Significazioni

Non dovrebbe essere difficile per chi ha seguito attentamente le vicende, ora tristi ed ora liete, dell’organizzazione dei metallurgici torinesi, coglierne talune significazioni di portata generale nei rapporti economici. Le quali, massime ora che, secondo le presunzioni degli avversari del socialismo maciullato dalla guerra, molte teorie nostre sono fallite, hanno per noi un’importanza grandissima.

Anzitutto c’è da costatare che nella massa metallurgica che è costretta a produrre per la guerra e che per la preparazione bellica molto lavora e discretamente guadagna, la coscienza politica non è offuscata dai fantasmi invano aduggianti le nostre idealità irreducibilmente contrarie agli avvenimenti inauditi che si svolgono. Questo è un fatto e gli avversari, purtroppo, non lo sanno comprendere.

Ma v’hà di piú. L’agitazione di diecimila metallurgici ha giovato soltanto, almeno immediatamente, agli operai delle fabbriche piú grandi ed importanti, escludendo dai benefici delle conquiste odierne gli operai delle piccole officine metallurgiche non consorziate.

Un’ingiustizia? Certo. Ma l’organizzazione, pur non potendo agire immediatamente, non starà con le mani in mano, come si suol dire. Intanto — ed è questa la significazione importante dell’agitazione chiusasi con un ottimo successo per gli operai — l’organizzazione ha tutto di guadagnato ad agevolare sia pure indirettamente l’agglomerarsi dei piccoli ai grandi industriali, l’assorbimento delle piccole aziende nelle grandi. In un’espressione marxistica: l’accumulazione dei mezzi e dei modi di produzione. Il Consorzio degli industriali automobilisti torinesi è un cominciamento di accumulazione e concentrazione capitalistica. I grandi industriali qui dunque si incaricano di avvalorare una previsione socialista e rivoluzionaria: s’incaricano di eliminare i ceti medi dalla produzione approfondendo cosí gli antagonismi di classe. Siamo in pieno marxismo. E pensare che ci sono ancora degli imbecilli che proclamano il fallimento delle nostre dottrine in nome della scienza vera.

(16 gennaio 1916).