Il Fascio di combattimento di Torino commemora il 24 maggio con un «vibrato manifesto». Ecco le piú notevoli vibrazioni del manifesto del Fascio di combattimento di Torino: 1) Guerra, sangue, torture, martirio, gloria, Italia vittoriosa, strozzamento. 2) Plutocrazia, folle impresa, diminuire, mutilare, immortale Italia. 3) Orde teutoniche, valore nostri soldati, mercato di popoli. 4) Suolo di Francia, neutralità italiana, vittoria Marna, agenti asburgici, Austria assassina. 5) Salvamento intesa e mondo, feudalismo militarista tedesco, ignobilmente tradita, indegnamente spogliata ed insultata. 6) Arnesi luridi del disfattismo, sconcio letamaio, carne da sciacalli, bordello bolscevico…
Fermiamoci. Il manifesto dice proprio che «l’Italia non è carne da bordello bolscevico» e vorremmo domandare ai fascisti, combattenti e vibranti nei manifesti, qualche lume in proposito. Il bordello bolscevico è la Russia dei Soviet come viene dipinta dalle agenzie degli emissari dei Cento neri: un immenso recinto, circondato da un cordone sanitario, abitato da centoventi milioni di uomini e donne, entro il quale ogni legge divina, umana, democratica, civile, giustinianea, napoleonica, zanardelliana, viene violata spudoratamente: si stupra, si ruba, si saccheggia, si incendia, si scuoia, si mangia la carne umana, si mozza la coda ai cani, si fa la barba ai gatti, si condisce l’insalata con succo di scarafaggi, si lubrificano gli alberi di cuccagna con grasso di impiccato; insomma una baraonda, un caos, una repubblica, un Soviet, un inferno, un pandemonio.
Ecco il bordello bolscevico, del quale mai e poi mai l’Italia sarà carne.
Ma se l’Italia fosse già ciò che i fascisti non vorrebbero fosse? Se l’esistenza stessa dei fasci fosse un documento che l’Italia è già ciò che i fascisti non vorrebbero fosse?
Le parole sono paglia: importano le cose. E cos’è questo scatenarsi di forze irresponsabili e incontrollate che si sovrappongono agli organi legittimi dello Stato? Indisciplina, disordine, caos sociale, «bordello bolscevico». Cosa sono questi fasci, queste associazioni, queste leghe di militari e borghesi, di ufficiali e soldati? Faziosità, sbriciolamento, decomposizione, «Soviet». Governo, parlamento, magistratura sono diventati nomi senza soggetto attivo, larve evanescenti in questo crepuscolo di sangue e di follia.
Lo Stato si disfà, corroso da questi microbi impuri che nascono dalla putredine e determinano nuova e piú immonda putredine.
La dittatura del proletariato, il nuovo Stato dei Consigli operai e contadini, è nell’ordine delle cose inevitabili appunto per l’esistenza del «bordello bolscevico». La società non può vivere senza Stato: lo Stato è la società stessa in quanto concreto atto di volontà superiore all’arbitrio individuale, alla fazione, al disordine, all’indisciplina individuale. Gli antibolscevichi «bolscevichi» moltiplicano gli arbitri, la faziosità, il disordine, l’indisciplina individuali; i bolscevichi anti «bolscevichi» si preparano a domarli imponendo loro con le cattive, col tribunale rivoluzionario, con la tessera per i viveri, col controllo degli operai e contadini, di lavorare di piú e di vibrare di meno.
(24 maggio 1919).