Capitolo XI

Educazione.—Illegittimi.—Orfani.

Illegittimi.—Quanto l’educazione entri come fattore del delitto, ci è dimostrato indirettamente dalla quota (che si fa sempre più grossa, pur troppo, nelle nazioni più civili e nelle epoche più recenti) dei rei illegittimi.

In Prussia i delinquenti illegittimi, che costituivano nel 1858 il 3% del totale, crebbero al 6, e le donne dal 5 all’8. In Francia gli 8006 minorenni arrestati nel 1864 contavano un 60% tra bastardi ed orfani, il 38% di figli di prostitute o di delinquenti. In Austria nel 1873 gli illegittimi delinquenti sommavano: i maschi al 10 e le donne al 21% (Oettingen, o. c.); In Amburgo il 30% delle prostitute era fornito dalle bastarde (Hugel, op. cit.); ed a Parigi il quinto delle cittadine, l’ottavo delle campagnuole (Parent-du-Chatelet, op. cit.). A Nuova-York in un anno si arrestarono 534 figli naturali, 222 esposti.

I bastardi erano nelle carceri del Würtemberg: nel 1884-85 il 14,3%; nel 1885-86 il 16,7%; nel 1886-87 il 15,3%; mentre sono negli onesti l’8,76%. Sichart anzi[1] sui 3181 esaminativi ne trovò la cifra elevarsi al 27%, quasi al doppio, così diviso:

Su 100 ladri 32,4
Su 100 truffatori 23,1
Su 100 rei di libidine 21,0
Su 100 spergiuri 13,0
Su 100 incendiarii 12,9

E trovò 30,6% di illegittimi nei rei d’abitudine, il doppio, dunque, 17,5%, dei rei d’occasione.

Egli pure nota:

Ribrezzo del lavoro Mendicanti Vagabondi
Su 1248 ladri legittimi 52% 32% 42%
Su 600 ladri illegittimi 52,3% 39% 49%

Tutti avran notato come gran parte dei camorristi di Napoli ha nome di Esposito, come molti grassatori lombardi e bolognesi di Colombo; tale essendo il soprannome che si usa dare ai trovatelli.

In Italia la statistica carceraria ci dà dal 3 al 5% di illegittimi fra i minorenni maschi, dal 7 al 9 nelle femmine minorenni.[2]

S’aggiunga che un 36% dei recidivi in Italia è fornito da figli naturali ed esposti.

Per comprendere il grande significato di queste cifre bisogna ricordare, che una gran parte degli illegittimi soccombe nei primi mesi o nei primi 18 anni, per lo meno il 60, e spesso l’89%[3], per cui si può benissimo non trovare esagerata la espressione di Marbeau, che sopra 4 trovatelli, 3 muoiono avanti 12 anni, ed il quarto è sacrato alla colpa.

Per meglio assicurarmi dell’importanza di quella quota, ho fatto fare ricerche sopra 3787 entrati, quasi tutti maggiorenni, nei manicomi di Imola (dott. Lolli), di Padova (prof. Tebaldi), di Pavia, e sopra 1059 entrati nell’Ospedale Civico di Pavia nel 1871, ed ho rinvenuto una proporzione di esposti pei primi di 1,5, pei secondi di 2,7%. Eppure la mortalità fra gl’illegittimi di Pavia è minore di molti altri paesi.[4]—A pari età e condizione, dunque gli esposti dànno venti volte più delinquenti che pazzi.

Si può, dunque, con tutta certezza, assicurare, che la maggior parte dei trovatelli che sfuggono alla morte, si abbandona al delitto. Forse in ciò entra, per buona parte, anche l’influenza ereditaria; perchè nascono i più da una colpa; e vi si aggiungono, certo, la difficoltà di trovar un mezzo di sussistenza, e più di tutto l’abbandono. Senza un nome da difendere, senza un freno che li arresti nel pendio delle passioni, senza una guida che con cura diligente e con un tesoro di affetti e di sacrifici faccia sviluppare i nobili istinti e contenere i selvaggi, questi prendono facilmente il sopravvento.

