la zona motrice.

Le convulsioni non si producono talvolta in cani giovani.

Terapia del delitto.

1. La frusta pei delinquenti.—Il Gerry[64] sostiene che in Inghilterra l’applicazione dello staffile per gli autori di violenze personali, di grassazioni, e di offese ai membri della famiglia reale ha fatto buona prova, perchè su 302 persone che la subirono in 18 anni, non si ebbero che 4 recidivi.

In un progetto di legislazione sociale per lo Stato di New-York si propone la pena delle staffilate ai condannati maschi in numero non superiore a 40. Leggi identiche esistono già in vari Stati dell’Unione. Nel Maryland e nel Delaware si applica la frusta a chi percuote la propria moglie e a chi si rende reo di violenze personali in genere; ed essa è ancora ammessa nei regolamenti carcerari negli Stati di Indiana, Connecticut o Georgia.

2. Le ultime esperienze del riformatorio di Elmira.[65].—Il resoconto dell’andamento del celebre riformatorio di Elmira, che si riferisce all’anno fiscale 30 settembre 1894 e 30 settembre 1895, ha una importanza eccezionale perchè dimostra con quanta rapidità i direttori dell’istituto vadano adottando sempre più i metodi di studio e le idee fondamentali dell’antropologia criminale.

Il signor Brockway, direttore generale, conclude espressamente a p. 21: «Gli studi fatti l’anno scorso, nella sezione dell’educazione fisica, inducono proprio a credere che, dopo tutto, la vera sorgente della criminalità sia da trovarsi specialmente nell’organismo degenerato del criminale».

I 529 giovani criminali, ricoverati durante l’anno, avrebbero mostrato, in gran maggioranza, un notevole grado di indebolimento fisico: Così, ad es.: nell’ordinamento degli esercizi ginnastici, si dovevano tralasciare gli esercizi generali di forza, che richiedono uno sforzo vigoroso di volontà, perchè i più ne erano incapaci; mentre gli esercizi di forza ristretta ad un solo membro od a pochi riuscivano meglio. Esercizi di [665]resistenza, richiedenti rapidità di azione e di attenzione, coma marcia, corsa, salto, esercizi militari erano i più difficili, perchè il 75% mostravano difficoltà di respiro e spesso anche instabilità nervosa.

Confrontati con i giovani scolari del collegio di Amherst i criminali di Elmira si sarebbero mostrati inferiori ad essi in media di 3 pollici in statura, di 10 libbre in peso e di 56 pollici cubici in capacità polmonare; con minor forza muscolare nelle braccia, e maggiore nelle gambe, e precisamente:

il

16,82% aveva un peso superiore alla media dei collegiali di Amherst

62,58% aveva un peso inferiore alla media dei collegiali di Amherst

20,60% aveva un peso normale alla media dei collegiali di Amherst

Notevole è che le medie del peso, della statura e della capacità polmonare dei ricoverati di Elmira si avvicinerebbero sensibilmente alle medie delle collegiali di Wellesley, che è un collegio di donne: quindi sarebbe lecito supporre da questi dati un carattere di femminilità nella struttura generale del corpo.

Lo sviluppo deficiente del petto sarebbe generale.

Quanto agli occhi, il dott. Case nota come rather frequent lo strabismo e aggiunge che: «l’espressione dello sguardo in molti è speciale». Vi sono anche asimmetrie delle orbite e delle pupille.

La causa di queste anomalie è, secondo il dott. Case, da cercarsi nella degenerazione.

Vi sono poi, notevoli osservazioni sulla psicologia dei criminali specialmente dei ladri, e sui motivi che li spingono al delitto, tra i quali il primo e il più forte è l’ozio o il bisogno di eccitamenti ripetuti e svariati sotto forma di divertimento (scommesse, giuoco, lusso, donne, ecc.). Queste stesse cause si ritrovano come determinanti della prostituzione, secondo l’inchiesta del dott. Wood Hutchinson.

