Corrispondenza commerciale

Il signor Mario Tometti (cavaliere o commendatore), banchiere di Catania, spedisce al signor Mario Leoni di Policastro questa letterina:

Sig. Mario Leoni — Policastro — Un giovane ragioniere di Policastro, il nome del quale troverete qui accluso, e che per tre anni fu al vostro servizio, chiede di essere ammesso nei miei uffici in qualità di segretario. Abbiate la compiacenza di informarmi sulla sua moralità e attitudine al lavoro. Gradite i miei ringraziamenti.

MARIO TOMETTI

Il signor Mario Leoni cosí risponde al banchiere catanese Mario Tometti:

Accluso alla pregiata vs/ del 1° corrente ho trovato un foglio volante col nome di un impiegato che fu per tre anni al mio servizio, e che ora sareste disposto ad accettare in qualità di segretario qualora le informazioni fossero favorevoli.
Sono dolente di dovervi dire che ho avuto frequentemente a lagnarmi del contegno tenuto dall'impiegato in questione, e che fu in seguito ad uno spiacevole incidente, provocato dal suo temperamento violentissimo e caparbio, ch'io dovetti prendere la spiacevole misura di licenziarlo.
Non giova poi all'individuo in questione, l'essere iscritto al Partito socialista rivoluzionario, le teorie del quale sfoggiava in maniera inopportuna durante le ore d'ufficio, a danno della quiete e del buon andamento degli affari (!).
È per altro doveroso riconoscere ch'egli è abilissimo nella tenuta dei libri e nella corrispondenza in tedesco. Fate di queste informazioni uso discreto, e vogliate conservarmi la vostra amicizia.

MARIO LEONI

Questo scambio epistolare naturalmente non è mai avvenuto. Mario Tometti e Mario Leoni non sono mai esistiti. Le due letterine sono invece contenute nel volume: Corrispondenza commerciale e scritture varie, del prof. R. Gaggero, stampato dalla casa editrice G. B. Paravia di Torino, arrivato alla settima edizione, e libro di testo nelle scuole tecniche, gli istituti e le scuole di commercio. Esse sono tipiche, devono rappresentare, pedagogicamente, tutta una serie di lettere, a domanda e risposta: si domandano informazioni su un impiegato, si risponde che egli non è raccomandabile per essere iscritto al Partito socialista rivoluzionario. Si insinua nell’animo degli scolari la persuasione che essere iscritto al Partito socialista è pericolosissimo per la sicurezza della carriera. Si accumulano sull’innocente capo dell’ipotetico rivoluzionario crimini di temperamento: rivoluzione, uguale violenza e caparbietà.

La lotta politica viene cosí trasportata nella scuola: opera di sobillazione e di capovolgimento dei valori. Si insegna che la capacità tecnica deve essere posposta, nell’attività pratica, alle idee politiche, come criterio per assunzioni di impiegati.

Ma il prof. Gaggero smercia sette edizioni del suo libro e la casa editrice Paravia lo fa adottare come testo nelle scuole di Torino.

(19 gennaio 1918).