Forse, anche, quelli che non hanno tendenze malvagie vi sono tratti per imitazione; e probabilmente vi influisce sinistramente anche quello stesso benefico ricovero dell’orfanotrofio, e del brefotrofio per la ragione già sopra citata della maggior criminalità nelle occasioni di maggiori contatti.

Orfani.—Che l’abbandono, che la mancanza di ogni educazione vi influiscano di molto, lo dimostrerebbe, secondo alcuni, anche il notevole numero di orfani e di figli di secondo letto che si rinvengono nelle carceri. In Italia si contarono fra i rei minorenni nel 1871-72 dall’8 al 13% i figli di secondo letto. Il Barce (op. cit.), narra che a New-York vennero arrestati 1542 ragazzi orfani e 504 figli di seeondo letto; aggiunge che il 55% dei degenti nei penitenziari era dato da orfani di padre e di madre; il 60% dei ragazzi arrestati aveva perduto uno dei genitori, o ne era stato separato. Secondo il Marbeau, su 100 minorenni carcerati, 15 erano stati abbandonati dalle loro madri.—Per amore del vero, devo però fare notare che molti statisti esagerano la portata di questi fatti, del resto innegabili, per aver ommesso il confronto colla popolazione onesta, e per non aver considerato che l’età media non sorpassando i 32 anni, pochi possono essere i rei adulti che abbiano vivi ambedue i genitori.

In Italia noi ebbimo in 10 anni fra i delinquenti una media di 33 a 35% di orfani; ma sopra 580 alienati della mia clinica, gli orfani fornirono il 47% ed il 78% ne offersero 1059 entrati nell’Ospedale di Pavia, sicché la proporzione degli orfani rei viene ad essere inferiore, probabilmente, alla normale.

Più importante, forse, è il trovare una media dell’8 al 12% di orfani fra i minorenni, poiché la popolazione libera minorenne è, con tutta probabilità, in proporzioni inferiori; e ciò vale anche per i minorenni rei (23 a 30%) che perdettero od il padre o la madre (18%).

Non posso parlare, con certezza, degli orfani di padre, che avrebbero dato nelle statistiche italiane circa il 26 di delinquenti, mentre davano il 23% quelli di madre; poichè negli alienati notammo 51 dei primi e 10 dei secondi.

Certo è invece, che fra gli orfani e gli esposti condannati si vede predominare il sesso femminile, ma sopratutto fra gli esposti. E ciò anche al difuori di quella subcriminalità che è la prostituzione; cosicchè Oettingen riesce a questo calcolo singolare: che mentre ogni 5 maschi si trova una femmina delinquente, invece per 3 esposte delinquenti si trova un maschio.

Educazione.—La femmina, più debole e più passionata degli uomini, ha più bisogno dell’appoggio e del freno della famiglia per durare nel retto sentiero, da cui la devia più facilmente che negli uomini la sempre aperta e lubrica strada del meretricio; e in ciò entra essenzialmente l’influenza ereditaria; chè le figlie di un traviamento sessuale più facilmente vi sono trascinate esse medesime, e da quello, alle colpe più gravi.

La maggior frequenza degli esposti fra delinquenti, spiega la prevalenza de’ minorenni delinquenti fra le popolazioni urbane che si nota da noi (Cardon, op. cit.), essa ci dà la misura dell’azione, massime dell’abbandono e del danno della mancata educazione.

Parenti viziosi.—È cosa naturale che, ancor più dell’abbandono, debba influirvi sinistramente l’educazione malvagia.

Ricordiamo qui quell’eredità morbosa che secondo Sichart va fino al 36% e secondo Marro al 90%, il 6,7% di parenti epilettici, il 4,3% di suicidi, il 16% di beoni[5], il 6,7 di pazzi (vedi cap. seguente), cifre che s’elevano nei parenti dei rei più gravi a 27% di beoni secondo Penta, di 41% secondo Marro, e di 27% di criminali o viziosi secondo Virgilio, di 45% secondo Marro.