Notiamo infine l’accenno ad un nuovo sistema di educazione morale, basato sopra una legge psicologica, che si sta provando ad Elmira. Siccome la fisiologia insegna che per ogni parte importante del corpo, che è sotto il controllo della volontà, esiste un centro cerebrale che regola i movimenti, e siccome ogni organo esercitato si perfeziona, si stanno studiando una serie di esercizi corporali da far compiere ai giovani per rafforzarne i centri cerebrali da cui dipendono e quindi la volontà.

Disgraziatamente nel resoconto non si trova che questo accenno generale del sistema, senza alcun particolare sui processi materiali impiegati in questa terapeutica psichica.

Dinka e Moï.

1. Dinka.—Per gli stretti rapporti che legano i criminali all’antropologia ed alla psicologia dei selvaggi ci parve interessante aggiungere qui i risaltati principati dello studio che abbiamo fatto sopra alcuni Dinka (Faschoda, Abvelan e Req)[66], appartenenti cioè a popolazioni dell’Alto Nilo.

Tra i caratteri più notevoli che essi presentavano sono importanti la forma del naso incavato non solo ma trilobato, molto somigliante a quello delle sciminie, il mento rientrante e la strana uniformità delle lunghissime teste, il cui indice scende sino a 64 ed è in media di 70, e che sono piuttosto piccole, in media di c. c. 1500.

In molti v’era femminilità, come la ginecomastia nei maschi, e nelle femmine invece virilità di tratti (come si può vedere dai ritratti della Tavola XCIV). La statura è molto elevata, tra m. 1,75 e 1,90, per l’eccessivo allungamento della parte inferiore delle gambe (tibie), che li rende così adatti a correre tra le paludi in cui spesso vivono.

Ma più interessante ne è la psicologia: questi poveretti sono come dei grandi fanciulloni, stanno tutto il giorno inerti e tranquilli senza far altro che fumare: solo a tratti hanno delle esplosioni violente, mostrando così una completa analogia con i tratti fondamentali del carattere di molti criminali (v. s).

Avevano inoltre una notevole anestesia: la sensibilità tattile era in media di 4-6 fino ad 11 mm.: la generale di 45 sino a 70 cent. di Volt (normali 7) e la dolorifica sino a 95 e in parecchi 0 (normali 46): cioè la massima forza della corrente di cui si disponeva non suscitava dolore. Questa insensibilità era attestata anche sia dalla pratica del tatuaggio sia da altri fatti: uno p. es. si ero applicato chiodi dentro le scarpe, perchè, diceva, che così non glie le avrebbero rubate: alla pubertà, e come segno di virilità e di distinzione, si spezzano i denti incisivi mediani a colpi di martello. Nei sensi specifici v’era ottusità dell’olfatto, un po’ minore del gusto (il salato era il sapore più facilmente percepito): ed era poi notevole l’ampiezza straordinaria del campo visivo (V. Tavola XCV dell’Atlante) che è in evidente rapporto colla loro vita nelle grandi pianure e colla relativa ottusità degli altri loro sensi specifici.

In complesso non mostravano gran numero di caratteri degenerativi: confermando così la scarsezza del tipo criminale nei selvaggi, il che completamente si accorda colla teoria atavica del delitto.

2. Moï.—Il giudice Paolo d’Enjoy, trovandosi tra i Moï[67], popolo dell’Indo-Cina, dovette istruire un processo per assassinio: ne furono arrestati due, grandi e grossi come giganti, colle barbe incolte, i capelli lunghi ed arruffati cadenti sullo spalle, colle unghie lunghe come artigli. Invitati dall’interprete a salutare, secondo il costume orientale, il mandarino che li interrogava, i Moï risposero rudemente «che un uomo non doveva mai prostrarsi dinanzi ad un altro uomo».

