Il calmiere alla questura

La questura ha comunicato il suo bilancio-profitti per il mese di settembre. Grassi profitti, troppo grassi profitti. Che si prestano alla critica, come quelli delle altre società commerciali esplicanti la loro attività in tempo di guerra. 786 arresti. E di essi solo 180 con giustificazione in bilancio: 126 per tutela del buon costume, 31 per ubriachezza molesta e ripugnante, 23 per porto d’armi proibite. Cifre plausibili, indici di vero lavoro, di lavoro proficuo per la collettività. E perciò troppo basse, troppo sproporzionate nel complesso. 169 arresti per reati e mandati dell’autorità giudiziaria. (Affari in margine, corrispondenti su per giú al servizio cassette delle grandi banche, che non rientrano nel lavoro attivo, nell’opera dovuta all’iniziativa industriale dell’azienda di piazza S. Carlo). Infine 437 arresti per misure di P.S. E su questa cifra richiamiamo l’attenzione delle competenti autorità. Essa è enorme, per il mese di settembre. La «Stampa» e l’on. Grosso-Campana, che nelle sedi rispettive e piú competenti hanno svolto delle brillantissime campagne sui guadagni eccezionali e quindi criminosi in tempo di guerra, dovrebbero rivolgere la loro sollecita attenzione anche ai superprofitti che si nascondono in questa enorme cifra di 437. Abbiamo stabilito le proporzioni. Si tratta con esattezza del 124 per cento sugli affari normali. Di un allargamento del capitale iniziale, per un complesso di nuove disposizioni, di arbitrî, di sopraffazioni, equivalente al 124 per cento. Lo Stato deve intervenire. L’opinione pubblica deve essere posta sull’avviso. Lo stato eccezionale portato dalla guerra è stato indegnamente sfruttato dall’azienda di piazza S. Carlo. Il 21 settembre, in una sola serata, sono stati realizzati degli utili per centoquattro arresti. E vi devono essere delle mascherature di bilancio. Perché i centoquattro che in bilancio figurano come misure di P. S., nel mercato, furono lanciati, a loro tempo, come reati. Ci si vede poco chiaro in queste cifre. Le autorità competenti dovrebbero indire un’inchiesta, e far esaminare con attenzione le pezze giustificative e gli allegati del bilancio. E intanto imporre un calmiere. Tutti sentono che il tempo è maturo per il calmiere. L’azienda di piazza S. Carlo non deve essere lasciata piú a lungo in condizioni di privilegio. Ha abusato indegnamente della fiducia pubblica. I suoi attentati al benessere generale non possono piú essere lasciati senza sindacato. Ci rivolgiamo al prefetto. Il calmiere esisteva. Ristretto, inadeguato al bisogno, per noi non certo soddisfacentissimo. Ma riconosciamo che i tempi sono difficili, e cercheremo di accontentarci. Sia ristabilito il calmiere; esso si chiama semplicemente: lo Statuto.

(4 ottobre 1916).