Come può l’infelice ragazzo difendersi dal male, quando questo gli venga rappresentato con rosei colori e, peggio, imposto coll’autorità e coll’esempio dai parenti od istruttori?

La V. era sorella di ladri; fu educata dai suoi come un maschio; vestita da maschio, prese aspetto virile e maneggia coltelli con vigore; ruba per istrada un mantello ed arrestata ne incolpa i suoi parenti.

La famiglia Cornu era composta di assassini e di ladri, abituati al delitto dai parenti fino dalla più tenera infanzia. Di cinque fratelli e sorelle, una sola avea mostrato ripugnanza invincibile al crimine: era la più piccola; ma essi ve la iniziarono, facendole portare, per due leghe, nel grembiale la testa di una loro vittima; scorso breve tempo ella si era così spogliata d’ogni rimorso, da mostrarsi la più feroce nella masnada, da volere praticare le torture più crudeli ai passeggieri. Crocco, che a tre anni colpiva a sassi i compagni e spennava gli uccelli, era stato dal padre lasciato quasi sempre solo in mezzo ai boschi fino a diciannove anni.—Il Fregier racconta di un ragazzo che era l’orgoglio del padre ladro, perchè a tre anni sapeva cavare in cera l’impronta delle serrature.—Le mogli degli assassini, scrive Vidocq, sono più pericolose dei mariti. Esse avvezzano i bimbi al delitto, dando loro regali per ogni assassinio che si commette.

Noi abbiamo visto, e vedremo nel capitolo seguente, la quota approssimativa dei genitori e delle famiglie immorali dei rei, azione ereditaria che non può disgiungersi dalla educativa.

Anche qui, come nell’abbandono, e per la solita ragione della prostituzione e della maggiore tenacità al delitto nelle donne, appare assai più grande il numero delle femmine soggette a questa influenza, che non dei maschi.

A molti parrà ancora scarsa l’influenza dell’educazione, come ci viene rapportata da queste cifre. Ma, oltre che vi dobbiamo aggiungere quelle quote surriferite di figli esposti, bisogna però ricordare che moltissimi delitti hanno origine autonoma; che molti tristi nascono e si conservano tali, malgrado gli sforzi ed i tentativi disperati delle loro famiglie. Dei nostri delinquenti minorenni dell’anno 1871-72,[6] l’84% dei maschi avrebbe avuto famiglie morali, e il 60 delle femmine. Questa contraddizione si spiega colle prime debolezze dei parenti onesti, i quali, quando più tardi vogliono farsi ubbidire sul serio, non riescono più, si trovano impotenti. È il caso che accade, come da relazioni ufficiali, in non meno del 20% delle persone benestanti che ricoverano i figli nei riformatori; vedremo, più sotto, quanto sinistramente influiscano, su questo proposito, le associazioni infantili.

Noel, Vidocq, Donon, Demarsilly, Lacenaire, Abbado, Hessel, Fra Diavolo, Cartouche, Trossarello, Troppman, Anzalone, Demme appartenevano a famiglie moralissime. Rosati raccontavami essere stato più volte battuto dal padre dopo i primi suoi furti, e di avere visto piangere dirottamente la madre, e di avere loro promesso sempre, ben inteso, senza mantenerla, la restituzione delle somme che rubava.

Ed è noto, d’altronde, dalle rivelazioni di Parent-du-Chatelet e di Mayhew, che molti ladri e prostitute arricchiti cercano ogni via per educare sulla strada della virtù i loro figliuoli.


  1. Liszt, Archiv f. Strafsrechtr., 1890.
  2. Statistica delle Carceri. Roma, 1873, CXXVIII.
  3. Su 1000 trovatelli a Bordeaux ne morirono in 10 anni 729. A Mosca in 94 anni entrarono 367.788 trovatelli, di cui morirono in tenera età 288.554, il 79%. Hugel, Vortrag. üb. Mortalit. der Kind. 1856.
  4. Il 25% nel primo anno di entrata.
  5. Liszt, op. cit.
  6. Beltrani-Scalia, op. cit.