Poi essi confessarono senza restrizioni il delitto con pieno candore, come non immaginando che si potesse fargliene una colpa. «Colui che uccide può uccidere, dacchè uccide di fatto, ripetevano essi di continuo, e niun ragionamento potè modificarne lo strano giudizio morale.

E quando si spiegò loro che la detenzione in cui si trovavano era appunto l’inizio del loro castigo, essi risposero battendo allegramente le mani:

«Ma noi non siamo mai stati così bene come ora in carcere. Niuno dei nostri capi potrebbe sognare un palazzo più ricco della prigione. Per poterci stare tutta la nostra vita, così ben nutriti e vestiti, noi siamo pronti od uccidere chiunque vogliate».

Un precursore di Lombroso nel secolo XVII.—Il dott. Antonini[68] ha esumato un vecchio volume di Samuele Fuchsius del 1615 di metoscopia ed oftalmolscopia, nel quale sono divinate alcune delle conclusioni dell’antropologia criminale sul significato e sulla frequenza delle fronti strette negli assassini, delle rughe nei cretini, delle sopracciglia folte ed unite nei ladri e negli omicidi, delle pupille piccole e splendenti nei libidinosi, delle anomalie pigmentarie dell’iride pure negli omicidi, e dello strabismo. Il Fuchsius accenna perfino a ciò che molti moderni non ammettono ancora, all’identità dell’espressione e della posizione dell’occhio nell’epilessia e nella delinquenza.


