Don Francesco Soldi e Nemesio Coppola da Bagno di Ripoli sono comparsi dinanzi alla pretura del primo mandamento di Pistoia per rispondere: di illegale traslazione delle ossa di S. Settembrina, di falsa denunzia di contenuto nel pacco postale che le ossa doveva miracolosamente trasferire da Bagno di Ripoli a Torino. Non si presentò in pretura il pio signore del Pilonetto, Michele Bert, che fu generosamente rappresentato dal deputato del quinto collegio (il Pilonetto appartiene al quinto collegio), avv. on. Luigi Giordano. Gli imputati sono stati assolti. Il Coppola è stato solo condannato a ottanta lire di ammenda, per aver cercato di contrabbandare ossa di santa sotto l’etichetta di vilissimi «fossili di carbone».
La sola condannata è la infelicissima vergine e martire Settembrina. Nessun difensore per la beatissima. Ella è stata giudicata cosa di nessuno; le sue ossa immarcescibili sono state equiparate al fossile di carbone definitivamente; la sua santità, presa sul serio lo spazio d’un mattino, è ricaduta nel baratro dell’inconoscibile. Potrà diventare santo Voltaire, non potrà piú diventare santa la vergine Settembrina. È pericolosa questa vergine millenaria. Ha procurato troppi dispiaceri a don Soldi, a Nemesio Coppola e a Michele Bert, pio uomo del Pilonetto. Non ha voluto il trionfo. Ha permesso, senza fulminarlo, a un volgare ladruncolo di sottrarre il pacco delle sue ossa, di rompere il mistero di una traslazione. Ha messo in un imbarazzo non comune due arcivescovi, il papa e il tribunale dell’inquisizione pontificia. L’hanno rinnegata tutti. L’ha rinnegata don Soldi, l’ha rinnegata il pio Michele Bert, l’ha rinnegata il tribunale supremo pontificio. E il gallo non ha cantato tre volte, come per S. Pietro. Settembrina non ha avuto difensori. Piuttosto che essere condannati, gli spedizionieri di fossile di carbone hanno lasciato che il giudice non ponesse mano alla legge che contempla la violazione di oggetti e reliquie appartenenti al culto. Hanno lasciato che fosse sancito pubblicamente, loro consenzienti, che le ossa di Settembrina non differenziano in modo alcuno da un solido qualsiasi. E nessuno li ha ripresi. E probabilmente nessuno li riprenderà. Nessuna autorità religiosa domanderà al pio uomo Michele Bert perché si sia tanto affaccendato a far misteriosamente arrivare a Torino delle ossa, che per lui non erano che semplici ossa, comuni ossa da anonimo carnaio. E perché si fosse proposto di farne un presente alla chiesa parrocchiale dell’Addolorata. Si riempiono di ossa qualsiasi le chiese parrocchiali? Si chiamano i fedeli all’adorazione di ossa che si ritengono non avere un valore diverso dai fossili di carbone? Quale truffa preparava all’ingenuità dei buoni cattolici torinesi il pio uomo Michele Bert?
Ecco perché saremmo tentati di aprire una sottoscrizione per erigere, presso Porta Nuova, una lapide «all’ignoto mariuolo che, avendo rubato un pacco postale con la dichiarazione fossile di carbone, evitò ai torinesi la fatica di adorare una nuova santa, e fece loro risparmiare molte migliaia di lire». E non disperiamo di aver solidale il pio uomo Michele Bert, che non si rifiuterà di dare una nuova prova della non santità di Settembrina.
(29 luglio 1917).