Una santa

In un loculo della chiesa di Badia a Pacciano, posta nel piano di Canapale, a otto chilometri circa da Pistoia, giacciono da tempo immemorabile delle ossa. La tradizione dice che sono le ossa di una celeberrima santa, vergine e martire. Gli atti dei martiri, i documenti canonici, non parlano di una vergine e martire Settembrina che abbia finito i suoi giorni lacrimosi e lacrimati in Badia a Pacciano nel piano di Canapale. Ma la tradizione s’infischia dei documenti storici; sostiene che Settembrina è santa anche nel mucchietto d’ossa corrose che di lei (o di un’altra persona) rimangono, e adora. Ma bisbetica e bizzarra com’è, la tradizione finisce collo stancarsi, e il mucchietto d’ossa ridiventa materia sorda e inerte. S. Settembrina s’adira fieramente. E un bel giorno scompare. Il loculo viene trovato vuoto, il parroco di Badia a Pacciano nel piano di Canapale ha una rivelazione. La santa ha lasciato il suo sepolcro per protestare contro l’indifferenza dei badiesi. Il miracolo è accecante per il suo splendore. S. Settembrina non è mai stata tanto santa come in quel momento. Il loculo vuoto fa accorrere tutto pian di Canapale, tutta Pistoia, tutta Toscana… La Madonna di Caravaggio, quella di Pompei, quella di Loreto, vedono oscurarsi la propria fama e la devozione dei piú assidui fedeli. Non basta. A Torino, in corso Moncalieri, abita un pio uomo, che fa collezione di reliquie in una cappella privata, vera Casba di tutti i resti della idolatria mondiale. Il pio uomo ha anch’egli una rivelazione. Sull’altare della cappella è stato trovato dopo una notte procellosa, solcata da baleni piú lividi di tutto il livore della coorte infernale, un mucchietto d’ossa: sono quelle di S. Settembrina, che ha cercato rifugio e ristoro alla sua mala sorte nella città dalle mille chiese, nella città delle beghine danarose, che non esitano a rovesciare i calzini di lana sui banchi delle sottoscrizioni permanenti per il maggior incremento della santissima chiesa cattolica. Le ali della fama divulgano per il mondo la notizia. Strida di dolore sul piano di Canapale, osanna e alleluia in corso Moncalieri. La santa ha finito le sue peripezie. Si fa il processo canonico, che è un trionfo per lei. Il calendario si arricchisce di un nuovo nome. Torino ha una nuova chiesa, e un rigagnoletto d’oro di piú fluisce nella nostra città, benedetta dal Signore.

Cosí sarebbe successo. Invece no. La vergine e martire Settembrina non ha finito con le peripezie. Una mano ha turbato il normale e logico svolgersi degli avvenimenti. Perché il ladroncello anonimo ha proprio scelto nel mucchietto dei pacchi postali quello che conteneva una parte delle ossa canapalesi? Mistero della provvidenza divina. Dito di Dio, o coda del diavolo? Altro mistero imperscrutabile. Ma il certo è che il castello fondato sul mistero della traslazione è crollato. E le macerie hanno finito col polverizzare le ossa di Settembrina, che non è piú vergine né martire.

Lo dichiara don Soldi (si chiama proprio cosí), parroco di Badia a Pacciano, sul piano di Canapale. «Non c’è nessuna autenticità di questa religiosa, nessuna dichiarazione delle autorità ecclesiastiche, nessuna teca accertante che queste ossa fossero di S. Settembrina, della quale del resto nulla si sa». Cosí don Soldi al giornale «La Nazione» di Firenze. Settembrina è diventata pericolosa, dopo che l’anonimo ladroncello ha turbato il regolare svolgersi degli avvenimenti. Settembrina santa, vuol dire processo per sacrilegio, per profanazione, vuol dire punizione di parroci e di vescovi. Tutta la dialettica canonica si rivolge alla dimostrazione della non santità di Settembrina. Il calendario non avrà un nome di piú.

Tempi contrari per la religione quelli dei pacchi postali, con obbligo di dichiarazione del contenuto. Piú pericolosi se il «fossile di carbone» è diventato materiale prezioso. Una lacrima di piú sulle sbianchite ossa della povera martire di Badia a Pacciano nel piano di Canapale.

Nessuna santa è stata piú santa di lei. Perciò essa non arriverà piú alla gloria dell’altare e alla distinzione del calendario.

(5 marzo 1917).