  1. D.r E. Coraini, Osso parietale diviso in cranio umano e studio critico dell'anomalia («Bullet. R. Accademia Med. di Roma», Anno XX, 1893-94).
  2. Bianchi e Marimò, Anomalie dell'osso lagrimale in una serie di normali, di pazzi e di delinquenti («Atti della R. Accademia dei Fisiocritici», Serie VI, Vol. V).
  3. Archivio di Psichiatria, 1895, vol. XVI, p. 462.
  4. Ottolenghi, Sulla divisione per sutura verticale della lamina papiracea dell'etmoide nei degenerati («Archivio di Psichiatria», 1896, vol. XVII, p. 152).—Processi verbali della R. Accademia dei Fisiocritici di Siena. Marzo, aprile, giugno. 1895.—Su un osso soprannumerario della parete interna dell'orbita nei crani di degenerati («Gazzetta degli Ospedali», 1895, Giugno, N. 25).
  5. Sperino e Bovero, Sulla sutura metopico-basilare («Giornale della R. Accademia di medicina di Torino», 1896).
  6. D.r Eugene S. Talbot, The etiology of osseous Deformities of the head, face, jaw, and teeth. Chicago, 1894.
  7. Prof. F. Maltese, Anomalie dei denti e delle arcate mascellari in crani criminali («Archivio di Psichiatria», 1896, vol. XVII, fasc. IV).
  8. D.r Carlo Ascoli, Sullo sviluppo del dente del giudizio nei criminali («Archivio di Psichiatria», 1896, vol. XVII, p. 205).
  9. Zuccarelli e Mauceri, Il terzo dente (cosidetto «del senno «) della mascella superiore studiato in 271 crani («Atti della Società Romana di Antropologia», 1896, vol. III, fasc. 3º).
  10. Prof. P. Pellacani, Cranii di grassatori omicidi del Museo Anatomico di Bologna («Atti dell'XI Congresso Medico Internaz.», 1895, vol. V, p. 22)
  11. D.r Del Vecchio, Un'anomalia del condilo occipitale in grassatore omicida («Atti dell'XI Congresso Medico Internaz.», 1895, vol. V, p. 74).—Obici e Del Vecchio, Intorno ad una nuova anomalia dei condili occipitali («Rivista di Freniatria», 1895, vol, XXI, fasc. 1º).
  12. D.r E. Coraini, Emicenturia di crani di delinquenti («Atti dell'XI Congresso Medico Internaz.», 1895, vol. V, p. 71).
  13. Prof. C. Winkler, Iets over Crimineele Anthropologie (Haarlem, De Erven, 1895). Traduzione francese fatta gentilmente per il Lombroso dal D.r Pfungst («Arch, di Psich.», 1896).
  14. D.r P. H. J. Berends, Eenige Schedelmaten van recruten, Moordelaare, Paranoiisten, Epileptici en Imbecillen. Nijmegen, W. Fellinga, 1896.
  15. Guglielmo Mondio, Nove cervelli di delinquenti («Arch. per l'Antrop. e l'Etnol.», vol. XXV, fasc. 1º-2º; «Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII, fasc. V-VI).
  16. Le cifre tra parentesi rappresentano il peso dei cervelli non riprodotti nella tavola dell'Atlante.
  17. Genod, Le cerveau des criminels (Storck e Masson 1894), recensito da Mingazzini nell'»Archivio di Psichiatria», 1895, vol. XVI, p. 156.
  18. Carrara e Roncoroni, Cervello di Colli, brigante biellese («Arch. di Psichiatria», 1896, vol. XVII, fasc. IV).
  19. Prof. G. Valenti, Un caso di saldatura immediata dei talami ottici («Atti dell'Accademia Medico-Chirurgica di Perugia» vol. VIII, fasc. 1º-2º e 3º, 1896)
  20. Roncoroni, La fine morfologia del cervello degli epilettici e dei delinquenti («Arch. di Psich., Scienze penali e Antr. crim.», vol. XVII, 1896, fasc. 1º-2º).
  21. Prof. G. Valenti, Processo sopracondiloideo dell'omero in due criminali ed in una pazza («Atti dell'Accademia Medico-Chirurgica di Perugia», vol. VIII, fasc. 1º-2º).
  22. Penta, Di alcune più importanti anomalie e del loro significato reversivo nelle mani e nei piedi dei delinquenti («Annali di nevrologia», 1894, fasc. IV, «Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, p. 328).
  23. Anomalie dei solchi palmari nei normali e nei criminali («Giornale della R. Accademia di medicina di Torino», 1895, fasc. 7º-8º: «Arch. di Psichiatria», 1896, vol. XVII, p. 38).
  24. D'Abundo, Le impronte digitali in 140 criminali («Arch. di Psichiatria», 1895, vol. XVI, p. 202).
  25. Eighteenth Year (1893) Book: New York State Reformatory at Elmira.
  26. Twentieth Year (1896) Book ecc.
  27. Prof. Lorenzo Tenchini, Di una singolare varietà dell'atlante umano («Arch. per l'Antrop. e l'Etnol.», 1896. vol. XXVI, fasc. 1º).
  28. D.r Leonardo Cognetti De-Martiis, Le rughe dei pazzi («Archivio di Psichiatria», 1895, vol. XVI, pag. 552).
  29. Leppmann, Die Kriminalpsychologische und Kriminalpraktische Bedeutung des Tatowirens der Verbrechen («Vierteljahrs. f. Gerichtl. Medicin», 1894).
