Colei che non si deve amare

La Royal Society di Londra ha proposto, e i delegati delle Accademie di Parigi, di Roma, di Bruxelles, di Washington, riuniti nella sua sede, hanno acconsentito, di rompere per sempre ogni relazione con la scienza tedesca.

Gli accademici partecipano della stessa natura degli innamorati; nelle novelle di Luigi Pirandello e di Amalia Guglielminetti l’accademico e l’innamorato assumono sempre atteggiamenti simili e confondibili. Ambedue languono e si macerano per un «ideale»; le notti insonni lasciano le stesse tracce nei loro volti austeramente composti in malinconia dolce e rassegnata.

La «scienza nemica» è «colei che non si deve amare». Essa è l’Innominabile, la Sconosciuta; si cancella il suo nome dai libri e dalle vecchie gialle lettere profumate del suggestivo odore del tempo. Si barcolla quando gli occhi cadono sulle sillabe fatali, quando l’orecchio è colpito dal suono di quelle lettere che sprigionano malefizio. «Colei che non si deve amare» diventa cosí l’incubo delle ore di assopimento rubate al progresso scientifico, diventa il folletto implacabile che svolazza intorno all’affaticato cranio e sbatte le sue alucce impertinenti sulla fronte corrugata.

La vita diviene insopportabile; l’accademico diviene nevrastenico. Riposo, riposo per i poveri nervi esauriti, per lo stomaco che non digerisce, per gli arti che hanno perduto ogni elasticità. Riposo ci vuole: la Svizzera, i laghi, i monti, l’Arcadia tranquilla con le sue vaccherelle e le sue pastorelle. La Svizzera, dove avviene sempre nelle novelle l’incontro tra le due creature rapinate nel vortice del Fato. Il «suo» nome non irrita piú la delicata sensibilità dei sensi. Anzi: «ella» diventa il «mistero che attrae». Tutto di lei incuriosisce, tutto attrae l’attenzione. Con esitazione dapprima, con la paura che fa volgere intorno lo sguardo, la si segue, si osservano le sue mosse e i suoi lineamenti. È dessa invecchiata, o si imbelletta per conservare la giovinezza perenne? Cosa ha fatto, cosa ha detto finora? Per quali avventure è trascorsa?

L’accademico patito dimentica i suoi giuramenti, dimentica le sue promesse. E una sera, quando la luna piove sulle cime dei monti i suoi raggi sottilmente incantatori, e stormiscono i grandi alberi, e le acque precipitano nell’abisso schiamazzando turbolentemente, i due si incontrano, si guardano, e quasi condotti dallo stesso filo di un magico burattinaio, vanno ad assidersi su uno stesso muricciolo. L’idillio ricomincia.

La Royal Society ha proposto di rompere per sempre ogni legame con la scienza nemica. Noi concludiamo: la Svizzera è destinata a un meraviglioso avvenire scientifico.

(27 ottobre 1918).