  30. Eighteenth Year Book (1893): New York State Reformatory at Elmira.
  31. Twentieth Year (1895) Book: New York State Riformatory at Elmira, 1896.
  32. Ottolenghi e Rossi, Un nuovo tatuaggio etnico («Arch. di Psichiatria», 1895, vol. XVI, pag. 1).
  33. De Blasio, Usanze camorristiche: Lo sfregio («Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, pag. 562).
  34. D.r Marco Pitzorno, Esame di un delinquente («Giornale della R. Accad. di medicina di Torino», 1895, p. 439).
  35. Motti, Anomalie degli organi interni dei degenerati («Atti dell'XI Congresso Medico Intern.», 1895, vol. IV, pag. 162).
  36. V. Rossi, Studi sopra una seconda centuria di criminali comparati con quelli della prima centuria («Arch. di Psich.», 1895. vol. XVI, pag. 321, 497; 1896, vol. XVII, pag. 210).
  37. D.r Gaetano Corrado, Intorno ad un Cranio-Cefalometrografo («Giornale di medicina legale», Anno I, fasc. V, 1894).
  38. D.r Cesare Belloni, L'Indicecraniografo («Bollettino scientifico», Pavia, 1894, N. 4).
  39. D.r C. Belloni, Di un nuovo algometro («Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, pag. 124).
  40. Roncoroni e Albertotti, Le sensibilità elettriche generale e dolorifica esaminate col faradireometro nei pazzi e normali («Arch. di Psich.», vol. XIV).
  41. Prof. Ottolenghi, La sensibilità e l'età («Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, pag. 540).
  42. Roncoroni e Diettrich, L'ergographie des aliénés («Arch. di Psich.», 1895).
  43. Il sonno ed i sogni («Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII.
  44. D.r Carrara, I giuochi dei criminali («Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, fasc. IV-V).
  45. Josiah Flint, Revue des Revues, 1º aprile 1895. Riassunto in «Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, pag. 496).
  46. De Blasio, I geroglifici criminali ed i camorristi in carcere («Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII, pag. 147).
  47. C. Lombroso, Sunday Magazine, 5 luglio 1896.
  48. De Rickère, Archives d'Anthrop. crimin., 1895, vol. X, pag. 641.
  49. Benedikt, Les grands criminels de Vienne («Archi. d'anthrop. criminelle», 1896, 15 gennaio, pag. 14).
  50. D.r Cognetti, La psicologia di un delinquente nato («Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII, pag. 308).
  51. D.r Musso e Stura, Caso tipico di follia morale («Arch. di Psich.», 1884, pag. 182).
  52. Rinieri de Rocchi, Storia di una famiglia per tre generazioni («Arch. di Psich.», 1895, vol. XVI, pag. 183).
  53. D.r R. Nardelli, Atti dell'XI Congresso Medico Intern., 1895, vol. IV, pag. 132.
  54. Guglielmo Ferrero, La morale primitiva e l'atavismo del delitto («Arch. di Psich.», 1896. Vol. XVII, fasc. I-II).
  55. D.r Robinson, Il fanciullo primitivo («North American Review», Ottobre, 1895. Riassunto nell «Arch. di Psichiatria», 1895, vol. XVI, pag. 296).
  56. Buckmann, Nineteenth Century, novembre 1895. Riassunto nell'«Arch. di Psich.», 1895. vol. XVI, pag. 297.
  57. D.r E. De Silvestri, Osservazioni di antropologia criminale nei bambini («Arch. di Psichiatria», 1895, vol. XVI, pag. 177).
  58. Morrison, Zeitschrift für Pathologie u. Therapie. Iena, 1896. Riassunto nell'«Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII, pag. 332.
  59. Un cas de criminalité remarquablement précoce («Archives d'Anthrop. crimin.», 1896, pag. 375).
  60. Prof. Enrico Morselli, Esposizione accessuale degli organi genitali «Esibizionimo» come equivalente epilettoide («Bollettino della R. Accad. med. di Genova», vol. IX, fasc. 1º, 1894).
  61. Archivio di Psichiatria, 1896.
  62. Von Brero, Infantilismo e femminismo in un epilettico («Nouvelle Iconographie de la Salpétrière», n. 4, 1895).
  63. D.r P. Penta, La genesi corticale dell'epilessia («Atti dell'XI Congresso Medico Internaz.», vol. IV, pag. 95).
  64. North American Review, gennaio 1895.
  65. Twentieth Year (1895) Book: New-York State Reformatory at Elmira. Elmira, 1896 (Riassunto nell'«Arch. di Psich.», 1896, fasc. IV).
  66. Lombroso e Carrara, Contributo all'antropologia dei Dinka («Giornale della R. Accademia di medicina di Torino», 1896. «Arch. di Psich.», 1896, vol. XVII, fasc. IV).
  67. Revue scientif., 1895, II, n. 23).
  68. Rivista Emporium, fasc. 17, maggio, 1896.—Revue des Revues, juin, 1896.